Gaia Girace: «Ho preso il diploma tra un set a Roma e uno a Milano»

È la coraggiosa Denise Cosco in "The good mothers", su Disney+. A 19 anni è tra le giovani attrice italiane più richieste

24 Aprile 2023 alle 08:20

L'abbiamo conosciuta in “L’amica geniale”, dove per tre stagioni è stata Lila, e ora la rivediamo su Disney+ in “The good mothers”, serie premiata al Festival internazionale del cinema di Berlino. Qui Gaia Girace interpreta Denise Cosco, figlia di un boss della ’ndrangheta, che seguendo l’insegnamento della madre Lea Garofalo, fugge da un destino segnato e si riprende con coraggio la propria vita. Non è una storia inventata: Lea Garofalo è realmente entrata (con la figlia Denise) nel 2002 nel programma di protezione come collaboratrice di giustizia ed è stata uccisa nel 2009 per ordine dell’ex compagno, Carlo Cosco.

Come stai vivendo questo momento di successo?
«Sono molto fiera di aver fatto parte di questo progetto, sono fan della mia stessa serie! Quando l’ho vista montata e terminata me ne sono innamorata subito. Come tanti, anch’io ho fatto una maratona di episodi, li ho visti tutti di fila e sto avendo dei riscontri bellissimi».

Qual è stata la tua prima reazione quando ti sei rivista?
«Ho visto i primi due episodi più volte qualche settimana prima della Berlinale, a inizio febbraio. Non mi sono piaciuta, anzi mi odiavo».

Ma come?
«È sempre così. Proseguendo con gli episodi sono stata presa dalla storia, dalla bravura degli altri e sono rimasta contenta. Ma io non ce la faccio, quando mi vedo continuo a piangere e dico: “Oddio, cosa ho combinato”. Poi il risultato è gradito, so di piacere agli altri ma io non mi piaccio».

La prima reazione alla lettura della sceneggiatura?
«Io sono scaramantica, ho fatto il provino e ne ho parlato solo con i miei agenti. Basta. Non ho oggetti portafortuna, ma questo è il mio tratto di napoletanità che mi porto dietro!».

Per quanto avete girato?
«Sei mesi tra Roma, la Calabria e Milano. In Calabria non eravamo proprio nei luoghi originari della narrazione per motivi logistici. Nel tempo libero, che non era molto, ho un po’ visitato Reggio Calabria ma girando molto lontano da dove risiedevo non ho avuto modo di vedere la regione».

La cosa più difficile del set?
«Entrare in una storia vera, anche se questa è la mia versione personale di Denise. Non ho avuto modo di conoscerla, ho letto articoli e interviste. La cosa più complessa è stata ricostruire i rapporti familiari».

Ma intanto ti sei diplomata...
«Sì, durante le riprese. Per me era un dovere finire la scuola, non c’erano alternative. L’ultimo anno ho dovuto studiare da privatista perché non riuscivo a garantire la presenza. Ora so che non proseguirò con l’università, sarebbe una scelta insensata. Con la fortuna che ho di sapere cosa voglio fare a 19 anni, non mi dedico ad altro».

È stato complicato studiare e lavorare allo stesso tempo?
«Stavo girando a Roma, sono tornata a Napoli per fare gli esami e il giorno dopo sono ripartita per Milano. È stato doppiamente bello perché ho finito di lavorare e studiare insieme, ho potuto fare le vacanze in super relax con un senso di libertà unico».

Dove sei stata in vacanza poi?
«Palma de Mallorca, Ischia e Puglia».

In che scuola hai studiato?
«Al Liceo linguistico. L’ho scelto pensando al mio mestiere, perché così avrei potuto lavorare all’estero».

Hai già girato parlando qualche lingua straniera?
«Mentre in “The good mothers” ho recitato in italiano, sono stata Caterina de’ Medici nella miniserie francese “Diane de Poitiers” e ho recitato in inglese in “A future together”, il corto diretto da Wim Wenders. Nella prima ero sul set con Isabelle Adjani e Gérard Depardieu. Il cast era stellare e questo ha aggiunto altra ansia. Almeno ho capito che lo posso fare, la prossima volta andrà ancora meglio».

Un ricordo di “L’amica geniale”?
«È il set dove sono cresciuta, i legami che ho creato là erano legami di famiglia. È stato il mio trampolino di lancio».

Senti ancora Margherita Mazzucco, Lenù nella serie?
«Ogni tanto, tra un set e l’altro, ci sentiamo, ci sosteniamo molto. Ci scriviamo quando per una è giorno e per l’altra è notte (Margherita è spesso a Los Angeles per lavoro, ndr)».

Berlino e Sanremo, dove sei stata nel 2022: quale emozione è stata più forte?
«Il Festival di Sanremo è stato bellissimo, ero molto in ansia per la scalinata e per essere sul palco più visto d’Italia. A Berlino abbiamo vinto e se ci penso mi emoziono ancora: è stata la prima volta in cui una serie italiana è entrata nel gotha del cinema internazionale! È stato il coronamento di questo progetto, il ricordo lascia un mix di nostalgia e felicità».

Come sono ora le tue giornate?
«Mi sto godendo il successo della serie. Ho ricevuto tanti messaggi dalle persone che mi seguono e dicono: “Sei sempre una sicurezza”. Questa è la cosa più bella che ci si può sentir dire, mi sostiene. E poi a casa papà è molto contento di quello che faccio, abbiamo un bel rapporto di amicizia».

Che cosa fai nel tempo libero?
«Mi rilasso facendo cose normali, vedendo programmi in tv, leggendo, disegnando, facendo shopping online, cucinando. Tutte cose semplici che mi fanno stare bene».

Torni sempre a casa, a Napoli?
«Sì, nel weekend. Lì spengo la testa, è il luogo in cui sono protetta».

Prossimi progetti?
«Tra qualche mese esce “Girasoli” di Catrinel Marlon, un film che racconta di due ragazze che si innamorano in un istituto psichiatrico. Un altro bel lavoro a cui tengo molto».

Non ti sei fermata quindi?
«Eh, no. Mai!».

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