«Mowgli – Il figlio della giungla»: il nuovo film Netflix tratto da «Il libro della giungla»

La versione Netflix della storia di Kipling è un racconto duro che parla di diversità e di quanto sia difficile trovare un proprio posto nel mondo, in streaming dal 7 dicembre

6 Dicembre 2018 alle 11:20

«Mowgli - Il figlio della giungla» è disponibile dal 7 dicembre in streaming su Netflix, ma sbagliereste a immaginarlo come "il film delle feste". Il nuovo adattamento live-action del classico della letteratura «Il libro della giungla» di Rudyard Kipling è lontano anni luce dal buonismo canterino con cui la sua versione disneyana ci ha cresciuti dal 1967 a oggi.

La favola cupa di Andy Serkis

Questa nuova trasposizione diretta dal regista e attore britannico Andy Serkis, che nel film dà anche la voce al personaggio dell’orso Baloo, restituisce alla favola la sua componente più cupa e spietata. Lo splendido paesaggio naturale si fa infatti teatro di un racconto di formazione che parla di differenza e di accettazione senza buonismi, in cui ogni personaggio ha due anime agli antipodi in perenne lotta tra loro.

Nel film di Serkis, infatti, gli animali mantengono il loro lato più selvaggio e violento, tralasciando del tutto quello giocherellone e favolistico. Se da una parte sono felici di allevare Mowgli, rimasto orfano dopo che la feroce tigre Shere Khan ha ucciso i suoi genitori, dall’altro non gli risparmiano prove d’abilità pressoché insostenibili per un essere umano, con l’obiettivo di testare la sua appartenenza al branco. Quando Mowgli è al loro fianco, lo spettatore non riesce mai a dire con certezza cosa potrebbe accadergli.

L'accettazione del diverso

«Bagheera perché sono diverso?» chiede Mowgli all’amica pantera. «Mowgli - Il figlio della giungla» mette in scena il cammino verso la consapevolezza di un ragazzo che fa di tutto per essere come chi l’ha cresciuto, ma che deve rassegnarsi all’idea che così non è. Il concetto d’accettazione nel film viene esplorato su due fronti: da una parte c’è quello a volte crudele a volte lodevole del gruppo, dall’altro quello del singolo verso la propria condizione. Un film che insegna ad affrontare la realtà in modo schietto e onesto. Solo accettandoci come individui, sembra suggerire la morale, potremo imparare a contribuire al benessere del gruppo.

L'uomo e la natura

Un altro tema importante su cui il film mette l’accento è ovviamente il rapporto uomo-natura. «La giungla sta cambiando, l’uomo se ne prende sempre di più» dice Bagheera a Mowgli. Se le leggi che regolano il mondo animale sono spietate, quelle degli uomini "invasori" non sono da meno. Gli esseri umani a cui Mowgli appartiene occupano e cacciano, mostrando una cattiveria senza pari verso chi quel territorio lo abita da sempre. In tal senso, l’incompletezza e la diversità di Mowgli, che non è “né lupo né uomo”, rappresenta un ottimo anello di congiunzione e un simbolo di speranza per il futuro.

Il cast

Il film è interpretato da un cast di attori d’eccezione che hanno prestato sia la loro fisicità per la motion-capture sia la loro voce per il doppiaggio: Christian Bale è la pantera Bagheera, Benedict Cumberbatch è la temuta tigre Shere Khan, Cate Blanchett è il gigantesco pitone Kaa, Peter Mullan è il capobranco dei lupi Akela, Naomie Harris è Nisha, mamma-lupa. Infine Mowgli, protagonista assoluto del film, è stato interpretato dal giovane e bravissimo Rohan Chand.

«Mowgli - Il figlio della giungla» è un film istruttivo e d’intrattenimento. Guardatelo con i vostri figli più cresciuti  - i bambini rischiano di spaventarsi - perché è intriso di simboli e d’insegnamenti molto importanti per il nostro contemporaneo.

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