“Il coraggio di essere Franco”, il documentario su Battiato

A un anno dalla morte del Maestro Battiato, su Rai1 va in onda il film documentario

Franco Battiato
18 Maggio 2022 alle 10:59

Era il 18 maggio 2021 quando è morto Franco Battiato: esattamente un anno dopo la morte del Maestro, Rai Documentari gli dedica una prima serata con "Il coraggio di essere Franco" in onda il 18 maggio, alle 21.20 su Rai1. Scritto e diretto da Angelo Bozzolini e prodotto da Aut Aut Production in collaborazione con Rai Documentari, ripercorre la vita e la carriera di uno degli autori più rivoluzionari della musica italiana, pioniere di nuovi mondi musicali. Con un lascito artistico a dir poco imponente, l'artista catanese, che era malato da tempo, si è spento a 76 anni nella sua casa di Milo (CT) e i funerali si sono svolti in forma strettamente privata.

«Siamo felici di poter raccogliere la sfida di proporre un documentario per la prima serata di Rai1, grazie a questo progetto così riuscito e così esauriente e approfondito nel tratteggio del percorso umano e artistico del compianto Franco Battiato – dichiara Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari – Il docufilm è arricchito dalla partecipazione dell'attore Alessandro Preziosi che racconta, commenta e accompagna lo spettatore in un viaggio mai banale e pieno di emozioni, suoni, colori e riflessioni».

È infatti la voce di Alessandro Preziosi a guidare la narrazione del documentario, che cerca di restituire anche un ritratto intimo dell’artista, grazie al racconto della nipote Cristina Battiato e al materiale inedito degli archivi fotografici della famiglia, della Rai, della Cineteca di Bologna, della Universal Music, nonché alle riprese esclusive nelle case di Milano e Milo in Sicilia, oltre che nei luoghi della spiritualità così profondamente cara a Battiato.

I materiali inediti e l’unicità di Battiato

Ad arricchire il film-documentario "Il coraggio di essere Franco" è anche la presenza di tanti documenti inediti, come i testi autografi del 1966 e le foto esclusive del primo duo di Battiato con Gregorio Alicata, “Gli ambulanti”, insieme a un brano mai ascoltato prima. Nessuno come Battiato è riuscito a scardinare le regole del gioco in così tanti ambiti, da quello musicale, cinematografico e televisivo, ma anche mistico e spirituale, votando la sua creatività al risveglio della coscienza del pubblico. Mai prima di lui era stato possibile scalare le classifiche raccontando storie secondo una grammatica nuova, ispirata da contenuti fuori dal mainstream e alla ricerca continua di una dimensione sacrale dell’arte. Dall’inizio di carriera all’incontro con la musica elettronica di Karlheinz Stockhausen, dal primo album “Fetus” (1972), fino a “La Voce del Padrone” (1981), oltre a successi intramontabili come “L’era del cinghiale bianco”, “La Cura”, “Centro di gravità permanente”, “Cuccurucucù”. Battiato ha vissuto molte vite, diceva di sé di non essere mai nato e quindi mai morto. E forse per questo è riuscito in ogni decade della sua vita a regalarci un personaggio nuovo. La sua musica è anche un viaggio attraverso il nostro Paese: dalla Sicilia del Dopoguerra, ancora carica di valori cristiani, alla Milano degli Anni 60 e del boom economico, fino all’incontro con le filosofie orientali e il Buddismo.

Gli ospiti e le testimonianze

Il documentario è arricchito dalle testimonianze di artisti e personalità che maggiormente hanno contribuito al successo di Battiato, ognuna rappresentativa di un mondo artistico su cui si è espresso in prima persona: tra gli altri, Alice, Luca Madonia, Sonia Bergamasco, Willem Dafoe, Antonio Scurati, Giovanni Caccamo, Vittorio Sgarbi, Marco Travaglio. Tra loro c’è anche Morgan, che esegue in anteprima "Battiato mi spezza il cuore”, il brano composto in occasione della malattia di Battiato. «Non voglio comandare e non voglio essere comandato»: questo uno dei motti che rappresenta l’essenza di Franco Battiato, la sua costante ricerca interiore e il desiderio di affermare il suo innovativo concetto di musica all’insegna della contaminazione. Impossibile catalogarlo o inserirlo in un qualsiasi genere, proprio per la facilità con cui riusciva a spaziare dal rock al pop, dall’elettronica alla lirica. Non a caso, infatti, la musica è stata la sua compagna di vita.

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