Sapevate che negli Anni 60 un ingegnere bolognese costruì una piattaforma al largo di Rimini e si dichiarò indipendente dalla repubblica italiana? Sembra una storia assurda, e invece è successo davvero. La ripercorre Sydney Sibilia nel suo nuovo film, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, disponibile in streaming su Netflix dal 9 dicembre.
Nei panni di Giorgio Rosa, inventore nonché presidente dell’isola, c’è Elio Germano, che quest’anno ha vinto l’Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino per la sua interpretazione in “Volevo nascondermi”, nei panni del pittore Antonio Ligabue.
Nel cast anche Matilda De Angelis (è Gabriella, l’ex fidanzata di Giorgio), Luca Zingaretti (è il presidente della Repubblica Giovanni Leone), Fabrizio Bentivoglio (interpreta il ministro Franco Restivo), Leonardo Lidi, Violetta Zironi e Tom Wlaschiha.
Matilda De Angelis ed Elio Germano ne "L'incredibile storia dell'Isola delle Rose"
Di cosa parla
Giorgio Rosa (Elio Germano) è un ingegnere bolognese dalle idee visionarie ma strampalate che si sente ingabbiato dalle rigide regole della società italiana degli Anni 60. Dopo una discussione con la sua ex Gabriella (Matilda De Angelis), decide di realizzare un’impresa senza precedenti: costruire un’isola nelle acque internazionali al largo di Rimini e dichiararsi una Repubblica indipendente. Con l’aiuto del suo migliore amico e di altri aiutanti, tra cui un esule tedesco e una ventenne incinta, nasce così il sogno dell’Isola delle Rose, che attira turisti e richieste di cittadinanza da tutto il mondo ma indispettisce il governo italiano, che non può tollerare la fondazione di un nuovo stato così vicino all’Italia. Il ministro Franco Restivo (Fabrizio Bentivoglio) farà di tutto per annientare il nuovo nemico.
Il regista Sydney Sibilia ha scoperto la storia di Giorgio Rosa e della sua micronazione per puro caso, mentre stava facendo delle ricerche su Wikipedia per l’ultimo capitolo della trilogia di “Smetto quando voglio”. «Quando l’ho vista mi sono chiesto perché non ci avessero ancora fatto sopra un film», ha raccontato in conferenza stampa.
La svolta è arrivata con l’incontro con il vero Giorgio Rosa, l’ingegnere che costruì l’isola. «Si è lasciato più volte sfuggire che l’assurdità di quella battaglia stava proprio nel fatto che non c’era alcuna intenzione di andare contro il sistema, che semplicemente quel tratto di mare era libero e che lui voleva utilizzarlo per i suoi studi di Ingegneria applicata all’estrazione di energia».
«Era praticamente un film già fatto», ha detto Sibilia. «E infatti per scriverlo ci abbiamo messo solo un anno e mezzo». Insieme a lui, allo script ha lavorato la sceneggiatrice Francesca Manieri, già co-autrice di “Smetto quando voglio”.
Il film «mi sembrava un’ottima occasione per parlare della forza di un singolo e di quanto una persona in realtà è potentissima e può fare quello che desidera», ha detto Sibilia. «Perché se uno vuole, con un paio di amici e tanta determinazione può addirittura costruire un mondo».
Il film romanza alcuni eventi (nella realtà, Giorgio e Gabriella erano già sposati quando lui costruì l’isola), ma la sostanza è tutta vera: Giorgio Rosa costruì davvero una micronazione al largo di Rimini e la sua distruzione nel 1969 costituisce a oggi la prima e unica guerra di aggressione della Repubblica italiana.
Il progetto dell’isola iniziò già nel 1958, quando l’ingegnere fece i primi sopralluoghi per poi costituire la SPIC, Società Sperimentale per Iniezioni di Cemento, con sua moglie Gabriella Chierici come presidente e direttrice tecnica.
Tra interruzioni e ripartenze, l’isola venne finalmente aperta al pubblico il 20 agosto 1967, diventando presto un’attrazione turistica per i giovani della costa riminese. Il primo maggio dell’anno successivo, Rosa la proclamò uno stato indipendente, la Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj (Repubblica esperantista dell’Isola delle Rose): aveva una sua moneta, il mill, stampava francobolli e aveva persino un inno nazionale (il Chor der Norwegischen Matrosen dalla prima scena del terzo atto de “L’olandese volante” di Wagner). Aveva persino un abitante stabile: Pietro Bernardini, approdato sull’Isola dopo un naufragio (nel film è interpretato da Alberto Astorri).
Durò poco. Cinquantacinque giorni dopo la dichiarazione di indipendenza, il 25 giugno 1968 la Marina militare italiana circondò l’isola in un blocco navale. A nulla servirono i tentativi di Rosa di trattare con il governo italiano: dopo una serie di esplosioni, a dare il colpo di grazia all’isola fu una burrasca, il 26 febbraio.
Giorgio Rosa è morto a Bologna il 2 marzo 2017, all’età di 92 anni.
Ricreare l'isola
Non in mare aperto, ma quasi. L’isola che vediamo nel film è stata costruita nell’infinity pool degli studi acquatici di Malta, una gigantesca piscina che misura 100x100 metri quadri e si affaccia sul mare, dando parzialmente l’impressione di trovarsi in mare aperto.
Sibilia però voleva che l’impressione fosse totale: è stato quindi realizzato un blue screen di 360 gradi, cioè di circa un chilometro, per circondare l’intera struttura. Negli studios di Malta non era mai stato realizzato un blue screen così esteso, e la progettazione ha subito diverse variazioni.
«La grande sfida è stata la realizzazione di una piattaforma che avrebbe dovuto sostenere il peso di macchinari, persone, troupe, comparse, in alcuni casi anche duecento persone contemporaneamente», ha detto lo scenografo Tonino Zera.
Racconta la storia vera dell’ingegnere Giorgio Rosa (Elio Germano) e della sua Repubblica Esperantista al largo di Rimini, per la regia di Sydney Sibilia e con un cast internazionale
Film del 2001 diretto da Joe Johnston, è il terzo capitolo della più celebre serie sui dinosauri iniziata con «Jurassic Park» e proseguita con «Jurassic Park - Il mondo perduto», entrambi tratti dai romanzi di Michael Crichton.