Francesco Paolantoni: «Ragazzi, che soddisfazione essere in onda su tre canali!»

Il comico racconta il suo ruolo speciale nello show di Conti. E in quello di De Martino. E in quello di Fazio...

4 Novembre 2022 alle 08:33

Un suo irresistibile personaggio era il concorrente di quiz che si aggirava per gli studi televisivi chiedendo ossessivamente: «Ho vinto qualche cosa? Ho vinto qualche cosa?». Ebbene a “Tale e quale show” Francesco Paolantoni ha già vinto almeno una puntata (quella in cui si è trasformato in Ollio). E chissà che ora non punti alla vittoria finale. E pensare che lui sarebbe “il ripetente” (mentre Gabriele Cirilli, con cui si esibisce in coppia, è il “coach”).

Francesco, ma perché “ripetente”? Non era meglio chiamarsi, chessò, “concorrente esperto”?
«No, quello è Cirilli che ha già fatto una decina di edizioni! La verità è che Carlo Conti voleva inserirci a tutti i costi per portare uno spazio di comicità dichiarata nella gara. E si è inventato questa cosa. Ma di vittoria finale non se ne parla proprio. Noi abbiamo licenza di scherzare, come 007».

Però nei panni di Ollio si è anche commosso.
«L’ho fatto con una discreta emozione. Per me è un santo protettore della comicità».

L’imitazione più difficile?
«Rocco Hunt. Mi è capitato di fare James Brown e “My way” di Frank Sinatra, ma il rap è la cosa più difficile. E il bello è che chi ti guarda pensa: “Vabbè, in fondo deve solo parlare”... Poi c’è il trucco. Cinque ore, tre volte a settimana! Io un po’ chiacchiero, un po’ dormo e un po’ guardo le serie sul tablet. Sono un assatanato, le vedo tutte, da “Tre cuori in affitto” al “Trono di spade”».

Lei è quasi sempre presente anche al “tavolo” di Fabio Fazio. Che atmosfera c’è lì?
«Goliardica. Il mio ruolo è quello della vittima sacrificale. Complottano alle mie spalle e si inventano cose assurde. Per dire, che sono di Rimini, con tanto di falsa “maestra delle elementari di Paolantoni bambino a Rimini”. Non mi danno nessun copione, io vado al buio e poi devo difendermi. Del resto con Fabio ho cominciato a fare la vittima professionista già a “Quelli che il calcio”».

E lì incontra un’altra vecchia conoscenza: Nino Frassica.
«Mi fa sfiancare dalle risate. Lo amo dai tempi di “Indietro tutta!”».

A proposito, ci tornerebbe a fare il Cupido per Renzo Arbore, “nudo” e appeso al soffitto?
«Senz’altro. Sapevo che quella trasmissione sarebbe entrata nella storia della tv. Lo sapevamo tutti, dal primo giorno».

Parliamo di “Stasera tutto è possibile” che si è appena concluso: lì è ospite fisso dal 2016 e di Stefano De Martino dal 2019. La complicità è evidente...
«Ci siamo incontrati lì ed è nata una grande amicizia. Con lui e con Biagio Izzo. Noi ci vediamo “a prescindere” anche fuori dalla trasmissione. Anzi soprattutto fuori. Siamo stati in vacanza insieme a Ischia, a Procida, in Puglia. Ci riuniamo per vedere le partite del Napoli. Facciamo la curva in salotto. Loro sono scatenati, io un po’ più tranquillo».

A “Stasera tutto è possibile” che gioco preferisce?
«Con “Segui il labiale” vengono fuori cose esilaranti. E “La stanza inclinata” è un grande classico. Ma è tutto il programma che amo, perché mi permette di mettere in scena la commedia dell’arte. I giochi sono solo il pretesto per improvvisare trovate comiche. Per un attore cresciuto nella tradizione napoletana è il massimo».

A proposito, lei è di madre napoletana ma di padre marchigiano di Penna San Giovanni, vicino a Fermo. Si sente un napoletano tipico o atipico?
«Tipico, perché sono cresciuto nei Quartieri spagnoli e ne ho assorbito l’umanità. Atipico perché, come il mio grande amico Vincenzo Salemme, non sopporto di essere obbligato ad aderire agli stereotipi su Napoli. Anzi qui lo dico, lo scriva pure: non mi piace la pizza e neppure il caffè!».

Comunque con tre programmi all’attivo nelle stesse settimane, lei per la Rai è un vero jolly.
«Modestamente è una bella soddisfazione: sto su Rai1, Rai2 e Rai3. Se sciopero io, devono sospendere le trasmissioni!».

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