Guido Meda presenta la nuova stagione tv di Formula 1 e MotoGP

Il primo appuntamento è per sabato 2 marzo con il GP del Bahrain

29 Febbraio 2024 alle 08:10

La nuova stagione dei motori è alle porte. Il primo appuntamento è per sabato 2 marzo, alle 16, quando sul circuito del Bahrain si correrà il primo Gran Premio del campionato di Formula 1. La MotoGP invece inizia il 10 marzo con il GP del Qatar, quando il nostro Pecco Bagnaia in sella alla Ducati partirà alla difesa del titolo. Entrambi i campionati saranno trasmessi in diretta da Sky Sport mentre alcune gare andranno anche in diretta in chiaro su Tv8: per la Formula 1 saranno le gare di Imola e Monza (più le sei Sprint race, ossia le gare corte introdotte a partire dal 2021); per la MotoGP sei corse (Stati Uniti, Francia, Mugello, Olanda, Misano, India) più tutte le 21 Sprint race. Ne parliamo con Guido Meda, vicedirettore di Sky Sport, responsabile della redazione motori e storica prima voce della MotoGP.

Guido, pronto per ricominciare?
«Il richiamo della foresta si fa sentire. La cosa curiosa è che, andando avanti con gli anni, la voglia di tornare in pista arriva sempre con più anticipo. Una volta l’inverno me lo godevo. Invece adesso ho proprio fame di corse».

Anche se i campionati, sia di Formula 1 sia di MotoGP, durano ormai più di nove mesi?
«Quello non mi spaventa. L’inizio della stagione rappresenta il motivo per cui abbiamo lavorato nei mesi invernali. In quel momento non vediamo l’ora di concretizzare quello che abbiamo pensato per migliorare l’offerta ai telespettatori».

E per quest’anno cosa vi inventerete di nuovo?
«Uno degli aspetti su cui punto di più sono le produzioni originali e gli approfondimenti extracorse. Come per esempio “DiscoveRED”, la docuserie sulla Ferrari che abbiamo messo in onda di recente. Al momento abbiamo in mente due cose: Mattia Pasini, una delle nostre voci del motomondiale, correrà anche due gare con un invito speciale. In quei weekend mi piacerebbe seguirlo minuto per minuto e raccontare le sue emozioni. Poi il 1° maggio ricorreranno i 30 anni dalla morte di Ayrton Senna e anche lì faremo qualcosa».

E dal punto di vista delle telecronache che cosa cambierà?
«Apriremo la cabina di commento a ospiti e amici. Ovviamente a invito. O magari mettiamo fuori un citofono, così chi vuole suona, entra e ci inventiamo un programma nuovo (ride)».

Passiamo alle gare, partendo proprio dalla Formula 1 che apre le danze. Cosa dobbiamo aspettarci dalla Ferrari?
«Adesso è impossibile fare un pronostico, dovremo aspettare qualche gara per capire. Di certo hanno costruito una macchina bellissima. Tuttavia questo non basta per vincere. Io credo che la Ferrari farà meglio dello scorso anno. Poi, certo, battere la Red Bull e Max Verstappen, il campione in carica, sarà sempre molto complicato».

Alla guida della Ferrari c’è un fenomeno come Charles Leclerc.
«Un ragazzo di un’intelligenza straordinaria. E sarò ancora più curioso di vederlo, il prossimo anno, assieme a quella leggenda di Lewis Hamilton (sette mondiali vinti, ndr) che arriverà in Ferrari. Leclerc e Hamilton sono della stessa pasta».

Erroneamente si tende a pensare agli sport motoristici come a una cosa più maschile che femminile. Mi dia tre motivi per cui mia moglie possa guardare una gara con me.
«Il primo riguarda il mestiere del pilota. Una persona che si cimenta con la velocità e con il pericolo offre degli spunti di profondità che interessano chiunque. Spesso si tende a considerare solo la parte adrenalinica delle corse e si pensa ai piloti come a degli immaturi. In realtà questo sport ti porta a riflettere».

Gli altri due?
«Il secondo motivo riguarda questa generazione di piloti. Sono seri, un po’ come Jannik Sinner nel tennis. Hanno una sobrietà che arriva al cuore di tutti: sono bravi ragazzi. Il terzo motivo è quello che gasa me. Quando vedi i piloti, con il casco e la tuta, ti viene subito da paragonarli a dei supereroi. Si trasformano in una cosa mistica e inarrivabile. Poi smettono di correre e ritornano a essere ragazzi normali. Questo contrasto è affascinante».

A proposito di bravi ragazzi, uno di questi è Pecco Bagnaia, vincitore degli ultimi due titoli in MotoGP.
«Più un terzo Mondiale vinto in Moto2. Pecco è un fenomeno. Noi abbiamo ancora negli occhi la straordinaria carriera di Valentino Rossi, per cui sembra che Bagnaia sia quasi uno normale. Ma vi assicuro che solo un campionissimo può vincere tre Mondiali. E ha appena 27 anni».

È ancora lui il favorito?
«Sicuramente è il punto di riferimento e ha tutte le carte in regola per vincere ancora. Detto questo, ci sono almeno dieci altri piloti che lotteranno per il primo posto. Mai come quest’anno sarà una vera bagarre».

Se dovesse scegliere un pilota con cui uscire a cena?
«Ne scelgo due: l’australiano Jack Miller e proprio Pecco Bagnaia. Il primo espansivo, esagerato. Il secondo pacato, riflessivo. Sono una combinazione perfetta».

E un pilota con cui fare una gita fuoriporta?
«Marco Bezzecchi: già ci immagino su una strada di montagna a goderci il panorama assieme, con lui che, da vero romagnolo, si mette a fare battute».

Lei è anche un pilota: il viaggio più bello che ha mai fatto in moto?
«Sicuramente quello in Patagonia, guardando il Cerro Torre o il Monte Fitz Roy. Se invece parliamo di una gita domenicale, dico la strada del Mottarone, salendo dal lato del lago d’Orta per arrivare a Stresa (VB). Ci sono molto legato per motivi familiari, e poi è a due passi da Milano».

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