Il film per la tv “Rinascere” racconta la storia di Manuel Bortuzzo

Su Rai1 la vita del nuotatore che abbiamo visto all’ultimo "Grande Fratello Vip"

6 Maggio 2022 alle 08:59

Con il suo sorriso, la sua forza di volontà e la sua dolcezza Manuel Bortuzzo al “Grande Fratello Vip 6” ha conquistato il cuore di milioni di italiani. E ora la sua storia commovente, che ha raccontato nel libro “Rinascere” (Rizzoli), diventa un film tv con lo stesso titolo, in onda l’8 maggio in prima serata su Rai1.

La conosciamo bene, perché ci ha colpito per la tragica e assurda fatalità: nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019, a Roma, Manuel, giovanissima promessa del nuoto, per uno scambio di persona viene colpito alla schiena da un proiettile. Dopo la corsa in ospedale e gli interventi chirurgici che scongiurano il pericolo di vita, la diagnosi non lascia scampo: lesione midollare completa. Da lì inizia il percorso: la sedia a rotelle, la riabilitazione, la sofferenza, lo sconforto, la rabbia. Ma soprattutto la determinazione di un ragazzo che vuole vivere la sua seconda vita.

Manuel, è mai riuscito a perdonare chi le ha sparato?
«Il gesto di per sé è imperdonabile. Ma poi, guardare al passato non mi farebbe tornare a camminare. Preferisco essere felice nella mia attuale condizione».

Che effetto le fa aver ispirato un film per la tv?
«Strano, ma positivo. Quando ho scritto il libro non avrei mai pensato che sarebbe diventato un film. Pazzesco!».

È stato sul set a curiosare?
«Hanno girato quando ero già dentro la Casa del “GF Vip”, ma una volta fuori la produzione mi ha invitato a vedere qualche filmato non ancora montato. Gli attori sono incredibilmente fedeli e bravi. Alessio Boni nel ruolo di mio padre, Franco, è perfetto. E Giancarlo Commare, anche se è più grande di me, ha studiato nei minimi dettagli i video che mio padre gli ha portato. Nel film gesticola come me, è identico a me quando si morde il labbro...».

Siete diventati amici?
«Sì, perché è un ragazzo d’oro, solare e meticoloso. Lui per primo ha voluto rifare le scene in ospedale quando si accorgeva di muovere le gambe appena appena. Non è facile interpretare una persona paralizzata. Anche nelle scene di nuoto si è impegnato molto e dove non poteva arrivare, nonostante l’allenamento, è intervenuto mio fratello Kevin, come controfigura, che nuota esattamente come nuotavo io».

La sua rinascita è iniziata proprio dall’acqua, in piscina...
«Nuotare mi dà gioia. Mi alleno tutte le mattine, tranne nel weekend, in palestra e in piscina. Oggi il mio allenatore è entrato in vasca con me dopo un po’ di tempo e pensavo a questo, nuotando con lui. Non riesco a fare a meno dell’acqua: è il mio elemento».

Nel film hanno spazio gli amici che l’hanno sostenuta?
«Sì, Alfonso, il mio compagno di stanza durante la riabilitazione (l’attore Salvatore Nicolella, ndr) che oggi vive a Pompei e Davide (David Coco, ndr), un medico traumatologo che è anche il mio vicino di casa. Mi hanno dato forza, sono stati d’esempio».

Ora grazie anche alla tv è lei un esempio per tanti.
«Sento la responsabilità, ma non mi pesa, perché non devo far altro che essere me stesso».

Cos’è stato il “GF Vip” nel suo percorso di riscatto?
«Una tappa di meditazione in cui ho avuto il tempo di approfondire le mie sensazioni, di fare un bilancio».

E l’amore?
«L’amore è un tassello importantissimo nella vita di chiunque, senza eccezioni. Quando ho scritto il libro, con me c’era la mia ex, Martina. Lei è stata una coccola, l’attenzione in più».

Al “GF” ha conosciuto Lulù, ma adesso tra voi è finita.
«Per divergenze di vedute che non possono essere superate. Ci abbiamo provato, ma la nostra storia, che resta una parentesi bellissima, non ha saputo trovare riscontro nella vita reale».

Che passioni ha oltre al nuoto?
«La musica e il pianoforte. Lo suono sempre, anche adesso ce l’ho qui di fianco (sorride)».

Cosa direbbe a chi sentisse il bisogno di rinascere?
«Di fermarsi a pensare a ciò che si ha, senza rimuginare su ciò che manca. E da quello ripartire».

Parla Giancarlo Commare, l’attore che lo impersona

Molti lo hanno notato nel ruolo di Edoardo Incanti in “Skam Italia” su Netflix o se lo ricordano nella serie “Il paradiso delle signore” su Raiuno (era Rocco Amato ): sì, in “Rinascere” è proprio l’attore siciliano Giancarlo Commare che interpreta Manuel Bortuzzo. Insieme con lui, come co-protagonista, c’è Alessio Boni, nei panni del padre di Manuel, Franco.

Giancarlo, qual è la forza di questo film?
«“Rinascere” insegna a reagire e ad agire di fronte alle difficoltà della vita. Una grande lezione: si impara a non arrendersi mai e che non possiamo cavarcela sempre da soli, ma è molto importante chiedere aiuto».

Chi l’aiutata sul set?
«Alessio Boni: è stato un ottimo compagno di squadra, una guida. Mi ha aiutato con l’accento, gli devo tanto».

Si è allenato molto per calarsi nel ruolo di un nuotatore?
«Ho fatto del mio meglio. Da bambino facevo nuoto ed è stato bello riscoprire il mio rapporto con l’acqua».

Quando ha incontrato Manuel cos’è successo?
«Ci siamo lasciati andare a un lungo abbraccio affettuoso. Era come se ci conoscessimo da sempre. Il suo libro per me è stato una “Bibbia”: là trovavo le risposte a ogni dubbio sulla recitazione».

Ha girato tante fiction, da “Provaci ancora prof! 6” a “L’isola di Pietro 3”, ma in tv cosa le piace guardare?
«Amo le serie, ma quelle scritte bene. Tra le mie preferite ci sono “Breaking bad” e “Stranger things”».

Lei è nato a Castelvetrano (TP) e abita a Roma. Torna spesso nella sua Sicilia?
«Non quanto vorrei, perché lì c’è la mia famiglia. Manco dall’estate scorsa, però mamma è venuta a trovarmi. Non mi fa mai sentire la sua mancanza. Prima spedisce i suoi pacchi da giù e poi arriva lei in persona, con tante altre cose buone».

Per curiosità, cosa le manda?
«Le conserve fatte da lei. Marmellate, caponata...».

E una fidanzata c’è?
«Ho una bellissima relazione con... me stesso (ride)».

Impegnato col lavoro, dunque.
«Abbastanza. Prossimamente mi rivedrete in “Romulus 2” su Sky e “Skam 5” su Netflix».

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