Il Natale tradizionale di Barbara D’Urso

La conduttrice è fedele alle tradizioni della sua Napoli: cenone a base di pesce e, ovviamente, il presepe

Barbara D'Urso
12 Dicembre 2019 alle 12:12

È in televisione praticamente ogni giorno ed è ormai come una di famiglia per tutti noi. Per questo quando pensi alla sera di Natale ti aspetti che entri da un momento all’altro dalla tua porta di casa con un sorriso luminoso e magari pure con un vassoio pieno di struffoli (i tipici dolci di pasta fritta) in mano, da buona napoletana. E proprio da napoletana doc, se si parla del Natale, Barbara d’Urso è molto attenta alle tradizioni.

Tradizioni che la portano a ritrovarsi con la famiglia interrompendo i suoi programmi per il periodo delle Feste: “Domenica Live” è in onda fino al 15 dicembre, per riprendere il 12 gennaio, “Live - Non è la d’Urso” va in onda fino al 16 e “Pomeriggio Cinque” fino al 20, per tornare poi il 7 gennaio.

Barbara, lei fa il cenone della vigilia o il pranzo del 25?
«Il cenone del 24».

La tradizione natalizia alla quale non rinuncia mai?
«Ovviamente l’albero, il presepe e… l’insalata di rinforzo».

Che cos’è l’insalata di rinforzo?
«Un piatto tipico napoletano che non può mancare nel cenone di Natale».

Come è fatta?
«Cavolfiore bianco lessato, olive verdi, olive nere, la giardiniera, le acciughe, le papaccelle (peperoni sottaceto piccanti, ndr). È buonissima».

Si mette lei ai fornelli?
«Dipende. In genere però quando siamo tutti noi fratelli, cucina Alessandro. Prima però andiamo a fare la spesa insieme».

Il suo menu tradizionale cosa prevede?
«Tutto a base di pesce. Spaghetti con le vongole, d’obbligo. Poi ci deve essere, come detto, l’insalata di rinforzo. Le tartine col salmone, poi pesce di vario tipo, i friarielli, ovviamente, e tanti contorni. E gli struffoli. Poi mio fratello ama sperimentare e a volte tira fuori anche ricette piuttosto azzardate».

Pandoro o panettone?
«Tutti e due. Anzi tutti e tre, con gli struffoli».

Il piatto natalizio di cui è più golosa?
«La pastiera napoletana. Che in teoria è un dolce pasquale ma noi a Napoli lo mangiamo anche a Natale. Anzi, sempre».

La colonna sonora del suo Natale?
«Non ne ho una fissa. In genere cantiamo noi delle canzoncine che ci inventiamo ogni volta tra fratelli».

A tema natalizio?
«Non necessariamente. Le creiamo proprio ritagliate su ognuno di noi. È divertente».

L’albero lo fa lei?
«Lo facciamo tutti insieme».

L’8 dicembre?
«No, che cosa orrenda: l’albero si fa prima. Molto prima».

Decorazioni preferite?
«Le mie solite palline: mi piacciono color oro, argento, rosso, con una cascata di fili dorati e poi luci, luci, luci, luci...».

Il presepe lo fa?
«Non è una domanda da fare a una napoletana (ride). Certo che lo faccio! E a mezzanotte metto il bambinello».

Come è il suo presepe?
«Di certo non è di quelli piccolini e tristi. Ci metto il muschio, le lucine, l’acqua della fontanella, i pastori, le pecore, i Re Magi... è bello articolato».

Il regalo che vorrebbe ricevere sotto l’albero?
«(Ci pensa un po’, ndr). Delle cose materiali non me ne importa niente. Mi piacerebbe avere un taccuino dove mi si garantisce che sta per cominciare un anno di salute e di serenità».

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