La lingua italiana dei segni: così parliamo a chi non può ascoltarci

Ha sempre più visibilità anche sul piccolo schermo, da Sanremo fino ai tg. Scopriamo i segreti di quei gesti che... sono una vera arte

26 Marzo 2020 alle 16:59

Prima li abbiamo visti all’opera a Sanremo. Poi al fianco del presidente del Consiglio Conte durante i drammatici aggiornamenti sulla pandemia del coronavirus. Sono quei “comunicatori” che, con i movimenti delle mani, traducono in gesti eleganti e rapidissimi il testo di discorsi e canzoni. Magari chi conosce già la Lis, cioè la Lingua italiana dei segni, non si è stupito. Per tutti gli altri (compreso chi scrive) è il momento giusto per saperne di più.

Una vera lingua

La Lis è una vera e propria lingua: in Italia la parlano (ma sarebbe più esatto dire “segnano”) 500 mila persone, in gran parte non udenti e loro familiari, ma anche volontari e semplici appassionati. Ha regole e vocaboli propri, e anche la grammatica cambia: per esempio (semplificando) la frase: «Ho mangiato una mela» viene espressa con questa sequenza di segni: «Mela-mangiare-fatto».

Esiste da secoli

Nel 1783 Tommaso Silvestri andò a Parigi per studiare la lingua dei segni e adattarla all’italiano. Tornato in Italia, fondò una scuola per sordi con otto studenti: era nata la Lis.

Modi di dire

Anche la Lis ha le sue varianti locali. E anche dei modi di dire unici: per dire che una persona è stupida si fanno i segni «Cervello-acqua».

Vantaggi italiani

Gli italiani sono famosi nel mondo perché gesticolano. Ma non bisogna confondere i gesti più comuni con i segni della Lis: «Solo pochissimi corrispondono davvero, e di solito si tratta di insulti!» spiega l’interprete del Tg3 Maria Rosaria Marano. «Il lato positivo è che agli italiani viene più naturale comunicare con i gesti». E per molti sordi che sanno pronunciare parole, la lingua parlata rimane comunque una “seconda lingua”.

I piani della rai

«Da due anni ogni rete ha un appuntamento fisso per l’informazione in Lis: il Tg1 alle 7.30, il Tg2 alle 18 e il Tg3 alle 15.15, a cui si aggiunge il tg delle 20.30 su Rai News 24, dove proponiamo anche il “Meteo Lis”» dice Maria Chiara Andriello della Rai. «L’obiettivo è di ampliare ancora questi spazi». Ma la Lis è sempre più popolare anche sui social: ha fatto molto parlare di sé, per esempio, l’Inno di Mameli eseguito dalle atlete della nazionale femminile di pallavolo.

La usavano i maya

Secondo gli studiosi le “lingue segnate” (basate cioè sui segni e non sui suoni) esistono fin dai tempi dei Maya e non venivano utilizzate solo dai sordi. Gli aborigeni australiani, invece, usano una lingua-tabù per trattare argomenti segreti.

Festa a settembre

Oggi esistono oltre 300 lingue dei segni nel mondo e dal 2018 c’è anche una giornata per festeggiarle: il 23 settembre.

Vantaggi inaspettati

La lingua dei segni si è rivelata utile per comunicare con chi soffre di autismo. E permette di capirsi anche in luoghi dove sarebbe impossibile per il rumore assordante di altoparlanti o macchinari.

Contro il razzismo

«Qui c’è dell’audismo» potrebbe dire Fiorello. Ma c’è poco da scherzare: con il termine “audismo” lo studioso Tom L. Humphries indica «il razzismo degli udenti verso i non udenti», che spesso si manifesta opponendosi all’insegnamento e alla diffusione della Lingua dei segni. Un motivo in più per apprezzare la Lis e augurarle sempre più successo.

Seguici