Luc Besson dirige Scarlett Johansson in «Lucy». Il film racconta di una giovane donna, la Lucy del titolo, ingaggiata da una banda di criminali di Tapei per trasportare un pacchetto di droga nascosto nell’addome. Ma quando la borsa scoppia e le droghe entrano in contatto con il sangue, le potenzialità della ragazza si incrementano, permettendole di utilizzare il 90% del suo cervello. Storia di fantascienza che si regge sulla finzione, il film è un perfetto mix di azione e tensione e tiene lo spettatore incollato allo schermo senza difficoltà.
Un thriller d'azione che racconta la storia di una donna casualmente coinvolta in loschi affari ma comunque in grado di prendersi la rivincita sui propri ricattatori, trasformandosi in una spietata guerriera capace di superare ogni logica umana.
In realtà l’idea di fondo del film in cui si sostiene che utilizziamo solo il 10% del nostro cervello è un mito. Nonostante questo, però, Besson ha deciso di utilizzare questo spunto per dar vita a un film in cui il personaggio principale ha accesso a una quantità incredibile di informazioni.
Besson ama i personaggi femminili e li pone spesso al centro delle sue storie. È una scelta già fatta in precedenti film come «Nikita» o «Léon». Secondo il regista un personaggio femminile è più interessante da sviluppare. Deve usare la scaltrezza e l’intelligenza per sopravvivere là dove a un uomo basterebbe solo la forza. In questo senso, il personaggio di Lucy, non fa eccezione. All’inizio del film non è particolarmente scaltra, ma pian piano, soprattutto grazie all’uso di queste sostanze entrate in circolazione, diviene più forte e sicura di sé.
Nel momento in cui Lucy raggiunge un certo livello di funzionalità cerebrale perde totalmente la sua personalità e la sua empatia. Questo ha fatto sì che si lavorasse in modo del tutto nuovo su un personaggio che andava totalmente costruito. I cambiamenti tra la prima e la seconda Lucy si fanno evidenti nel modo di camminare, parlare ed esprimersi. E Scarlett Johansson è riuscita a entrare perfettamente nella parte.
Prima di vedere la luce, «Lucy» ha subito un processo di lavorazione di quasi 9 anni. Besson era intenzionato a fare un thriller, un film avvincente e di grande intrattenimento che coinvolgesse lo spettatore. Per scrivere la sceneggiatura del film, l’autore si è avvalso della professionalità di numerosi neuroscienziati.
Per girare l’epica scena di corsa in auto in cui Lucy si dirige dall’Arc De Triomphe a Place de la Concorde, Besson ha aspettato la Festa dell’Assunzione di Maria, giorno di celebrazione in cui i francesi lasciano la città. La scena è stata così girata in uno dei luoghi più affollati di Parigi a mezzogiorno.
Il film di Besson non ha né eroine né villain. Per Lucy la scoperta di possedere delle qualità fuori dal comune non rappresenta in alcun modo un pretesto per conquistare il mondo o il potere. A specificarlo è proprio la protagonista che, subito dopo aver preso coscienza di questo suo potere, si interroga sul da farsi.
Prima di Scarlett Johansson, ci sono state altre attrici provinate per il ruolo. Sebbene Besson abbia smentito, sembra che tra le varie ipotesi ci fossero Angelina Jolie e Milla Jovovich. La prima ha rinunciato al progetto, la seconda ha lasciato per via della gravidanza. A vincere la parte è stata poi la Johansson che si è dimostrata letteralmente rapita dalla storia.