In questo periodo fa la spola tra Napoli (in famiglia) e Roma (in Rai). «Sto preparando nuove puntate di Storie maledette» dice a Sorrisi

«Pronto, Franca?». «Eccomi qua, prontissima». Franca Leosini è felice: le hanno appena assegnato il premio della stampa a “Tv Talk” per il programma “Che fine ha fatto Baby Jane?”. A noi, che non la vediamo in onda su Rai3 da novembre (e la guardiamo in streaming su RaiPlay!) manca tantissimo. Perciò abbiamo deciso di telefonarle. «Due chiacchiere tra ragazze? Volentieri» accetta lei di buon grado. «Faccio poche interviste, ma a Sorrisi non so dire di no».
E allora? Cosa ci racconta di bello? Che fa in questi giorni?
«Sto studiando quello che porterò in tv la prossima volta. Leggo gli atti dei processi dalla prima all’ultima riga».
Nuovi casi?
«Sì, non lo nascondo, mi piacerebbe ricominciare “Storie maledette”. Intendiamoci, “Che fine ha fatto Baby Jane?” mi ha dato tante soddisfazioni ed è arrivato al momento giusto, quando con il Covid non si poteva entrare nelle carceri. I due programmi hanno tipi di problemi diversi. Per “Storie maledette” servono i permessi per andare a trovare i condannati. Per “Che fine ha fatto Baby Jane?” l’interlocutore deve decidere se vuol tornare a raccontarsi dopo avere scontato anni di pena».
C’è il diritto all’oblio...
«L’oblio? Buono per le carte dei cioccolatini. Più che un diritto, è un’aspirazione. Per la gente è più facile perdonare che dimenticare un crimine. Ormai l’ho capito, a furia di spulciare tra i faldoni».
Dove consulta i faldoni dei processi?
«Ho una stanza tutta per me, come Virginia Woolf (la scrittrice inglese di “Una stanza tutta per sé”, saggio del 1929, ndr)».
Nella sua dimora di famiglia a Napoli o a Roma?
«In tutte e due le case. Ma a Roma passo più tempo per lavorare».
Quindi va spesso in Rai?
«Sì, in redazione a piazza Adriana. Arrivo presto, verso le 10.30».
Pranza in mensa con i colleghi?
«Se ho poco tempo, mi faccio portare un sandwich. Se non sono immersa nelle carte, vado volentieri in mensa in via Teulada per mangiare con i colleghi che considero una grande famiglia».
Prende solo del riso in bianco?
«Che tristezza, per carità. Va bene non esagerare, ma almeno una fettina di carne e la verdura le prendo».
A casa fa una colazione abbondante?
«Macché! Un bicchiere di latte in piedi e via».
Al supermercato ci va?
«Non spesso. Magari entro per comprare solo il prezzemolo e finisce che sto dentro due ore, perché la gente, affettuosamente, mi ferma. E a me piace stare lì a chiacchierare, non mi nego mai. Come dice Giampiero Mughini, “io aborrrrro” gli snob».
Ogni tanto si concede qualche spesuccia frivola?
«Vestiti. Tutti quelli che indosso in onda sono miei. Prima li metto in tv, quando sono nuovi, poi li uso anche nella vita di tutti i giorni».
Accessori? Borse? Scarpe?
«Fanno parte della femminilità, grazie a Dio. L’immagine è importante, è un istinto, non s’insegna».
Lei non è mai in disordine. Una regola che si impone?
«No, mi viene naturale prendermi cura del mio aspetto. Lo faccio anche per rispetto del pubblico».
I suoi capelli sono sempre perfetti, complimenti al parrucchiere!
«Dal parrucchiere ci vado solo per il taglio, il colore e le mèche. La mia fortuna è che ho imparato a farmi la piega da sola in America, negli Anni 80. All’epoca dirigevo “Cosmopolitan” ed ero andata a vedere com’era il giornale nella casa madre. Lì i parrucchieri erano costosissimi e quindi ho iniziato a cavarmela da me. L’indipendenza di una donna a volte passa anche dal phon».
Cosa c’è di imprescindibile nella sua borsa?
«La matita per le labbra e penna e blocco degli appunti: li porto sempre con me».
Un portafortuna?
«Sono una napoletana non scaramantica. Ma in borsa ho un rosario di Lourdes che mi è molto caro, perché è il dono di una persona importante che non c’è più».
Con Massimo, suo marito, avete già pianificato le vacanze estive?
«Faremo qualche giorno di ferie a Capri, dove abbiamo una casa».
Nel film “Come un gatto in tangenziale” la si vede in una spiaggia chic.
«Capalbio non è come me l’aspettavo, ma è bella. Ho avuto un’accoglienza così calorosa sul set, che ho accettato di tornare nel sequel del film, “Ritorno a Coccia di morto”».
Al mare preferisce nuotare o prendere il sole?
«Mi piace andare in barca con gli amici, nelle calette solitarie. Non amo il sovraffollamento dei lidi».
Un viaggio indimenticabile?
«In Russia. C’era ancora la “cortina di ferro”, le cameriere bussavano alla mia porta in hotel e chiedevano qualsiasi cosa: calze, maglie... Tornai con la valigia vuota».
Franca, dica la verità, per intervistare i protagonisti di “Storie maledette” serve un’indole un po’ criminale?
«No, perché i protagonisti delle mie storie non sono professionisti del crimine. Quante volte tutti noi pensiamo: “Quello lo ammazzo!”. Ecco: in loro, però, a un certo punto scatta qualcosa, l’equilibrio mentale è fragile e si spezza. Quindi scivolano nel male».
La cosa più perfida che ha pensato nella vita?
«C’è un detto napoletano, volgarotto, che tradotto recita: “Non sputare in cielo, perché ti torna in faccia”. Io non auguro il male a nessuno, in nessun caso».
In certe “sere nere”, come canta Tiziano Ferro, cosa si dice per rasserenarsi?
«Mi dico che sono fortunata. Sono una persona positiva, se così non fosse non potrei affrontare tutto il dolore che si sedimenta nelle storie che racconto in tv».
Le capita di annoiarsi?
«Mai, lo posso dire con certezza. Mi diverto anche a preparare una semplice crema al cioccolato».
Si diverte persino a stirare?
«Stiro davanti alla tv, così mi passa prima».
Ordina i pasti a casa?
«A volte la pizza, se sono sommersa dalle carte e non ho tempo di cucinare».
Scalda i piatti pronti al microonde?
«Quello no. Meglio due spaghetti col pomodoro crudo, olio e basilico».
E i surgelati li contempla?
«Certo: i piselli in freezer sono una salvezza!».
Non vediamo l’ora di rivederla “torchiare” qualcuno in tv. Quando torna su Rai3?
«Spero in autunno, entro novembre».
Se intanto i suoi fan volessero spedirle un regalo, cosa le piacerebbe ricevere?
«Bigliettini, con parole che dimostrino quanto mi vogliono bene. Quindi aspetto posta in Piazza Adriana 15, Cap 00193 Roma».