Mago Forest: «Finalmente sono nei favolosi Anni 60»

Il suo compleanno è il 22 febbraio e lui festeggia raccontando a Sorrisi aneddoti, ricordi e progetti

Michele Foresta è nato il 22 febbraio 1961 a Nicosia (EN)
18 Febbraio 2021 alle 08:52

Caro Forest, cosa si prova quando si arriva a 60 anni, cifra tonda?
«Gioia! Finalmente sono entrato nei favolosi Anni 60! Non vedevo l’ora perché ho sempre sentito dire che i 60 sono gli Anni del Boom! Ed è anche noto a tutti che l’uomo ideale deve essere 60-60-60. Inoltre, vorrei ricordare che ha 60 anni anche George Clooney (li compie il 6 maggio, ndr)».

Ci riassume 60 anni in 60 secondi?
«È difficile condensare un’esistenza in 60 secondi. Ho materiale solo per 15. Ma non molto tempo fa ho rischiato la vita e mi sono salvato per un soffio e, come succede in questi casi, mi è scorsa tutta la vita davanti. Oh, meno male che sono maggiorenne, perché erano tutte scene vietate ai minori».

Cosa le ha regalato sua moglie per questo importante traguardo?
«Mi aveva promesso un weekend in un hotel di charme. Avete presente: bagno turco, sauna finlandese, percorso kneipp, massaggi emozionali? Niente di tutto questo. Visto il periodo nefasto mi ha prenotato un check-up completo in un centro medico convenzionato. Domattina devo presentarmi alle 8 a digiuno per le analisi del sangue e finirò alle 18 con l’esame urologico. Me lo sono tenuto per ultimo, sono un romanticone».

Il suo primo ricordo?
«A Nicosia abitavo vicino al campo sportivo e una volta l’anno arrivava il circo. Le carovane erano più grosse del portone di ingresso in città, quindi era prassi abbattere il muro per farle entrare e poi lo ricostruivano quando ripartivano. Ricordo ancora il nome del clown, si chiamava 77, perché aveva le scarpe numero 77. Questa cosa a noi bambini ci faceva impazzire».

Da bambino voleva già fare il mago?
«Io sono nato mago, con mantello, cilindro e bacchetta magica. Un parto complicatissimo. Ricordo ancora le urla dell’ostetrica quando vide prima le colombe e i conigli e poi il bambino. Una volta sbucato fuori non ho pianto, ma ho detto: “Et voilà”».

I suoi genitori la incoraggiavano?
«Se la loro frase “Dove abbiamo sbagliato con lui?” è un incoraggiamento, allora sì, tantissimo. Sono così fieri di me che ancora adesso girano per Nicosia con la maschera di Topolino e Minnie per non farsi riconoscere».

Chi erano i suoi miti?
«In cameretta avevo il poster di Silvan vicino a quello della Fenech. Sognavo di diventare come Silvan per stare tutto il giorno vicino alla Fenech. Le prime risate sono state con la trasmissione “Oggi le comiche”, impazzivo per Buster Keaton e Harold Lloyd. Poi alla radio sono arrivati Arbore e Boncompagni con “Alto gradimento” e nulla è stato più come prima».

La prima magia?
«Riuscire a diplomarmi, ma il trucco non l’ho capito ancora. Ho fatto Ragioneria a Nicosia, che corrisponde alle elementari in Toscana».

I suoi maestri?
«I primi trucchi me li ha insegnati il mio amico Nino Bonelli in arte Nelson, poi mi sono messo a copiare Mac Ronay, un mago francese scalcinato e piuttosto alticcio che emetteva solo un suono: “Hep!!!”, ospite fisso nel varietà “Studio Uno”. Ho iniziato sbagliando le magie e non ho ancora smesso. Per la verità molte le azzecco, ma solo per errore».

Come è finito in tv?
«Andai a fare il provino al posto di un altro comico per “Indietro tutta!” e Arbore mi prese. Lì ho conosciuto un altro mio mito, Nino Frassica, un genio della comicità, per anni sono stato il suo ragazzo di bottega».

La televisione le piace?
«Mi piace la tv di oggi. Tra le tv generaliste, le tv private e on demand c’è così tanta scelta che passi tutta la sera a scegliere cosa vedere e quando finalmente hai deciso è ora di andare a dormire».

Il momento più magico della sua carriera?
«Se devo parlare di “momenti” le due volte che sono stato ospite a Sanremo. Ma ho avuto anche la fortuna di vivere lunghi periodi magici irripetibili nelle centinaia di puntate a “Zelig” e nelle decine di edizioni di “Mai dire...” con la Gialappa’s Band».

Quello più bizzarro?
«Due settimane fa a “Che tempo che fa” mi sono ritrovato vestito e truccato da Orietta Berti a fianco di Orietta Berti, quella vera: aspettavamo il nostro turno mentre Fabio Fazio stava intervistando Barack Obama».

Quello da dimenticare?
«Ricordo che ne avevo uno da dimenticare, ma l’ho dimenticato così bene che non me lo ricordo più».

Non si è stufato di fare il mago?
«No, per niente. La magia non mi fa sentire un uomo di 60 anni, ma un bambino di 720 mesi».

Se non avesse fatto il mago oggi sarebbe...
«Avrei seguito le orme paterne, sarei diventato cardinale. Non mi stancherò mai di dire questa battuta».

La vita oggi comincia a 60 anni: cosa vuole fare da grande?
«Il mio progetto più imminente è compierne 61».

Per i maghi esiste quota 100?
«Dovrei chiederlo all’Inps, ma non lo posso fare perché non ho lo Spid. Comunque ho deciso che lavorerò fino a 90 anni e poi basta. Poi voglio solo divertirmi».

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