Fiorello è il personaggio del decennio: «E nel 2020 ricomincio da Sanremo!»

Gli abbiamo consegnato il Telegatto come Personaggio del decennio, perché negli “Anni Dieci” ha fatto di tutto, dalla tv alla radio, dalla musica ai filmati sui social. E ora questa idea di uno spettacolo solo via Internet...

Fiorello
8 Gennaio 2020 alle 16:05

La sede della Rai in via Asiago a Roma è quasi tutta occupata da Fiorello per Viva RaiPlay!: scale, stanze, corridoi. Ogni angolo può essere ripreso dalle telecamere per questo mirabolante show pieno di sorprese. Sono qui per consegnargli il Telegatto come Personaggio del decennio, perché in questi “Anni Dieci” Fiorello ha fatto di tutto, dalla tv alla radio, dalla musica ai filmati sui social, e ora questa idea di uno spettacolo solo via Internet...

Tanti linguaggi diversi, ma sempre unendo idee nuove e grandi successi: strano, spesso in questo ambiente si tende ad andare sul sicuro e proporre sempre le stesse cose. Finita la puntata Fiorello si cambia, si veste comodo (berretto da rapper e scarpe da ginnastica dai colori diversi) e si siede col Telegatto in mano. Ho preparato un po’ di domande, ma così come scombussola il mondo dello spettacolo, Fiorello scombussola anche me. Quindi il mio esordio è: «Fiore, dove metterai il Telegatto?».
«Con il resto della squadriglia, gli altri nove che ho vinto. Ma lo metto un po’ staccato, perché questo come Personaggio del decennio è il più importante, insieme con il primo che ho ricevuto, nel 1993, per il karaoke».

In questi dieci anni hai fatto tante cose diverse...
«Sì, nel 2010 ero reduce dagli show per Sky, con cui “Viva RaiPlay!” ha alcune cose in comune: era il primo contenuto non sportivo o di film della pay tv (non esisteva ancora “X Factor”). E anche questa è una cosa del tutto nuova: alla fine avrò fatto un totale di 18 puntate di varietà visibili in streaming, più cinque su Raiuno, per un totale di 30 ore di diretta».

Vedremo un’altra serie il prossimo anno?
«Non credo, c’è RaiPlay e chi non li ha visti in diretta può recuperarli quando vuole».

Tu sparisci per lungo tempo e poi quando torni non fai uno show a settimana, ma spari una raffica di puntate tutte di seguito.
«Quando torno in pubblico devo essere sicuro di avere l’idea giusta. E allora mi scateno. Lavoro anche negli anni in cui non mi si vede in tv, sono in giro a fare spettacoli teatrali e convention aziendali».

Convention aziendali?
«Le uso come test, per capire se le battute e le gag funzionano. Certe volte avverto il pubblico: “Se questa cosa vi piace, la metterò nei miei spettacoli”».

Mi sa che il pubblico delle convention non è tanto diverso da quello dei villaggi turistici, dove hai cominciato.
«Infatti: nei villaggi la gente non viene per vedere te, ma per fare una vacanza. E la devi conquistare. Come nelle convention, dove spesso non mi annunciano e i dipendenti dell’azienda trovano me come sorpresa».

Come ti spieghi che a ogni tua apparizione in tv, anche solo come ospite, corrisponde il picco di ascolti di quel programma?
«Forse perché mi si vede poco».

Penso che piaccia molto la tua naturalezza nell’improvvisare.
«Io improvviso, certo, ma in realtà preparo con attenzione quello che voglio fare. Bisogna avere sempre una rete di protezione. Poi se mi scappa di improvvisare, vado! E il monologo che avevo preparato me lo tengo per un’altra volta. Gigi Proietti dice: “Dei monologhi non si butta via niente”».

Oltre a radio e tv, in questi dieci anni ti sei anche dedicato ai social.
«Ma sai perché? Perché dormo poco. Mi sveglio alle 4 e mezzo, massimo alle 5 del mattino. E giro su Internet a cercare idee. Sono iperattivo e curioso».

E nelle notti in bianco hai scoperto anche TikTok, un’applicazione molto amata dai giovanissimi.
«Sì, ma ora ho smesso di usarla. È una cosa da ragazzini. Non voglio fare come i politici che vanno sui social per ingraziarsi i giovani...».

I social sono un’arma a doppio taglio: sono pieni di “haters”, gli odiatori.
«Una volta certi commenti si facevano al bar e finiva lì. Oggi tutti tendono a esprimere l’assoluto, nessuno dice: “Secondo me questa cosa non è bella”, ma “Quel tizio fa schifo...”. Ho imparato che la cosa più sbagliata è rispondere».

Nel 2013 hai anche inciso una canzone con Mina.
«Mi ha chiamato Massimiliano Pani e mi ha detto: “Vuoi fare un duetto con la mamma?”. Non l’ho fatto finire ed ero già a Lugano, da lei. È stata una cosa meravigliosa, quando la incontri capisci perché Mina è Mina. Se c’è lei nella stanza non esiste altro. Mi dirigeva dicendo: “Rosa’, devi farla così” e mi faceva l’esempio con la sua voce. Ma era impossibile, mica ho la voce di Mina!».

E sei stato anche “materia vivente” a “Rischiatutto”.
«Sì, con Fabio Fazio. Era un omaggio al grande Mike. Avevamo un progetto, io e Mike Bongiorno: il “Riskytutto”, su Sky. Purtroppo lui se n’è andato prima, altrimenti io sarei stato il suo assistente, il suo “Sabino Ciuffino”».

Ora ti aspetta Sanremo col tuo grande amico Amadeus.
«Sì, ma ho fatto un patto con Ama: “Fammi finire ‘Viva RaiPlay!’, poi vado sulle Dolomiti in vacanza e quando torno, ai primi di gennaio, decidiamo cosa fare”».

Il Festival inizierà il 4 febbraio. Sarà il primo appuntamento del nuovo decennio per Fiorello. Comincia la sua caccia al Telegatto 2020-2029.

Seguici