Liberi sognatori: su Canale 5 quattro film dedicati ai nostri eroi “normali”

L’imprenditore antimafia, il giornalista di razza, l’agente della scorta e la politica ambientalista. A interpretarli: Giorgio Tirabassi, Claudio Gioè, Greta Scarano e Cristiana Capotondi

Giorgio Tirabassi e Michela Cescon sono Libero Grassi e la moglie Pina.
11 Gennaio 2018 alle 12:23

Parte su Canale 5 un ciclo di film tv dedicati a figure coraggiose che si sono sacrificate in nome della giustizia: «Liberi sognatori». Quattro grandi storie di eroi «normali»: l’imprenditore antimafia, il giornalista di razza, l’agente della scorta e la politica ambientalista, le loro vite diventano una fiction. Si parte domenica 14 gennaio con Giorgio Tirabassi nei panni di Libero Grassi, Claudio Gioè sarà Mario Francese, Greta Scarano Emanuela Loi e Cristiana Capotondi interpreterà Renata Fonte.

A testa alta - Libero Grassi

L’uomo che osò dire di no al pizzo - Libero lo era davvero. «Più che un nome è un aggettivo» diceva di sé ironicamente il vero Libero Grassi, interpretato nella serie da Giorgio Tirabassi. Imprenditore siciliano di successo, scelse di aprire un’azienda a Palermo opponendosi alle richieste della mafia di pagare il pizzo. Al suo fianco, in questa battaglia, c’erano le sue operaie e soprattutto la famiglia: l’amatissima moglie Pina (Michela Cescon) e i figli Alice (Diane Fleri) e Davide (Carlo Calderone). Libero denunciò il malaffare usando ogni mezzo, inclusa la tv. E la mafia questo non glielo perdonò. Il 29 agosto 1991 venne ucciso a colpi di pistola mentre andava al lavoro. Dal suo esempio, però, è nata l’associazione «Addiopizzo», che oggi conta migliaia di aderenti che hanno saputo dire di no alla criminalità. «Il nostro obiettivo è arrivare ai ragazzi e fare capire il suo gesto» spiega Tirabassi parlando di Libero Grassi. Il film è stato girato tra Roma e Palermo, nella vera casa dell’imprenditore, e la sceneggiatura è stata approvata dalla famiglia.

Domenica 14 : Giorgio Tirabassi e Michela Cescon sono Libero e la moglie Pina.

D**elitto di mafia - MARIO FRANCESE**

Il cronista che raccontò Cosa NostraMario Francese, interpretato in tv da Claudio Gioè, era un cronista di razza del «Giornale di Sicilia». Suo il merito di avere denunciato, attraverso una lunga inchiesta a puntate, l’ascesa dei Corleonesi, gli affari di Riina e Provenzano, i traffici criminali, il reticolo di amicizie e protezioni. Per questo la sera del 26 gennaio 1979 venne assassinato a colpi di pistola davanti a casa sua a Palermo. Un delitto prevedibile, preceduto da molti segnali ma destinato all’impunità. Fino a quando il figlio Giuseppe (Marco Bocci) decide di andare a rileggere quegli articoli per cercare di scoprire la verità. E il suo lavoro sarà premiato: riuscirà a far riaprire l’inchiesta e a ottenere la condanna della cupola di Cosa nostra. La fiction racconta entrambe le storie. Le indagini di Mario: «Non aveva paura di schierarsi dalla parte della legalità e aveva una grande umanità» dice Gioè. E la tenace ricerca della verità di Giuseppe: «Un ragazzo ottimista e sorridente» spiega Bocci. Destinato però a soccombere alla sua stessa fragilità.

Domenica 21: Claudio Gioè è Mario Francese. Con lui, Claudia Gusmano nei panni di Ninetta Bagarella, moglie di Riina. A destra, il vero Francese.

L**a scelta - Emanuela Loi**

La poliziotta che proteggeva Paolo Borsellino - A Emanuela Loi, interpretata da Greta Scarano, spetta un tristissimo primato: è stata la prima donna poliziotto caduta in servizio. Agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992 morì nella strage di via D’Amelio, a Palermo. Attentato che costò la vita al giudice antimafia e ad altri quattro poliziotti della scorta. «È stata una grande responsabilità interpretare questo ruolo che ho tanto voluto» spiega Greta. «Per prepararmi al meglio ho parlato con la sorella, ho letto dei libri sulla Loi e ho preso lezioni per l’accento sardo». La Loi veniva infatti dalla Sardegna e sognava di fare l’insegnante, ma una volta preso il diploma magistrale si arruolò in Polizia. Nella fiction si racconta del suo primo incarico, proprio a Palermo, e della sua amicizia con il capo della scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro (Riccardo Scamarcio). Montinaro morì nell’attentato di Capaci, il 23 maggio 1992, in cui persero la vita Falcone, la moglie e la scorta.

Domenica 28: Greta Scarano interpreta Emanuela Loi. La poliziotta sarda morì in servizio il 19 luglio del 1992 a soli 24 anni.

U**na donna contro tutti - RENATA FONTE**

La donna assessore che si batteva per salvare il territorio - La fiction dedicata a Renata Fonte, che ha il volto di Cristiana Capotondi, è stata girata tra Roma e Lecce, in particolare a Nardò, il paesino dove il coraggioso assessore comunale venne ucciso il 31 marzo 1984. La Fonte aveva solo 33 anni e stava rientrando a casa quando fu sorpresa da due sicari. «Durante le riprese, i suoi concittadini erano molto contenti che si parlasse di lei» ci spiega Peppino Mazzotta, che nel film è il commissario Gerardi, incaricato di indagare sul delitto. «Interpreto un personaggio molto chiuso e solitario, che capisce subito che dietro la morte della donna c’è la criminalità e non un omicidio passionale, come si mormorava». Renata Fonte era infatti bella, giovane, aveva due bambine che adorava e un marito, Attilio (Giorgio Marchesi), che però non approvava la sua scelta di fare politica combattendo contro tutto e tutti. La donna era fortemente impegnata nella salvaguardia del territorio e scelse in totale solitudine di non chiudere gli occhi di fronte alla speculazione edilizia che minacciava l’area del parco di Porto Selvaggio, nel Salento (oggi Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano). «Per creare il personaggio di Renata sono partita dal forte attaccamento alla sua terra, dal suo coraggio, dal suo cuore e anche dalla sua modernità» aggiunge la Capotondi.

Domenica 4 febbraio: Cristiana Capotondi con Giorgio Marchesi, che interpreta suo marito.

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