Pubblicato nel 2010 (2011 in Italia), «Ready Player One» è un romanzo di fantascienza che racconta il mondo della generazione nerd degli anni '80 e '90: quei ragazzi e ragazze che vivevano a pane e videogiochi, graphic novel, film sci-fi, romanzi fantasy, ascoltando gli A-Ha o i Depeche Mode.
Quelli che conoscevano meglio la mappa di Gran Burrone che il loro quartiere, che passavano i pomeriggi sulla loro console Atari 2600 o sul Commodore 64, che leggevano i manga da destra verso sinistra.
Il romanzo, che vi consigliamo di leggere indifferentemente prima o dopo aver visto il film, è veloce e lineare, ma soprattutto rappresenta un viaggio nostalgico e emozionante nella cultura geek di quegli irripetibili decenni. Steven Spielberg deve aver apprezzato il romanzo, perché ha deciso di trasformarlo in un film, bello, che ricorderemo con un sorriso gigante, a fianco di Indiana Jones e Jurassic Park.
Trailer
La trama
Siamo nel futuro, intorno al 2045, e la vita sulla Terra non è certo uno spasso. Anzi, è abbastanza deprimente: carestie, povertà e sovrappopolazione rendono la realtà quotidiana molto poco attraente. Ecco quindi che tutti si rifugiano in Oasis, un mondo virtuale a cui si accede con un equipaggiamento speciale – visore, guanti e tuta – che permette ai giocatori di immergersi totalmente. E qui c’è tutto: avventure fantastiche, videogiochi, duelli con la spada o con la rail gun, pianeti su cui fare vacanze da sogno, scalate sull’Everest insieme a Batman, corse pazze in cui la gravità è un optional. L’unico limite è la fantasia dei programmatori.
Una delle avventure più appassionati su Oasis è la sfida di Halliday, il geniale ideatore di questi mondi virtuali che, prima di morire, ha seminato una serie di enigmi nella sua creatura: chi saprà svelare le sue “easter egg”, gli indizi nascosti da Halliday, potrà raccogliere le tre chiavi di Oasis e diventarne il padrone assoluto. Negli ultimi cinque anni, praticamente ogni essere umano ha provato a svelare questo arcano: chi si dedica a tempo pieno alla sfida di Halliday è un Gunter (dalla contrazione di “egg hunter”) e uno dei migliori è Wade Watts, nerd del 2045 con il pallino degli anni ’80 e della cultura pop di quel decennio.
Wade si metterà a caccia di questi indizi, nascosti in una serie di prove apparentemente impossibili: la sua profondissima conoscenza di tutte le passioni di Halliday sarà fondamentale, ma solo grazie agli amici del suo “clan” di videogiocatori riuscirà a battere la malvagia corporazione IOI, che sta investendo tutte le sue risorse per mettere le mani sulle tre chiavi di Oasis.
Il film è uguale al libro?
Chi ha letto Ready Player One, vi avvisiamo, si sentirà un po’ spiazzato: Spielberg ha dovuto comprimere in due ore e mezza di film tutte le pagine del romanzo originale, ma soprattutto ha cercato di trasformare le sfide nerd che Wade e i suoi amici devono affrontare per trovare le chiavi di Halliday in gare e enigmi comprensibili e godibili anche per chi non ha giocato ai videogame dell’Atari 2600 o non ha visto quattordici volte la trilogia di Ritorno al Futuro o Wargames. Non vogliamo soffermarci su “come” il regista di «E.T.» e «Salvate il soldato Ryan» abbia scelto di modificare “operativamente” il romanzo originale, ma possiamo dirvi senza grossi dubbi che c’è riuscito alla grande. «Ready Player One» è uno dei migliori film d’azione e d’avventura di Spielberg, spettacolare e grandioso, che conserva intatta fino alla fine la filosofia e la “logica” del romanzo di Cline.
Il Cast
Il ragazzo nerd che tenta di risolvere gli enigmi di Oasis e sfida la corporazione più cattiva del 2045 è il giovanissimo Tye Sheridan (X-Men, The Tree of Life). Lo aiuta Olivia Cooke (Oujia, Bates Motel), mentre a mettergli i bastoni tra le ruote ci pensano Ben Mendelsohn (già cattivo in Rogue One e lo spettacolare Re Giorgio in L’ora più buia), T.J. Miller (Rock of Ages, Deadpool) e Hannah John Kamen (Star Wars – Il Risveglio della Forza, Tomb Raider). Il guru tecnologico che ha creato Oasis, Halliday, è Mark Rylance (Il ponte delle spie, Il Grande Gigante Gentile, Dunkirk).
Perché andare a vederlo
A differenza del libro, che può essere compreso e apprezzato fino in fondo solo da chi ha giocato ai videogame degli anni '80 e '90, potrete godervi il film di Spielberg anche se non avete mai acceso una PlayStation in vita vostra. Anzi, sostituendo le “prove” del libro con situazioni molto scenografiche e spettacolari, diverse dall’originale, ma che conservano la filosofia del romanzo (il regista ha lavorato a stretto contatto con l’autore di Ready Player One), Spielberg riesce a “spiegare” come funzionano i videogame in modo diretto e semplice.
Se invece siete appassionati di Super Mario, Need for Speed e World of Warcraft, riconoscerete i vostri giochi e coglierete le mille citazioni, da Halo a Overwatch, e non avrete mai la sensazione che chi ha prodotto il film non capisca il vostro hobby. Per gli appassionati, è un film da vedere al cinema godendosi ogni momento dell’ottovolante da due ore e mezzo e poi passarsi al rallentatore ogni scena del film non appena esce in home video per cogliere ogni citazione, omaggio o easter egg disseminati un po’ ovunque. Grandi assenti, probabilmente per una questione di diritti, gli eroi Disney, da Star Wars a Marvel, ma la quantità di icone pop è talmente poderosa da non far sentire quasi la loro mancanza.
Un mondo virtuale pieno di meraviglie, questa è la condizione in cui vivrà presto gran parte dell’umanità, secondo l’inquietante scenario tratteggiato nel nuovo film di Steven Spielberg
Il nuovo sci-fi del regista arriva nelle sale nel 2018, dal Comic-Con di San Diego arriva un primo assaggio. Nel cast, tra gli altri, il premio SOcar Mark Rylance e Tye Sheridan