Giorgia Rossi, la nuova signora del calcio di Mediaset

La sua passione per il pallone è nata durante le «Notti magiche» del 1990, quando vedeva le partite con papà

Giorgia Rossi ha iniziato la carriera a Roma Channel. Poi il passaggio a Sky e Raisport. È a Mediaset dal 2013
5 Luglio 2018 alle 15:52

Ufficialmente il suo programma si intitola «Mondiali Mediaset Live», ma bisognerebbe chiamarlo «Maratona Rossi», parafrasando le leggendarie maratone elettorali di Enrico Mentana. Già, perché Giorgia Rossi, tra il pre e post partita di commento ai match del Mondiale e le ospitate a «Balalaika» e «Tiki Taka Russia», dall’inizio della Coppa in video c’è praticamente sempre. Ore e ore di diretta in cui snocciola dati, analisi tattiche e statistiche senza sbagliare un colpo. E se poi aggiungete quel sorriso magnetico che sta stregando gli italiani, il risultato è chiaro: la vera rivelazione dei primi Mondiali targati Mediaset è proprio lei.

I complimenti dei tifosi, ottimi ascolti, gli articoli sui giornali: quindi la Coppa del Mondo l’ha vinta lei?
«Per nulla, ma sono veramente contenta. Anche se in realtà il merito, più che mio, è di Mediaset che ha trovato una formula vincente per coinvolgere i telespettatori, anche se non sta giocando l’Italia. Detto questo, essere apprezzati fa sempre piacere!».

Ma è riuscita a contare quante ore di diretta fa al giorno?
«No, ho preferito evitarlo... Ma solamente per non spaventarmi (ride)».

E non si stanca mai?
«Per adesso sto tenendo benissimo, ma è tutto merito dell’adrenalina che mi fa vivere fino all’ultimo secondo di trasmissione con una leggerezza incredibile. Poi, certo, non ho il tempo nemmeno di mangiare, se non tra una pausa e l’altra, ma va bene così. Per raccontare una Coppa del Mondo si fa questo e altro. Ecco, però da qui al 16 luglio, quando andrò in vacanza anche io, la strada è ancora lunga».

Qual è la chiave vincente per rendere interessante un Mondiale senza Italia?
«Andare alla ricerca di quelle storie che non ti aspetti. E fortunatamente il Mondiale ce ne sta regalando tante, per esempio la clamorosa eliminazione della Germania».

Sia sincera: quante partite ha visto?
«Tutte, non ne ho persa nemmeno una. La verità è che non riesco a essere mai sazia di calcio».

Se pensa a un Mondiale del passato, il primo ricordo che le viene in mente?
«Il primo che ho risale al 1990. Avevo appena 3 anni ed eravamo sul terrazzo di casa nostra a Roma, con mio papà e tutta la famiglia, a soffrire per l’eliminazione dell’Italia contro l’Argentina. Certo, sicuramente la vittoria nel 2006 fu un’emozione fantastica, ma quelle del ‘90 erano le “Notti magiche” e non ce ne sono mai state altre così...».

Invece qual è stata la sua «notte magica»?
«Quella della finale di Champions League persa dalla Juventus contro il Barcellona del 2015. Magica non perché la Juve fu sconfitta, ma perché Alberto Brandi mi affidò la conduzione del dopo partita: fu il mio primo grande salto di qualità».

Intanto, mentre lei commenta dallo studio, il suo fidanzato Alessio Conti, anche lui giornalista di Sport Mediaset, è inviato in Russia...
«Non sa che fatica non vedersi dal vivo per un mese e mezzo!».

Non si sente in imbarazzo nel passargli la linea?
«Ma no. Ormai lo facciamo da così tanto tempo... D’altronde noi ci siamo conosciuti proprio a Mediaset, lavorando spalla a spalla, per cui è diventata una cosa normalissima».

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