A quasi quarant’anni dai suoi grandi successi, "Topazio" e "Manuela", l’attrice si racconta a Sorrisi
Nei favolosi Anni 80 e 90 delle grandi serie televisive sudamericane, le favole quotidiane che inchiodavano milioni di spettatori al video avevano una regina: Grecia Colmenares. E sul suo regno non è mai tramontato il sole, visto che le sue telenovelas trovano sempre spazio nei nostri palinsesti.
Di recente, per esempio, Tv2000 ha fatto rivivere le incredibili vicissitudini (datate 1985, in Italia arrivò tre anni dopo) di “Maria”, che della Colmenares fu uno dei primi trionfi. Il ritorno e il nuovo successo non stupiscono la “sovrana”: «So bene che sono in onda, perché c’è questa cosa bellissima: i miei fan italiani mi tengono sempre informata!». Grecia parla caricando di allegria ogni parola e quindi la chiacchierata che si sviluppa tra l’Italia e il suo Venezuela è un cocktail di italiano («Cerco di parlarlo tutti i giorni»), spagnolo e risate. Spezziamo la sua tranquilla vita quotidiana a Valencia («Non quella in Spagna! È la città venezuelana da dove viene la mia famiglia e dove sono cresciuta»), fatta di palestra, lavori di bigiotteria («Mi piace fare piccoli oggetti placcati in oro in cui spesso includo l’agata bianca, una pietra che amo molto. Non sono certo una creatrice di gioielli, ma magari tra tre o quattro anni la mia marca “GC” diventerà anche famosa!») e relazioni con i fan, per fare un salto nel passato di Grecia e dare un’occhiata al futuro.
Partiamo da “Maria”: che cosa ricorda di quella telenovela?
«È stato il primo lavoro che ho fatto fuori dal Venezuela e c’era un po’ di ansia per il mio arrivo in Argentina. Io però ero tranquilla, sapevo che il pubblico mi amava “in Cina e in Cocincina” (quest’ultima è la zona più meridionale del Vietnam, ndr), come diciamo noi per indicare qualcosa che è uguale dappertutto. La grande prova l’ho superata il primo giorno sul set. C’era questa ripresa per i titoli di testa in cui io cammino, cammino, cammino… Peccato che le scarpe mi distruggessero i piedi: le dovemmo riempire di cotone».
“Maria” ha quasi 40 anni: come fa a “tener botta”?
«È fresca perché è fatta bene. La telenovela è come la vita: quando è buona, dura a lungo».
Qual è la telenovela in cui si identifica di più, quella in cui si vede “perfetta”?
«Di solito qui si risponde: “Quella che non ho ancora fatto”, no? In realtà mi piacciono più o meno tutte, perché non ho mai fatto un personaggio che non volevo fare. È il personaggio che conta: se ne trovassi uno buono, inizierei a girare anche oggi. Magari in Italia: voglio vincere il nuovo Telegatto di Sorrisi!».
Nel 1990 e nel 1992 le sue telenovelas “Topazio” e “Manuela” vinsero due Telegatti: la sua fama qui era alle stelle...
«C’è un aneddoto incredibile che risale proprio ai giorni di “Maria”. Partecipavo a una messa celebrata da papa Giovanni Paolo II nella basilica di San Pietro. Quando mi riconoscono, nella chiesa inizia a girare questo nome: “C’è Maria… Maria… Maria…”. Insomma, il Papa pare un po’ perplesso: perché tutti invocano Maria? Vedo che lo informano, così lui si avvicina e mi dona un rosario. È il rosario che mio figlio Gianfranco ha tenuto in mano il giorno della Prima comunione! Alla fine hanno dovuto farmi uscire da una porta laterale, per evitare problemi con la folla».
Qual è il segreto per diventare la regina delle telenovelas?
«Non è difficile. La prima cosa è essere professionali, cioè capire cosa stai facendo e capire che sei responsabile per un prodotto che vuol durare per sempre. La seconda è non provare a fare tutto velocemente: le cose vengono meglio se sono fatte a poco a poco, piano, così non ti distrai dal lavoro».
Nel 2019 è tornata in Italia per partecipare a “L’isola dei famosi”. Non è andata benissimo…
«Ma è stato bellissimo. Sapevo bene che cosa comportava lo show e volevo vincere, ma sono uscita prima: rimango felice per quel che ho fatto. Mi ricordo ancora la fatica di fare girare la “ruota”, la macchina per procurarsi il riso: alla fine mi sono accorta che era come la vita, una ruota che devi far girare sempre».
Ha detto che è pronta a tornare sul set. Perché non progetta lei una nuova serie? Da dove partirebbe?
«Vediamo… Grecia è una ragazza di famiglia venezuelana, che è nata e vive a Napoli. È innamorata di un poliziotto… Anzi, è lei stessa una detective, così può indagare in giro per l’Italia. È un buon avvio, no? Chiaro che se si fa, i diritti sul soggetto sono miei!»