Le star in auto: come se la cavano al volante

Per alcuni, come Franca Leosini, è un piacere. Altri, è il caso di Maurizio Lastrico e Salvo Sottile, preferiscono le due ruote. E poi c’è chi a guidare non ci pensa proprio...

10 Settembre 2022 alle 07:48

Carlo Conti e una 500 speciale

«Sono uno di quelli che fecero un patto con la mamma: niente motorino ma, appena compiuti 18 anni, la macchina. Arrivò puntualmente: una 127 arancione usata. Dopo ce ne sono state tante altre: mai troppo potenti, perché non amo la velocità. Da anni, ormai, preferisco i Suv, mi piace guidare un po’ più in alto; in città, invece, mi muovo con la Smart. Un posto speciale lo merita il mitico “cinquino”, la 500 del mio amico Giacomo con cui sono arrivato al mio matrimonio. Proprio qualche giorno fa Francesca e io abbiamo festeggiato il decimo anniversario e siamo tornati insieme nella stessa chiesa anche con nostro figlio Matteo. Tutti e tre sul cinquino!».

Antonella Clerici in città è una saetta

«Guido per necessità, ma non mi dispiace e preferisco stare al volante in città piuttosto che in autostrada perché tra le vie guido benissimo, invece in autostrada lo trovo un po’ noioso e rischio di distrarmi. E poi ho paura quando devo sorpassare i camion... Diciamo che ho un po’ di paturnie in autostrada! E vale un po’ lo stesso discorso per la velocità: in città sono svelta, mi infilo nelle scorciatoie, mentre in autostrada sono ligia ai limiti di velocità. Se buco una gomma non mi ci metto neanche: chiamo il carro attrezzi, però quando la macchina mi dice che manca l’olio o devo effettuare qualche controllo, come il tagliando, io eseguo. La mia auto personale è una piccola Suzuki, agile e ideale per la città. Poi ne abbiamo una familiare più grande per i viaggi: quando ci spostiamo siamo in tanti e abbiamo anche i cani!».

Maurizio Lastrico va in moto

«In moto per tutta la vita o, al limite, in treno, dove posso leggere e scrivere. L’automobile non fa per me tanto che la mia, un Maggiolino cabrio della Volkswagen, è ferma al mio paese, Sant’Olcese (GE), dal primo lockdown. Ho sempre considerato la macchina un armadio con le ruote in cui mettere cose che poi lascio lì. E non ne ho grande cura: da giovane, quando molti mettevano sulla loro Golf l’adesivo con scritto “Vive le sport”, io sulla mia Ypsilon 10 ne misi uno creato da me con la scritta: “Vive le sporc”!».

Franca Leosini sempre prudente

«Adoro guidare perché mi rilassa. Ho una Smart, che adopero in città. Sui lunghi tragitti scelgo il treno o l’aereo. Se vado veloce? Quando occorre, ma sono prudente. Non so cambiare le gomme: mai provato a farlo, sperando sempre nella buona sorte o… in qualche buon cavaliere! Ho cura dell’auto: la custodisco in garage. Periodicamente la sottopongo a controlli. Gli stessi che facciamo noi dal medico!».

La Mini Carolina è stato il primo amore di Al Bano

«Amo le auto e mi ritengo un ottimo pilota. La prima è stata una Mini Minor acquistata quando lavoravo alla Innocenti. La chiamai Carolina, quasi fosse un essere umano, e lei non mi ha mai tradito. Ricordo ancora quando, nel 1967, dopo avere partecipato a “Un disco per l’estate”, dovevo andare a Rimini per una serata ma non si metteva in moto. Le parlai, le dissi: “Mi danno 250 mila lire, finalmente si comincia a guadagnare”. Non so come, ma alla fine partì. Ora ho una Range Rover e ho avuto altre macchine belle ma Carolina non l’ho mai dimenticata».

