Difficile descrivere "Revenant - Redivivo" con poche parole. Il regista Alejandro G. Iñárritu dirige il suo film più lungo (2 ore e 36 minuti) mixando a un regia potente ed evidente a un incredibile uso della fotografia, un montaggio spettacolare e una narrazione che crea tensione dall'inizio alla fine.
A fare da sfondo alla tremenda storia di vendetta di Hugh Glass è il nordamerica, con le sue terre maestose, immense e insidiose, mentre ad affiancare Leonardo DiCaprio, in un'altra delle sue incredibili interpretazioni, c'è Tom Hardy nel ruolo di un personaggio duro, cinico e privo di scrupoli.
Tante le sfide e le complicazioni che regista, produttori e attori hanno dovuto superare per dare vita a questo lavoro. A cominciare da quelle patite da Leonardo DiCaprio che si è ritrovato persino a dover andare contro le sue convinzioni, pur di dare credibilità al suo personaggio.
La storia di The Revenant
Non vi aspettate un film leggero. The Revenant non è un film per tutti e racconta una storia seria, sanguinosa e violenta. Il film si apre con un gruppo di cacciatori di pelli guidati in terre nordamericane dall'esperto Hugh Glass. La situazione precipita in seguito all'attacco di un tribù indiana che costringe i cacciatori a fuggire e a trovare riparo in spazi più sicuri. Ma le terre selvagge nascondono insidie di ogni genere e la vicenda assume un contorno più drammatico quando Glass viene attaccato da un grizzly e ferito gravemente. Impossibile per i suoi compagni trasportarlo insieme a loro tra gli insidiosi sentieri della montagna, ma non si può neanche abbandonare un amico da solo. Glass viene lasciato nelle mani di alcuni compagni che tuttavia, ad un certo punto della vicenda e in seguito a un altro drammatico evento, decidono di abbandonarlo al suo destino. Il desiderio di vendetta sarà tale da spingere Hugh Glass a reagire per attraversare i gelidi e tortuosi scenari di queste terre selvagge e placare la sua personale sete di vendetta.
La scena iniziale del film
Nella sequenza iniziale Hugh Glass e i cacciatori di pelle vengono attaccati dalla tribù indiana degli Arikara. La scena è realista e coinvolgente e girata attraverso il punto di vista di diversi personaggi. Per Iñárritu era fondamentale girare gran parte di questo film utilizzando la luce naturale, ma questa richiesta ha creato non poche difficoltà alla troupe. Solo questa scena ha richiesto, proprio per via di questa esigenza, circa un mese di riprese. Il film è stato girato cronologicamente, affidandosi esclusivamente al sole e alla luce del fuoco, evitando la luce artificiale e lavorando esclusivamente con la luce naturale in modo creativo.
Prove di forza per DiCaprio
Se patire il freddo girando un film in condizioni meteorologiche che hanno toccato persino i 27 gradi sotto zero, immergersi in acque gelide, restare sepolto nella neve a meno cinque gradi, usare un moschetto, accendere il fuoco, indossare pesanti costumi di scena, sottoporsi a un make-up estremo, imparare due lingue diverse dei Nativi Americani (Pawnee e Arikara) o studiare le vecchie tecniche di guarigione insieme a un dottore specializzato non vi sembra abbastanza, sappiate che Leonardo DiCaprio è andato anche oltre i suoi personali principi, mangiando vera carne cruda di bisonte. L'attore è vegetariano e di certo questa non è stata una scena semplice da girare. Come già dichiarato, quella di Revenant - Redivivo è stata in assoluto la sua sfida più grande
L’ispirazione
Il film è tratto da un romanzo di Michael Punke che si ispira a una vicenda realmente accaduta. Proprio così, la storia di quest'uomo attaccato da un orso e abbandonato dai suoi compagni che si è risollevato da solo, imbarcandosi in questo lungo viaggio non è farina del sacco né del regista messicano né di uno scrittore con troppa fantasia. Tutto ha origine da una storia vera. Nonostante questo, però, solo Hugh Glass e Jim Bridger, una delle guide più note del West, sono reali figure storiche. Tutti gli altri personaggi e tutti gli altri nomi sono stati cambiati. Il vero Glass, inoltre, non era sposato e non aveva figli.
Tom Hardy
Il principale nemico di Leonardo DiCaprio ha il volto di Tom Hardy, ancora una volta in un ruolo intenso e credibile. L'attore interpreta il comandante John Fitzgerald ed è l'uomo che lo tradisce e lo abbandona in balìa del suo destino. Pare che sia stato proprio Leonardo DiCaprio a convincere l'attore inglese ad accettare la parte in questo film. A fare da controfigura ad Hardy è stato di nuovo Jacob Tomuri, già suo stunt in Mad Max: Fury Road e in Legend.
Le riprese del film
Come già spiegato, girare questo film non è stata una passeggiata. Iñárritu si è avvalso ancora una volta della collaborazione di Emmanuel Lubezki, che aveva già collaborato alla realizzazione di Birdman. Le riprese del film si sono svolte nell'arco di nove mesi in Canada. L'esigenza di girare solo con luci naturali non concedeva molto spazio ai tempi di ripresa e metà della giornata veniva impiegata per spostarsi da una location all'alltra. Sembra che il regista messicano si sia affidato anche all'expertise del meteorologo Jordan Witzel che gli ha aiutati prevedendo per tempo le condizioni meteorologiche e supportandoli nello scegliere le location più in linea con le esigenze di copione. Tre i principali metodi di ripresa utilizzati: con le Gru, per ottenere immagini telescopiche, con la Steadicam e con le cineprese manuali.
Il tempo ci mette del suo
Il film è stato girato in Canada per beneficiare delle migliori condizioni atmosferiche possibili. Peccato, però, che le riprese siano andate un po' oltre quello che era il piano di lavoro e quando la neve ha cominciato a sciogliersi, la troupe è stata costretta a spostarsi per terminare le ultime scene del film in Argentina.
L’attacco dell’orso
Come il regista messicano abbia realmente girato questa scena intensa e coinvolgente resta un mistero. Fin dall'inizio Iñárritu si è detto determinato a rendere assolutamente credibile e naturale la scena di lotta tra DiCaprio e il grizzly. Il regista ha guardato numerosi video di attacchi di orsi, ha consultato esperti e intervistato vittime che hanno sperimentato in prima persona un tale orrore, interrogandosi sui diversi modi possibili a rendere una tale scena coinvolgente per lo spettatore. Sappiamo che è una delle poche scene in cui si è fatto ricorso alla CGI. Ma come Iñárritu sia riuscito ad ottenere una tale effetto realistico resta un vero mistero.
Il titolo
Il titolo ha origine dalla parola francese "revenir" che vuol dire ritornare. Revenant in lingua francese vuol dire anche "spirito" o "fantasma". Redivivo indica quindi quell'uomo tornato dal mondo dei morti.
"Siamo tutti selvaggi"
Il cartello appeso al corpo dell'indiano Pawnee mostra la scritta "On est tous des sauvages" che vuol dire "Siamo tutti dei selvaggi". A quanto pare, secondo quanto testimoniato nel libro di Stephen Brumwell (White Devil: A True Story of War, Savagery And Vengeance in Colonial America) la scritta appartiene a un graffito intagliato su un albero da un cacciatore canadese nelle frontiere dell'Illinois nel 1680.