La Nazionale di pallavolo trionfa anche in televisione

Gli Azzurri vincono il Mondiale e fanno ascolti record. L’allenatore De Giorgi: «Il prossimo obiettivo è l’Olimpiade di Parigi 2024»

20 Settembre 2022 alle 08:27

Campioni del mondo ma anche di ascolti. A seguire la finale del Mondiale di volley, vinto dagli azzurri per 3-1 sulla Polonia padrona di casa, sono stati 3 milioni e 752 mila telespettatori, in prima serata su Rai1, con uno share del 22,5%: il punto più alto mai toccato dalla pallavolo in tv. Ai numeri della Rai si sommano quelli di Sky, dove la gara è stata seguita da 465 mila spettatori medi (2,8 percento di share). Insomma, numeri da Champions League calcistica: «Non ho ancora rivisto la partita» ci confessa il coach Ferdinando De Giorgi. «Ho guardato solo degli spezzoni, ma adesso me la godrò in doppia versione: oltre a quella tecnica, ripresa dal lato corto del campo che serve al nostro lavoro tecnico-tattico, ci tengo a guardare anche quella televisiva, quella più emozionale. Voglio rivivere quello che ha vissuto il pubblico da casa».

La tv racconta bene il volley?
«Direi proprio di sì. Tra immagini rallentate e primi piani si colgono davvero tante cose. Inoltre, per fortuna, da noi il check, il nostro “Var”, funziona bene, mentre vedo che nel calcio non ha placato le polemiche, anzi le ha aumentate».

Quale sarà la ricaduta sul movimento di questo successo?
«L’effetto è già evidente, in giro ci riconoscono molto più di prima, ma voglio pensare che, attraverso lo schermo, il messaggio che è passato di questo sport e di questa squadra sia anche di valori: una squadra quasi tutta di esordienti (12 su 14, ndr), molti ventenni o poco più. Sono ragazzi che hanno raggiunto questo risultato non solo con la tecnica, ma con il grande lavoro e lo spirito di squadra».

Avete vinto in mezzo a una “macchia bianca” ostile. Quanto conta il fattore campo?
«Dà una buona mano e quella marea umana dal campo si sentiva. Poi, però, ci sono stati dei momenti in cui quella platea si è ammutolita e per noi è stata una grande soddisfazione: 13 mila persone in silenzio fanno altrettanto “rumore”, in un certo senso. Era una sensazione strana e lì abbiamo preso tanta carica, tanta energia».

È bello sentire voi allenatori parlare con la squadra nelle pause. Voi forse lo amate meno...
«Televisivamente funziona, ma è anche una forma di intimità violata, in un certo senso. Però ci si abitua e alla fine l’allenatore fa quello che deve fare. Di certo ci piacerebbe avere maggiore privacy...».

Ora la prossima tappa è l’Olimpiade di Parigi nel 2024.
«Dobbiamo conservare lo spirito con cui stiamo lavorando: pensare a un percorso in cui si cresce cercando di vincere, un equilibrismo un po’ complicato. Ma è la nostra mentalità. Poi si sa, vincere non è una cosa scontata per nessuno».

Seguici