«Ritorno alla vita»: trama, cast, trailer, perché vederlo

Wim Wenders nel 2015, dopo sette anni, ritorna alla regia di un film: il percorso di un uomo alla ricerca di una nuova dimensione di vita dopo un evento tragico di cui è involontariamente responsabile

Una scena del film "Ritorno alla vita" interpretato da James Franco
3 Dicembre 2017 alle 18:10

Si può vivere con un senso di colpa lacerante? C'è un modo per riconciliarsi con un passato doloroso? Si può superare un trauma facendolo diventare addirittura uno strumento di creatività? Queste domande attraversano il film girato in 3D da Wim Wenders nel 2015, a sette anni di distanza da Palermo Shooting. 

La trama si esaurisce nel drammatico incidente che il giovane scrittore Tomas causa involontariamente mentre è alla guida della sua auto su una strada di campagna innevata del Quebec. Sta ritornando a casa per cena, improvvisamente da un pendio sbuca uno slittino. Impossibile evitarlo, Tomas investe, uccidendolo, un bambino sotto gli occhi di Christopher, il fratello più grande.

Il regista si focalizza sugli anni successivi della vita dell'uomo e della famiglia del piccolo: l'incidente mette in discussione tutte le certezze di Tomas, il mondo affettivo, il lavoro. All'inizio è la disperazione, la perdita totale di senso. Poi lentamente Tomas si riprende, inizia una nuova relazione sentimentale ma soprattutto ricomincia a lavorare e paradossalmente la sua scrittura migliora. Quell'esperienza sofferenza diventa fonte di ispirazione. Diventa uno scrittore di successo. 

In parallelo il regista inquadra anche le altre esistenze coinvolte dalla morte del bambino con le quali Tomas inevitabilmente dovrà confrontarsi: la madre del piccolo, Kate, un'illustratrice che pure riesce a trovare la forza per continuare a crescere l'altro figlio e poi per lasciare la casa alla quale è legata da tanti ricordi e Christopher, segnato dalla scomparsa del fratello.



Cast

James Franco interpreta il protagonista di Ritorno alla vita, Tomas. L'attore, candidato all'Oscar per il film 127 ore di Danny Boyle del 2010, esprime in modo molto credibile la gamma di stati di animo di un uomo investito da una morte di cui è responsabile senza colpa, il suo problematico rapporto con la scrittura, le sue difficili relazioni affettive. Altrettanto brava Charlotte Gainsbourg che disegna una figura di donna tormentata dal dolore della perdita, ma anche delicata e a tratti inquietante. Nel cast anche Marie-Josée Croze, Rachel McAdams. 

Le musiche del film sono state composte da Alexandre Desplat.

Trailer


Perché vederlo

La regia di Wenders è valorizzata dalla tecnica 3D che gli permette di mettere in risalto lo spessore interiore dei personaggi. Tanti i temi di interesse del film. La responsabilità di un evento tragico talvolta non può essere giuridicamente imputata a nessuno ma lega più persone con un senso di colpa ingombrante anche se ciascuno lo elabora e lo supera in modo diverso. La sofferenza, il dolore, è può anche diventare, come succede a Tomas, una fondamentale risorsa creativa.

Il film pone tante domande alle quali non dà una risposta definitiva ma sono, insieme alla fotografia, tra i principali motivi di interesse che dovrebbero spingere a vederlo. 

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