Luca Laurenti: «Il segreto dell’intesa con Bonolis? Letti separati»

Ha incantato tutti su Canale 5 cantando a Music ed è ora di nuovo (con un ruolo più importante) in Avanti un altro!

Luca Laurenti
26 Gennaio 2017 alle 12:53

La televisione la fa, ma non la guarda. Alterna battute sagaci a pensieri profondissimi, quasi mistici. È Luca Laurenti, per molti più semplicemente «il maestro Laurenti». Così lo chiama Paolo Bonolis davanti alle telecamere. D'altronde Laurenti è un musicista vero: è un virtuoso del pianoforte e quando canta ha una voce straordinaria. Con Bonolis forma una coppia di fatto, dal punto di vista artistico: da quando, 25 anni fa, si sono incontrati giovanissimi ai provini di «Urka!» (storico programma di Italia 1 per ragazzi), sono diventati inseparabili. Luca, però, a differenza del «socio», è una persona schiva. Quest'intervista infatti è un'autentica rarità: convincere Laurenti a farsi «interrogare» è un'impresa titanica. E anche questa volta il suo «ok» è arrivato poche ore prima che Sorrisi andasse in stampa.

Luca, «Avanti un altro!» è tornato e quest'anno lei è più presente: è seduto su un seggiolino «biposto» accanto a Paolo Bonolis.
«È stato Paolo a volermi seduto vicino a lui. Sa, succede in tutte le coppie: prima ci si sposa, poi si vogliono le camere separate ma, a una certa età, il tuo amore ti rivuole seduto accanto».

Tra le novità del programma anche un divano su cui siedono dei personaggi. Chi sono?
«Ognuno di loro rappresenta una categoria. Possono entrare in gioco, qualora il concorrente lo ritenesse opportuno, e fare una domanda che riguarda la categoria di appartenenza».

Il Minimondo c'è, ma adesso è solo nel weekend. Tuttavia il mitico «Iettatore» non manca, per fortuna.
«Come può mancare? E soprattutto, come può venire a mancare? È il simbolo di un'apparente disgrazia che, in realtà, contiene una grazia se solo si risponde in maniera corretta, come alla vita, così alla domanda».

Il motivetto «Ricordati che devi morire», coniato da lei sin dalla prima edizione, continua a spopolare: la gente lo canta e sorride. È un modo per esorcizzare?
«Ci ricorda che ogni giorno dobbiamo santificarlo, rinfrescarlo, renderlo nuovo e ringraziare la vita che ci è stata donata, vivendone il suo mistero. La vita piove dentro solo a chi, vulnerabile, fa spazio dentro sé, fino a diventare vuoto come canna di bambù per essere strumento e servitore di un amore più grande».

Torniamo al programma. Se fosse un personaggio del Minimondo chi vorrebbe essere?
«Vorrei essere il vuoto che contiene il vuoto».

Ah, ecco. Parliamo di ascolti: quelli di «Avanti un altro!» si aggirano intorno al 20% di share. La gente vi aspettava e vi sta premiando?
«Ogni giorno siamo bombardati da una guerra di notizie che mettono alla prova la nostra sopravvivenza, ma vivere è un'altra cosa. Ognuno di noi è artefice della propria gioia e far nascere una risata in chi ti guarda è come coltivare un prato verde nel suo cuore. Forse le persone guardandoci hanno voglia di ritornare come bimbi che giocano a farsi una doccia con una risata per togliersi di dosso ore di code sul raccordo o in tangenziale, bollette da pagare e notizie tetre da sotterrare».

Lo guardava «Caduta libera», il programma di Gerry Scotti che «Avanti un altro!» sostituisce da qualche giorno?
«No, Scotti non lo guardo perché non ho la tv. Non guardo nulla».

È tra i protagonisti di «Music»: un bel programma con ottimi ascolti e tanti ospiti straordinari. Chi le ha lasciato di più?
«Sono stati tutti molto generosi, ma John Travolta è quello che mi ha lasciato di più: 15 euro».

Mercoledì scorso in trasmissione ha cantato «Nights in white satin» dei The Moody Blues e ha commosso tutti. Perché ha scelto proprio quel brano?
«Me lo ha proposto Paolo, semplicemente mi piaceva e l'ho cantato».

Qual è l'inno della sua vita?
«La vita stessa».

E il suo idolo?
«Il Padreterno».

La coppia Laurenti-Bonolis funziona sempre, funziona ancora. Qual è il segreto della longevità del vostro idillio professionale?
«Credo sia il fatto che dormiamo in camere separate».

La rivedremo mai nei panni dell'amato Don Luca, il protagonista dell'omonima sitcom Mediaset?
«Se me lo riproponessero, lo farei molto volentieri. Adoro la Chiesa».

Ha all'attivo tanti programmi in tv. Quello che più le è rimasto nel cuore?
«Tutti i programmi a cui ho partecipato mi sono rimasti nel cuore, perché col cuore li ho fatti».

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