Nel 2001, i registi Pete Docter, Lee Unkrich e David Silverman portano sul grande schermo «Monster & Co.», la storia dell’amicizia tra Mike e Sulley, due creature mostruose che vivono nella grottesca città di Mostropoli dove lavorano come spaventatori.
Il loro compito, insieme a quello di molti altri mostri, è proprio quello di entrare nelle stanze dei bambini di notte, mentre dormono, per spaventarli e catturare così le loro urla, preziosa fonte di energia utile ad alimentare la cittadina dei mostri.
Un giorno, però, a causa di un banale errore, la piccola Boo entra nel mondo dei mostri, seminando il panico e portando scompiglio. Toccherà così a Mike e Sulley proteggere la bambina e cercare il modo di riportarla a casa sana e salva.
I film della Pixar sono celebri perché nascondono sempre delle citazioni o dei riferimenti nascosti tutti da scoprire. Tra i tanti giochi di «Monster & Co.» c’è anche il curioso nome del ristorante in cui Mike porta a cena la sua ragazza. Il ristorante si chiama Harryhausen ed è un preciso omaggio a Ray Harryhausen, leggendario artista degli effetti speciali scomparso nel 2013 all’età di 92 anni.
La piccola protagonista del film viene chiamata Boo e poco o nulla sappiamo su di lei dato che non pronuncia molte parole. C’è però una scena del film in cui si suggerisce allo spettatore che il vero nome di Boo potrebbe essere Mary. Provate a scoprire quale!
Tra le altre citazioni sempre presenti nei film della Pixar ci sono anche gli immancabili riferimenti ai precedenti film già prodotti o persino ai film che devono ancora arrivare in sala. Nel caso di «Monster & Co.», le easter egg sono nascoste tra i giochi di Boo, dove, uno sguardo attento e preparato avrà notato la celebre palla, Jessie di «Toy Story 2» e persino un peluche di Nemo di «Alla ricerca di Nemo», film che però arriva in sala solo dopo «Monster & Co».
La prima idea originale di Pete Docter era in realtà molto diversa. Inizialmente, il regista, aveva pensato di raccontare la storia di un trentenne che lavora come contabile, odia la sua professione e un giorno si imbatte per caso in un vecchio quaderno con alcuni disegni che faceva da bambino. L'uomo lo ripone sulla mensola, ma la notte stessa il mostro del disegno si materializza nella sua stanza, non lo abbandona più, lo segue al lavoro e persino durante gli appuntamenti. L'intento del film era quello di voler raccontare la storia di un uomo come tanti che deve affrontare e superare quelle paure che lo tormentano fin da bambino.
Il personaggio di Sulley ha circa 2,320,413 peli unici sul suo corpo. Per animare ogni singola ciocca di peli, gli animatori hanno lavorato anche 12 ore per ogni inquadratura.
Secondo quanto raccontato dagli animatori della Disney, il 90% dei mostri ha la stessa lingua. Invece di spendere tempo, soldi ed energie a disegnare diverse lingue, gli animatori hanno deciso di applicare a tutti i mostri la lingua verde e giallina che ha anche Mike Wazowski. Ci avevate mai fatto caso?