Dopo il documentario «A Place in Time» e i lungometraggio «Nella terra del sangue e del miele», nel 2014 Angelina Jolie regala al cinema «Unbroken», la grande, avventurosa storia di Louis Zamperini, detto Louie. Giovane turbolento con uno straordinario talento per la corsa, Zamperini ha affrontato alcuni tra i più tragici e drammatici eventi della storia: ha partecipato alle Olimpiadi di Berlino, combattuto la Seconda Guerra Mondiale, è stato coinvolto in un naufragio, prigioniero di guerra dei giapponesi, ha subìto torture inaudite, ma è riuscito a tornare a casa e a rialzarsi in piedi.
Attraverso la vita incredibile di quest’uomo, diventato una vera e propria leggenda, la Jolie parla di coraggio, resistenza, resilienza, fede, perdono e redenzione. Ecco cosa c’è di vero in questa vicenda cinematografica.
Chi è Louie Zamperini?
Figlio più giovane di una coppia di immigrati italiani, Zamperini ha vissuto a Torrance, in California. Giovane dall’animo ribelle, Louie trascorreva le sue giornate tra furti e risse. Adolescente irrequieto, che ha iniziato a fumare a soli 5 anni e a bere a 8, si è calmato soltanto nel momento in cui ha scoperto il suo talento per la corsa.
Il cast
Ispirato al libro «Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio» di Laura Hillenbrand, bestseller del 2010 rimasto per ben 185 settimane nella lista dei libri più venduti del New York Times, il film della Jolie vede Jack O’Connell nei panni del giovane protagonista.
A lui si affiancano Domhnall Gleeson nei panni del Capitano Russell Allen Phillips, Finn Wittrock in quelli del sergente Francis McNamara, mentre i commilitoni sono interpretati da Garrett Hedlund, Jai Courtney, John Magaro, Luke Treadaway e Ross Anderson. L’attore giapponese Miyavi ricopre il ruolo del pericoloso Caporale Mutsuhiro Watanabe, meglio noto come “l’Uccello”.
Quando e come ha iniziato a correre
A porre fine a questa vita di eccessi è Pete, il fratello di Louie. È stato lui a convincere il giovane a incanalare la sua rabbia nella corsa. Zamperini ha così scoperto di essere dotato di un talento straordinario che lo ha portato a battere giovanissimo tutti i record della nazione e a qualificarsi, a soli diciannove anni, alle Olimpiadi di Berlino del 1936, suscitando lo stupore di compagni di squadra come Jesse Owens e dello stesso Hitler.
L’incontro con Hitler
Sebbene non venga mostrato nel film, Louie Zamperini colpì a tal punto il dittatore tedesco che fu Hitler a chiedere di vederlo e, secondo quanto narrato nel libro, a stringergli la mano e a complimentarsi con lui per aver percorso l’ultimo giro di una gara in soli 56 secondi.
L’incidente del B-24
Nel 1924, durante una missione di salvataggio a bordo del B-24, il velivolo su cui viaggiavano Louie e altri dieci uomini subì un guasto al motore e si schiantò in mare, in mezzo al Sud del Pacifico. Otto degli undici membri dell’equipaggio persero la vita. Gli unici sopravvissuti furono Louie Zamperini, il capitano Phillips e il sergente McNamara.
Il naufragio
Dopo lo schianto del «Green Hornet», il nome con cui era noto il B-24, Louie, Phillips e McNamara si sono ritrovati a bordo di due scialuppe di salvataggio lunghe 2 metri e larghe 60 cm. In mezzo all’Oceano, i tre hanno dovuto schivare bombardamenti e arginare la minaccia rappresentata dagli squali che giravano intorno a loro. Come mostrato nel film, McNamara ha resistito per circa 33 giorni, prima di cedere drammaticamente a fame, disidratazione ed esaurimento. Louie e Phillips sono rimasti a bordo per 47 giorni, prima di essere trascinati da un tifone sulle rive delle Isole Marshall.
La prigionia
Una volta conquistata la terraferma, i due vengono catturati dai militari giapponesi e fatti prigionieri. Proprio come si vede nel film della Jolie, Louie e Philips sono stati trasferiti in campi di prigionia, dove hanno sofferto la fame e subìto continue torture fisiche e psicologiche, affrontando prove disumane e patendo privazioni di ogni genere.
L'aguzzino
Ci piacerebbe poter dire che il personaggio noto nel film come “L’uccello” sia frutto della fantasia di qualcuno e serva a introdurre un elemento drammatico nel film. Purtroppo, però, questo militare senza scrupoli è davvero esistito. Mutsuhiro Watanabe è stato un crudele aguzzino conosciuto per la sua brutalità. Come viene raccontato nel libro, i prigionieri avevano l’abitudine di riferirsi al militare giapponese con soprannomi come “animale, grande bandiera, piccolo Napoleone e uccello”. Quest’ultimo era quello usato più spesso, perché non era offensivo e non avrebbe procurato loro crudeli punizioni.
Il DPTS
Dopo essere stato liberato ed essere tornato a casa sano e salvo, Zamperini ha sofferto, come accade spesso a molti militari, di DPTS - Disturbo post traumatico da stress. Si tratta di una patologia che si manifesta dopo aver subìto gravi traumi psicologici e fisici e cha causa incubi ricorrenti e risvegli infernali.
Zamperini in Giappone
Nel 1998, in occasione dei Giochi Invernali, Zamperini si è recato di nuovo in Giappone. Invitato a Nagano per portare la Torcia Olimpionica, Louie Zamperini ha chiesto di poter rivedere il suo aguzzino, ma il caporale Mutsuhiro Watanabe si rifiutò di incontrarlo.