È stata una gran bella scommessa quella di Veloce come il vento di Matteo Rovere con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis.
Ambientato nell'universo delle corse automobilistiche, il film di Rovere sfreccia lungo un percorso insolito per il panorama cinematografico italiano. È un'opera coinvolgente in cui il mondo delle auto, la competizione, la voglia di vincere e il successo si intrecciano con le dinamiche più intime e personali di una famiglia di tre fratelli dove ognuno fa i conti con i sacrifici e le difficoltà della vita, il rispetto e il riscatto umano.
Veloce come il vento è un film dove la velocità, le auto, le sfide, le sconfitte e le vittorie fanno da cornice a una gara molto più importante e personale. Ritmo incalzante, una regia attenta, una fotografia ben curata da Michele D'Attanasio, già direttore della fotografia di Lo chiamavano Jeeg Robot, e una colonna sonora calzante sono solo alcuni dei buoni motivi per rivedere questo film.
Un film che si ispira a una storia vera
Un "film di azione e sentimenti". È così che Matteo Rovere descrive Veloce come il vento, nato da una serie di incontri con chi ha speso la sua vita nel mondo delle corse. Tra questi spicca la presenza di Antonio Dentini, detto Tonino e interpretato da Paolo Graziosi, un meccanico esperto a cui bastava ascoltare il suono di un motore per riconoscere senza troppa fatica lo stato di salute dell'auto. Attraverso i suoi racconti, il regista è entrato in contatto anche con la storia di Carlo Capone, un campione del mondo del rally, dal carattere difficile e dalla vita irregolare. È a lui e alla sua vicenda personale che si ispira in parte la storia di questo film.
La storia
La vicenda di Veloce come il vento è ambientata in Emilia Romagna, un luogo dove si respira fin da subito l'atmosfera delle corse e della velocità. Recitato in dialetto emiliano, il film racconta la storia di una ragazza pilota in difficoltà. Appassionata di motori, la giovanissima Giulia De Martino deve fare di tutto per vincere il campionato GT, perché sa bene che da quella vittoria dipende il futuro della sua famiglia. Ad aiutarla sarà Loris, ex pilota dallo straordinario talento, ma totalmente inaffidabile e in balìa della tossicodipendeza. La dipendenza di Loris dalla droghe, un fratello per tanti anni assente che torna inaspettatamente nella vita di Giulia non facilitano il compito della ragazza che deve occuparsi anche del fratello più piccolo. Tra sfide sempre nuove e ostacoli inaspettati che spingono in avanti la vicenda senza farla risultare mai banale né scontata. Una vicenda in cui le emozioni si incastrano alla perfezione con l'azione e l'adrenalina suscitata dalle gare di corsa del film.
Gli interpreti e le fatiche del mestiere
Si tratta certamente di un film difficile. Se da un lato racconta di una famiglia da ricostruire e il legame tra tre fratelli molto diversi che non si conoscono e devono imparare ad accettarsi e amarsi nonostante le difficoltà e le differenze, fa del mondo delle corse anche una componente fondamentale di tutto il racconto. Per girare le scene più complesse, Matteo Rovere e il cast si sono avvalsi dei preziosi consigli del pilota Paolo Andreucci. Ma le sfide sul set sono state tantissime. Per interpretare al meglio il personaggio del tossicodipendente Loris, Stefano Accorsi ha dovuto perdere in pochissimo tempo 11 chili, si è fatto crescere i capelli e ha incontrato personalmente molti ragazzi tossicodipendenti. Non è stato meno semplice per Matilda de Angelis che da neo patentata ha dovuto capire come affrontare le insidie e le difficoltà della guida delle auto da corsa. Imprese (im)possibili che contribuiscono a sottolineare il valore di un film non semplice, ma ben girato e ben interpretato.
Una colonna sonora perfetta
A firmare la colonna sonora del film è ancora una volta il giovanissiamo Andrea Farri, già collaboratore di Matteo Rovere nei film Un gioco da ragazze e Gli sfiorati. La scelta della canzoni è funzionale alla storia e riesce a coinvolgere lo spettatore, tenendo sempre alto il ritmo e l'attenzione. La canzone che si sente nel trailer del film è Sail di Aaron Bruno mentre quella cantata da Matilda De Angelis si intitola Seventeen ed è stata scritta a quattro mani da Andrea Farri e da Lara Martelli.
Le location
Il film è ambientato a Imola, dove vive la famiglia De Martino, ma molte scene sono state girate nei circuiti di Monza, Imola, Vallelunga, Mugello e alcune anche in Basilicata. Un piacere per gli occhi, soprattutto per chi è appassionato di corse.
La curiosità: Chi è il vero ballerino
Si chiama Carlo Capone il pilota di rally a cui si ispira il personaggio interpretato nel film da Stefano Accorsi. Nato e cresciuto a Gassino Torinese nel 1957, Capone è stato un vero campione, un talento assoluto che nel 1984 ha vinto il Campionato europeo. Il carattere irrequieto, la vita irregolare, le scelte fatte durante la sua carriera ne hanno tuttavia decretato il declino. A questo sono subito seguiti i problemi con la dipendenza da sostanze stupefacenti e quelli personali e familiari. Già dal 1985 il pilota smise di partecipare alle gare ufficiali. Oggi il "ballerino", così soprannominato per l'eleganza e la leggiadria con cui riusciva a danzare tra le curve dei circuiti, vive in Piemonte, in un istituto psiachitrico.
Miglior film "La pazza gioia" di Paolo Virzì che è anche il miglior regista. Stefano Accorsi è il miglior attore e Valeria Bruni Tedeschi la miglior attrice protagonista. Due premi a Enzo Avitabile
A conquistare il maggior numero di candidature sono La pazza gioia di Paolo Virzì e Indivisibili di Edoardo De Angelis con ben 17 nomination. Segue subito dopo Veloce come il vento