Per Marco Liorni è meglio il noleggio

«Non sono mai stato un appassionato di auto, infatti ne ho una con noleggio a lungo termine. Però amo viaggiare da solo in macchina perché mi aiuta a pensare. E poi sgranocchio patatine e canto a squarciagola. Ma nella mia vita ho avuto due auto importanti: la prima, una 500 di quelle su cui si montava l’autoradio e per scalare la marcia dovevi fare la “doppietta”; e l’ultima, una Nissan Pathfinder che aveva sette posti e mi permetteva di portare tutta la famiglia. Purtroppo dopo 12 anni durante un viaggio in Germania si è rotta e, non potendola riparare, l’ho venduta lì».

Il padre di Massimo Giletti era pilota

«Mio padre Emilio ha corso in Formula Uno con la Maserati e ha vinto tantissime gare. Io non ho preso da lui. Guido solo per il piacere di farlo ma non schiaccio il pedale. La manutenzione l’ho sempre fatta affidandomi a meccanici di fiducia. In realtà per molto tempo, soprattutto da quando mi sono dovuto trasferire a Roma, ho girato in motorino. Da alcuni anni sono sotto scorta e quindi guido raramente. Ricordo il viaggio più lungo fatto con tre compagni di scuola: Torino-Capo Nord attraversando i Paesi del Nord Europa. Circa 10 mila chilometri. Per tutto il tempo ho guidato solo io».

La Panda storica di Francesca Fialdini

«Guido, sì, ma a Roma ho dovuto imparare a farlo di nuovo! Mi piacciono i lunghi viaggi. Meglio se su auto elettriche, silenziose e meno inquinanti. Io però ho una Panda Young del 1999, un pezzo di famiglia portato a Roma dalla mia città (Massa). È indistruttibile, si parcheggia bene e rappresenta tanti bei ricordi. Sulla manutenzione sono una frana e non so cambiare una gomma. Però porto la mia Panda a fare un “check-up” ogni anno, subito dopo l’estate. È vecchietta ormai, ma sa sempre darmi soddisfazioni».

Nino Frassica non ha la patente

«Non ho l’auto e nemmeno la patente. Non l’ho mai presa perché guidare mi spaventa, mi sembra che le altre auto mi vengano addosso. Da giovane mi ero iscritto a scuola guida ma non c’è stato niente da fare. Però mi sono specializzato nell’”accantismo”, sono bravissimo a stare accanto al guidatore. Quando sul set c’è una scena in cui devo guidare prendono una controfigura. Solo una volta hanno insistito perché guidassi io... ma era un trattore e stavo per investire tutta la troupe!».

Red Canzian usa ancora il van dei Pooh

«Sono figlio di un camionista, ho la guida nel Dna ma non sono un fanatico dell’automobile. Da dieci anni ho una Lexus ibrida con cui ho già fatto 450 mila chilometri e che continua a godere di ottima salute perché la faccio controllare regolarmente e rispetto la scadenza dei tagliandi. E poi c’è il furgone che ho ripreso nel 2016, quando abbiamo sciolto i Pooh, con cui giro con la mia band. È vecchio ma a noi sembra una Rolls Royce! Nel cuore, però, c’è posto anche per la Fiat 1100 di papà con cui andai da Treviso a Roncobilaccio, in Emilia, all’appuntamento per il provino con i Pooh».

Salvo Sottile e l’utilitaria

«Non guido molto. Mi metto al volante solo quando vado in una località di vacanza dove generalmente affitto l’auto. Io sono appassionato di moto, la uso davvero tanto. Mi piace la velocità ma solo quella su due ruote. In città utilizzo moto, motorino e, solo ogni tanto, macchine utilitarie».

Mario Giordano e la ruota di scorta

«Sì, guido molto. Mi piace stare al volante. Ho un’Audi e vado abbastanza veloce ma sempre in sicurezza. Un tempo sapevo cambiare le gomme, sulla mia vecchia Uno bianca ne ho cambiate un sacco, ma oggi le auto (purtroppo) non hanno più la ruota di scorta e col ruotino è un’altra storia. Sottopongo l’auto ai controlli richiesti: la tengo bene dal punto di vista meccanico, meno da quello dell’estetica».

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