Giusina Battaglia: «Ci vediamo al bar. Con caffè e… calzone fritto!»

Su Food Network racconta le specialità della sua Sicilia. E anticipa una novità che vedremo a settembre

1 Agosto 2022 alle 08:30

In questi giorni su Food Network vanno in onda le nuove puntate di “Giusina in cucina - Seacily edition”, che per il secondo anno è girato proprio nella terra d’origine della regina dei fornelli, Giusina Battaglia. Quando la chiamiamo per parlarne, scopriamo che è in Sicilia, ma non in cucina...

Giusina, sta preparando qualche sorpresa?
«Sono entrata nelle cucine degli altri. Sto facendo un nuovo programma che ho scritto e ideato: “Ci vediamo al bar - Sapori di Sicilia in sfida”, prodotto da Castadiva e in onda a fine settembre sempre su Food Network. Saranno cinque puntate nelle quali abbiamo messo in sfida prodotti tipici fatti da due bar, luoghi del cuore, uno scelto da me e l’altro dall’attore Paolo Briguglia».

Bar nel senso di...?
«Luogo in cui nascono lavori, alleanze, amori, amicizie. Non si fa una “toccata e fuga” come a Milano, per intenderci. Qui andare al bar è un momento importante della giornata, ci si fa colazione e si incontra gente. La rosticceria ne è la protagonista. È normale iniziare la giornata con un caffè e un calzone fritto».

Ci spiega il ruolo di Paolo Briguglia?
«Cercavamo un palermitano d’eccezione che amasse il cibo. Ho visto un suo lavoro in tv e ho pensato che sarebbe stato perfetto, ma ero certa che non avrebbe accettato. Invece ha detto subito di sì con entusiasmo: è stata la scelta migliore che potessi fare! È meraviglioso, ha la battuta sempre pronta e ama la cucina. Ha accettato perché voleva essere se stesso e per una volta non recitare (anche se sta per iniziare le riprese di “I Leoni di Sicilia”)».

Quindi voi sarete giudici rivali?
«No, per la prima volta il giudice sarà il popolo. Ognuno di noi due sceglie un bar ma a giudicare quello che offre sarà la gente, che non sa di quale bar sta mangiando la specialità. Noi invece entreremo nei laboratori dove i rosticcieri realizzano i prodotti».

Con questo caldo non è stata una tortura?
«Fa caldissimo lì e i condizionatori non bastano a superare il calore generato da forni e friggitrici. È stata un’esperienza formativa. C’è tanta fatica dietro a quello che vedrete».

Anche lei per “Giusina in cucina - Seacily edition” ha cucinato con temperature non proprio fresche...
«Sì, ma per fortuna eravamo all’aperto, al lido di Bovo Marina a Montallegro (AG). Avevo un fazzolettino per tamponarmi, ho anche comprato vari ventagli, ma li ho persi tutti».

Come mai ha scelto questo lido?
«Anni fa sono andata in questa spiaggia con mia sorella e me ne sono innamorata. È immensa, sembra di essere a Miami. Era agosto ed eravamo pochissimi. Così ho pensato di girare questa edizione proprio qui. Le materie prime le abbiamo prese in luoghi simbolo dell’agrigentino, come la Scala dei Turchi e la Valle dei Templi dove all’interno c’è una distesa enorme di agrumi ed erbe aromatiche riportate in vita dopo anni. Ci sono alberi ultrasecolari, limoni e aranci, e sullo sfondo il tempio. Un paradiso».

I fan le chiedono più selfie o consigli?
«Dipende dai momenti. Se sono molto di corsa mi chiedono foto e autografi. Se c’è più tempo si chiacchiera, mi danno ricette e ci scambiamo consigli. La verità è che quando sono in Sicilia non riesco a fare due passi senza che qualcuno mi fermi. Anche Paolo Briguglia non pensava fossi così famosa».

Quali sono i piatti più gettonati che si mangiano in Sicilia in estate?
«Ho visto tanti a pranzo mangiare gelato o granita con la brioche. Ma anche insalate e anguria ghiacciata venduta dagli ambulanti. Mentre a cena ti puoi concedere una pizza o piatti a base di pesce».

Invece quali sono le pietanze a cui un palermitano “doc” non rinuncerebbe mai?
«Il pane con la milza, anche la mattina presto. Al mare il palermitano porta gli anelletti al forno, la parmigiana e gli involtini. Cibi che possono essere cucinati prima e mangiati dopo, anche se io preferisco una bella insalatona, come quella che vi propongo in questa pagina».

Ci consiglia cinque posti da visitare con relativo piatto tipico?
«Andate a Monreale (PA): oltre a essere bellissima c’è un panificio, ed è l’unico, che fa i biscotti di Monreale dalle origini antichissime. Nel “Gattopardo” il principe di Salina li bagnava nel caffè. Sono di pasta frolla, a forma di “s”, croccanti perché fatti con lo strutto e ricoperti da una glassa al limone. A Taormina (ME) assaggiate la granita: l’hanno inventata nel messinese e qui fanno le migliori. Scegliete i gusti più disparati: mandorla, cioccolato, gelso. A Trapani provate la “rianata”, da “reno”, origano: è una pizza fantastica fatta con pomodoro, acciughe, cacio cavallo, aglio, prezzemolo e tanto origano. Infine, se andate a Catania gustatevi le cartocciate catanesi, delle specie di calzoni cotti al forno e ripieni di pomodoro, prosciutto, olive e mozzarella».

Riesce ancora a scovare delle sorprese nella sua regione?
«Noi abbiamo nove province, all’interno delle quali ci sono una marea di paesi e paeselli, e ognuno declina ogni ricetta a modo suo. Una scoperta continua».

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