«Il discorso del re»: trama, trailer e curiosità sul film

Colin Firth interpreta Re Giorgio VI, Duca di York, nel film diretto da Tom Hooper e premiato con quattro Oscar, tra cui miglior film e miglior regia

Colin Firth in una scena del film  Credit: © Eagle Pictures
7 Febbraio 2017 alle 11:07

Film del 2010 diretto da Tom Hooper, «Il discorso del re» racconta la drammatica storia di Re Giorgio VI, Duca di York (Colin Firth) e padre dell'attuale Regina Elisabetta, e della sua grave balbuzie. Ritratto intimo di una figura reale in cui emerge tutta la difficoltà di un uomo che non solo si è trovato a dover accettare un ruolo non voluto, in seguito alla rinuncia del fratello Edward, ma che ha soprattutto dovuto affrontare la sua maggiore paura: parlare in pubblico, superando il problema della balbuzie, per riuscire a incoraggiare i suoi sudditi, infondendo, attraverso la sua voce forte e decisa, sicurezza in quegli uomini che stavano per affrontare Hitler e la Seconda Guerra Mondiale.

Ad aiutare il sovrano a risolvere i propri problemi ci ha pensato un logopedista australiano, interpretato qui da Geoffrey Rush. Il film si gioca principalmente sulla relazione tra questi due uomini diversissimi tra loro che devono trovare il modo di fidarsi l’uno dell’altro. Passo dopo passo, l’esperto riesce a guidare il Re lungo un percorso doloroso che tuttavia lo sblocca, donandogli quella fiducia di cui ha bisogno per affrontare al meglio il suo ruolo. 

La trama ufficiale del film

Dopo la morte di suo padre Re Giorgio V (Michael Gambon) e la rinuncia al trono del fratello, Re Edoardo VIII (Guy Pearce), Bertie (Colin Firth), che soffre da tutta la vita di una forma debilitante di balbuzie, viene improvvisamente incoronato Re Giorgio VI d’Inghilterra. Con il paese sull’orlo della guerra e disperatamente bisognoso di un leader, sua moglie, Elisabetta (Helena Bonham Carter), la futura Regina Madre, organizza al marito un incontro con l’eccentrico logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush). Dopo un inizio complicato, i due riescono a creare un legame indissolubile. Il Re riuscirà a superare la sua balbuzie e farà un discorso alla radio che ispirerà il suo popolo e lo unirà in battaglia.

Il trailer del film


Le curiosità sul film

  • Come spesso accade in fase di casting, prima di Colin Firth la parte da protagonista è stata offerta ad altri attori che hanno rinunciato o rifiutato il ruolo. Tra questi Paul Bettany, il primo a dire di no per dedicare più tempo alla sua famiglia, Ralph Fiennes e Robert Downey Jr.
  • Per realizzare il film, uno dei memebri della produzione che viveva vicino a Geoffrey Rush (che interpreta l'insegnante di esercizi vocali Lionel Logue) gli ha infilato la sceneggiatura nella cassetta della posta. Un modo inusuale per convincere qualcuno ad approvare il progetto, ma, considerato il risultato vincente, tutto è concesso.
  • Quando David Seidler, uno degli autori del film, ha iniziato a fare ricerche su Re Giorgio VI e sulle sue difficoltà a parlare in pubblico, ha scoperto che uno dei figli di Lionel possedeva i suoi diari. Per visionarli e utilizzarli ha dovuto però ottenere un permesso speciale dalla Famiglia Reale. La Regina Madre ha approvato il permesso a patto che il film venisse girato solo dopo la sua scomparsa perché i ricordi erano ancora troppo presenti e dolorosi.
  • Nel film, l’attore australiano Guy Pearce interpreta Edoardo VIII, fratello maggiore di Giorgio VI. Nella realtà però, Pearce ha sette anni in meno rispetto a Colin Firth.
  • Per questo film, il regista Tom Hooper è stato premiato con un BAFTA. Non era la prima volta che otteneva un riconoscimento per una produzione di questo genere. Hooper aveva già portato a casa un Emmy per la mini serie televisiva «Elizabeth I» con protagonista Elen Mirren.
  • Secondo alcune ricerche storiche, Lionel non ha mai chiamato il Re con il diminutivo di “Bertie”. Nel film, in seguito al celebre discorso del 1939, Re Giorgio VI non sa come ringraziare Lionel per il suo aiuto. Nella realtà, il Re lo aveva già inserito come Membro dell'Ordine reale vittoriano nel 1937, proprio in segno di gratitudine.
  • Il film è stato prodotto con un budget di 10 milioni di dollari ma ne ha incassati oltre 100.
  • Le location dei film non sono ovviamente ciò che sembrano: la Cattedrale di Ely è stata utilizzata per le riprese all’Abbazia di Westminster, mentre gli interni di Lancaster House sono stati utilizzati per rappresentare gli interni di Buckingham Palace. Il costo per affittare la dimora è stato pari a 20.000 sterline al giorno.

  • All’età di 73 anni, David Seidler, è diventato il più longevo autore ad aver vinto un Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale per un film.

  • Il discorso pronunciato dal Re nel film corrisponde in realtà solo a una parte di quello prenunciato nella realtà. Il discorso originale era composto da 407 parole, mentre quello utilizzato nella versione cinematografica le riduce a 269. Quattro frasi furono cancellate, mentre altre quattro furono accorciate per esigenze di adattamento.
  • Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista e Migliore sceneggiatura originale: questi gli Oscar conquistati dal film. 
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