Francesco Gabbani: «Presento uno show dove canterò… con le piante»

Il cantante conduce su Rai1 una serata speciale dedicata ad ambiente e sostenibilità: si intitola "Ci vuole un fiore"

5 Aprile 2022 alle 09:25

Raccontare il tema dell’ambiente non è facile, bisogna trovare l’equilibrio tra serietà e leggerezza per far sì che il messaggio arrivi giusto. A cogliere la sfida è Francesco Gabbani, che per la prima volta sperimenta la conduzione televisiva vera e propria (dopo aver presentato gli Mtv Awards nel 2017), un artista che ha fatto della positività e del sorriso i suoi strumenti. L’8 aprile su Rai1 presenta una serata “verde”: il titolo è “Ci vuole un fiore”.

Come è nato questo progetto?
«Ho accettato un ruolo per me davvero nuovo soprattutto per il tema, perché sento molto la necessità che tutti prendano consapevolezza dei problemi legati all’ambiente, senza aspettare oltre».

Quanto sei sensibile all’argomento?
«Mi hanno scelto non solo per le mie capacità comunicative in chiave pop. Io sono una persona “green” in modo naturale, sono nato e cresciuto vicino a Carrara in un territorio molto verde, che ha mare e montagne, luoghi che ho sempre frequentato. E sono molto attento a ogni cosa, ma purtroppo continuo ad arrabbiarmi quando vedo persone che con noncuranza buttano lattine fuori dal finestrino della macchina. Capita ancora, ahimè».

Qual è il tuo ruolo nello show?
«Mi sono occupato di scrivere i testi, ma sul palco non sono un “indottrinatore”, non è da me. Imparo insieme con il pubblico, traducendo i concetti in modo pratico: avverto l’urgenza di cambiare le abitudini e di farlo con un tono spontaneo. Per la conduzione più “classica” vengo supportato da Francesca Fialdini, che porta la sua esperienza televisiva. E io mi esibisco anche come performer, molti temi passeranno dal racconto musicale».

Spazi tra il noto e l’ignoto, quindi?
«Tra le note e l’ignoto... aspetta che questa me la segno come titolo di un album!».

Ci sono ospiti che mi puoi anticipare?
«Ci sono nomi della scena musicale di ogni età e genere, in modo da raggiungere tutti: saremo trasversali. Qualche esempio: Massimo Ranieri e Ornella Vanoni. Con i cantanti faremo un mix tra i brani di ognuno di noi e tributi ad artisti che sono stati precursori del tema in tempi non sospetti. Nell’ambito scientifico ci sono invece Stefano Mancuso, botanico, e Carlo Cottarelli che parlerà dell’economia green ma... con una sorpresa: farò fare a Cottarelli cose che non gli avete mai visto fare! Cerchiamo sempre di unire spensieratezza e voci scientifiche autorevoli. L’aria sarà leggera, che è quello che sono io».

Come ti senti in questa veste?
«Ho un approccio serio vista la responsabilità, ma trasmetto un’energia positiva. Mi approccio con l’entusiasmo del principiante».

Ansia?
«Tutto mi dà una sana preoccupazione e tanta curiosità. Trovare una chiave giusta che mi faccia passare dal canto alla conduzione, ecco quello è il momento cruciale che devo testare».

Il titolo è “Ci vuole un fiore”: da dove viene?
«Dalla canzone di Sergio Endrigo: nella sua semplicità fiabesca ha un significato enorme che va oltre il tema del green, è un approccio al rispetto degli altri e della vita su questo pianeta. Ha un valore molto importante e riassume tutto il concetto».

Hai scoperto cose nuove costruendo lo show?
«Assolutamente! Ho scoperto che le piante producono dei suoni: ci sono scienziati che li campionano. L’idea è di “cantare” dei brani insieme con le piante. E poi ho imparato che la plastica in bottiglie non va accartocciata ma schiacciata piatta per renderla affine ai macchinari di riciclo».

La tua vita quotidiana è green?
«Ho acquisito piccoli meccanismi come la raccolta differenziata, non facilissima da fare spostandomi molto per lavoro; quando mi lavo i denti non lascio scorrere l’acqua come facevo prima. E infine se posso mi sposto in bicicletta. Casa mia dista sette chilometri dallo studio di registrazione e lo raggiungo per lo più pedalando».

A proposito, ho visto sui tuoi social che hai un album in uscita a fine aprile, giusto?
«Sì, il 22. Sono contento del disco: sarà una tappa nuova del mio percorso. L’ultimo singolo “Volevamo solo essere felici” racconta che la nostra vita ha senso perché proviamo emozioni, nel bene e nel male».

Poi che farai, hai già programmi?
«Vorrei fare dei concerti, tornare alla mia dimensione naturale, la musica».

Francesca Fialdini: «Sarò la sua fata Campanellino»

Francesca Fialdini è la spalla di Gabbani alla conduzione: «Francesco ha le idee chiarissime sulla serata, è davvero determinato» ci racconta. «Sente vicino questo progetto e ci sta lavorando da tempo. Per usare una metafora “naturale”, io sono la luna, lui è il sole, entro in punta di piedi come compagna di viaggio, come le tante voci che verranno coinvolte nello show, durante il quale toccheremo il cielo per piombare sulla Terra e nuotare sott’acqua. Io invece servirò per approfondire i temi, sarò come una fatina Campanellino, quella che aiuta Peter Pan, ma in questo caso in chiave istituzionale».

Conosceva già Francesco?
«Veniamo dalla stessa città: il papà aveva un negozio di musica e sua mamma Riccarda è amica di mia mamma. Molti ragazzi della sua band li frequentavo da adolescente ma noi non ci conoscevamo direttamente. Ci siamo incontrati dopo il suo successo a Sanremo».

E continua raccontando che il 4 aprile inizia la terza stagione di ”Fame d’amore”: «È un programma che ha la mia totale dedizione: racconta i giovani con disturbi alimentari. Siamo un contatto tra chi ha bisogno di terapie, le scuole e i genitori. È un lavoro enorme ma impagabile».

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