Seconda Guerra Mondiale: sul finire del conflitto gli ufficiali tedeschi e i soldati delle SS saccheggiano, trafugano, rubano numerose opere d’arte che nascondono in musei o espongono in bella vista sopra i caminetti dei propri appartamenti.
Per impedire la perdita di molti quadri d’autore e di opere dal valore inestimabile, negli anni del conflitto fu messa in piedi una squadra militare formata da studiosi e appassionati d’arte con l’intento di recuperare o proteggere queste opere dai nazisti.
Ispirandosi alle memorie scritte dai veri Monuments Men, George Clooney torna per la quinta volta dietro la macchina da presa per raccontare l’affascinante storia di questi uomini talmente appassionati da rischiarare la propria vita pur di salvare l’arte. A seguirlo in questo progetto, testimonianza di un pezzo di storia di cui forse si sa poco o nulla, un cast di grandi attori formato da Bill Murray, Bob Balaban, Cate Blanchett, Hugh Bonneville, Jean Dujardin, John Goodman e Matt Damon.
Il film, sospeso tra finzione e realtà, racconta quindi una storia vera, concedendosi qualche licenza poetica. Se non lo avete ancora visto, non possiamo che consigliarvi di recuperarlo e scoprire, con noi, cosa c’è di vero nel film.
I veri Monuments Men
Al contrario di quanto mostrato nel film, in cui si narra di un gruppo di sette persone, la vera storia dei Monuments Men parla di un gruppo di persone impegnate molto più numeroso. Si contano oltre 350 persone, uomini e donne provenienti da 13 diverse nazioni che facevano parte di un’unità nota come MFAA (Monuments, Fine Arts, and Archives), un programma voluto dal Presidente Franklin D. Roosevelt e fortemente appoggiato anche dal Generale Dwight D. Eisenhower. Proprio come raccontato nel film, queste persone avevano competenze molto diverse tra loro: c’erano esperti d’arte, curatori, direttori di musei, artisti, architetti ed educatori.
Il compito dei Monuments Men
Oltre a recuperare le opere d’arte trafugate per restituirle, quando possibile, ai diretti interessati o proprietari, i membri del programma MFAA (Monuments, Fine Arts, and Archives) avevano anche il compito di proteggere musei e chiese vulnerabili e lavoravano a stretto contatto con le unità militari per evitare che importanti luoghi culturali fossero bombardati.
Come tutto ebbe inizio
Ad essere davvero precisi, l’idea di creare un programma per la protezione delle opere d’arte saccheggiate nei periodi di guerra non è stata solo un’idea di Frank Stokes (George Clooney nel film). In realtà, l’idea ha preso vita da un confronto con altri colleghi di Harvard che hanno creato la Roberts Commission. È stata quest’ultima a creare poi il programma MFAA. George Stout, vero nome di Frank Stokes, è stato uno dei primi membri dell’unità e, nel 1945, è diventato un Monuments Man.
Formazione militare
Proprio come mostrato nel film, numerosi Monuments Men si sono dedicati a un duro allenamento militare prima di entrare a far parte dell’unità. In genere la formazione aveva luogo in Inghilterra.
La distruzione
Come raccontato nel film, Hitler aveva realizzato un documento noto come "Decreto Nerone" in cui chiedeva che tutte le opere d'arte fossero distrutte nel caso in cui lui fosse stato ucciso.
Il dentista
Come ben raccontato nel film, nel 1949 Robert Posey (Bill Murray nel film) fu colpito da un bruttissimo mal di denti e, data l’impossibilità di trovare un dentista nei paraggi, si recò insieme a Lincoln Kirstein (interpretato da Bob Balaban) da un dentista tedesco piuttosto chiacchierone. Fu quest’ultimo a raccontare e poi a presentare ai due uomini suo genero, ufficiale delle SS che conosceva Hermann Göring ed era anche a conoscenza di una serie di location dove erano nascoste una gran quantità di opere. L’ufficiale sapeva inoltre quali tesori erano stati distribuiti presso i musei tedeschi e quali trafficanti d’arte stavano cercando di piazzare le opere d’arte rubate.
Spirito di sacrificio
Sono stati numerosi i Monuments Men a perdere la vita durante la loro missione, manon in modo così commovente come mostrato nel film. La scena di Donald Jeffries (Hugh Bonneville) che nella pellicola si sacrifica per salvare la Madonna di Bruges di Michelangelo non corrisponde a realtà. Donald Jeffries, che nella realtà si chiamava Ronald Balfour, è morto in realtà durante un incendio, mentre cercava di portare in salvo la pala d’altare di Gand.
La Monna Lisa
Durante il periodo della guerra, la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci fu spostata ben sei volte prima di fare ritorno al Museo del Louvre. Il dipinto era sicuramente uno tra i più ricercati dai tedeschi e, per proteggere opere di questo genere, molto spesso i responsabili dei musei e i Monuments Men percorrevano lunghe distanze pur di tenere ben nascoste opere di questo valore.
Le opere ancora disperse
Purtroppo, ancora oggi molte delle opere d’arte trafugate non sono ancora state ritrovate. Nonostante siano state recuperare migliaia di opere d’arte, capolavori dal valore inestimabile risultano ancora dispersi. Tra i lavori mai ritrovati ci sono per esempio "La vista sul Canal Grande di Venezia" di Bernardo Bellotto, trafugato dalla Villa delle Pianore di Lucca nella primavera del 1944. Il "Ritratto di un giovane uomo" di Raffello, confiscato dai nazisti nel 1939 e dato per scomparso, è stato ritrovato nel 2012 in Polonia. Tra le altre opere ci sono quadri di Van Gogh e anche di Claude Monet.
Il padre di George
Nick Clooney, padre di George, compare nel film nella scena dell’epilogo del 1970 dove interpreta un ormai attempato Frank Stokes.
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