Mariolina Cannuli compie 80 anni, tanti auguri alla “Signorina buonasera”

Quando ancora in tv c’erano le annunciatrici, era uno dei volti (e delle voci) più amati della Rai. Ora è opinionista di "Italia Sì!" e racconta curiosità e retroscena della sua carriera

Mariolina Cannuli è nata il 15 ottobre 1940 a Siena. È stata sposata due volte e ha tre figli
15 Ottobre 2020 alle 08:31

Quando ancora in tv c’erano le annunciatrici, Mariolina Cannuli era uno dei volti (e delle voci) più amati della Rai: compariva sullo schermo e, con il sorriso e la pronuncia impeccabile, scandiva i programmi che sarebbero andati in onda da lì a pochi minuti. Ora è tornata: il sabato pomeriggio è tra gli opinionisti di Marco Liorni a “Italia Sì!”, con l’inconfondibile voce profonda e, dicevano, sensuale, gli occhi scintillanti, la sincerità mai domata.

Signora Cannuli, è proprio sicura di compiere 80 anni?
«Sì, il 15 ottobre. Anche se nello studio di “Italia Sì!” ci sono luci bellissime, le rughe si vedono!».

Lei quanti anni si sente?
«Quelli che ho. Non ho mai nascosto l’età, mai cercato di correggerla. Ci sono dei giorni in cui gli anni li sento tutti, tondi tondi».

A vederla il sabato pomeriggio a “Italia Sì!” sembra piena di energia.
«Quella non mi manca».

Da dove le viene?
«È nel Dna. Quando mi hanno fatto il “test” per prendermi a “Italia Sì!” mi hanno chiesto: “Invecchiando cosa vorresti mantenere?”. Io ho risposto: “La testa”. Preferisco avere la mente lucida. Forse era meglio rispondere: “La salute”, perché poi ho dovuto combattere con vari acciacchi».
Lei è stata una delle famose “Signorine buonasera” della Rai, ma gli inizi furono diversi.
«Il mio primo annuncio non l’ho fatto in tv, ma all’Alitalia, a Fiumicino, declamavo i voli in partenza. Avrei voluto fare la hostess di volo, ma mia madre, essendo io figlia unica, aveva paura e non mi faceva volare».

Per essere assunta in Rai dovette superare quattro provini.
«All’ultimo mi presentai vestita di azzurro con la divisa dell’Alitalia. Il direttore dei programmi, Sergio Pugliese, mi chiese di fare un annuncio e io feci la traduzione simultanea in inglese del foglio in italiano che avevo in mano. Per cinque o sei anni feci solo gli annunci della mattina e del pomeriggio, mentre le colleghe già lì da tempo facevano quelli della sera».

Ricorda il suo primo annuncio?
«Alla tv dei ragazzi, il pomeriggio alle cinque. Aba Cercato, che era più esperta, mi disse: “Vengo con te nella sala annunci, quando ti tiro la gonna, tu parli”. Tirò e la gonna si aprì e scendeva man mano che facevo l’annuncio. I tecnici si sbellicavano dal ridere, io non ho battuto ciglio».

Cos’è stato essere uno dei volti Rai più famosi dal 1961 al 1994?
«Non lo so, non ci ho mai pensato. Eravamo popolari, non dico famose, ma essendo le uniche in Italia eravamo molto conosciute. Non avevamo il sottopancia con il nome: io all’inizio ero “quella della tv”, poi “quella di Noschese” e da lì mi hanno dato nome e cognome, Mariolina Cannuli».

Fu, infatti, onorata da un’imitazione proprio di Alighiero Noschese.
«Per il primo annuncio di sera mi ero messa uno chemisier bianco con i risvolti di raso. La tv era ancora in bianco e nero e i tecnici mi dissero che quel bianco “sparava” (risaltava troppo, ndr). Dalla sartoria mi mandarono un boa di struzzo, ma durante l’annuncio le piume si attaccavano al labbro e sputacchiavo di qua e di là. Mi ritrovai Alighiero Noschese in camerino, disse di voler imitare una donna e registrò la mia voce. Lui imitava politici, giornalisti, personaggi incredibili, ero non solo onorata, ma anche entusiasta».

Mai tentata di lasciare la Rai?
«Nel 1977 arrivai a Milano e Silvio Berlusconi stava cercando i volti per la sua televisione: mi offrì un contratto di un anno, ma io avevo già due figli... Così mi chiese di lavorare dietro le quinte e di “curare” le voci di Canale 5. Per tre anni ho “curato” una sfilza di ragazze: Emanuela Folliero, Gabriella Golia, Susanna Messaggio, Licia Colò, Patrizia Rossetti, Paola Perego, Sabrina Salerno...».

Le faccio qualche nome: Maurizio Costanzo.
«Mi fece la prima intervista, era per “Grazia”. Mi piaceva la sua sottile ironia, capivi che in fondo ti prendeva per i fondelli. Ci sentiamo ancora, è instancabile. Mi ha dato l’indirizzo della dietologa che l’ha fatto dimagrire».

Alberto Sordi.
«Ti faceva ridere e divertire e quando era serio avevi solo da imparare. Io avevo una particina nel film “Amore mio aiutami”, fu lui a chiedere per me il permesso alla Rai per 15 giorni. Una sera disse che passava a prendermi: io pensavo a una festa e, invece, andammo a cena al Quirinale! Eravamo io, Sordi, il presidente Giovanni Leone, simpaticissimo, e sua moglie, Donna Vittoria, bellissima. Ero talmente nella “nebbia” che non ricordo nulla di quella cena».

Pippo Baudo.
«La prima volta in cui ci incontrammo parlammo in siciliano essendo entrambi originari di lì, io sono cresciuta fino a 7 anni a Siracusa dai miei nonni. Nel periodo in cui sembrava che tutti l’avessero dimenticato gli mandavo dei messaggini, gli voglio bene».

Corrado.
«Lo conobbi a “Canzonissima”, leggevo i numeri delle votazioni dei cantanti. Mi fece cambiare automobile, avevo un’utilitaria e lui mi prendeva in giro: “Ma ’ndo vai co’ ’sto carrettino?”. Alla fine comprai una Citroën DS, come la sua: a Roma la chiamavano “il ferro da stiro”».

Enzo Tortora.
«Lo conobbi a “La Domenica Sportiva” dove faceva i suoi interventi. Era un uomo eccezionale, un gran signore, abbiamo lavorato insieme anche fuori dalla Rai, per degli eventi. Durante il periodo del carcere mi scrisse una lettera in cui mi ringraziava per l’amicizia, purtroppo è andata persa in un trasloco».

Quando guarda la tv di una volta si commuove?
«Sento un po’ di nostalgia per alcune cose che non ci sono più. Adesso, quando vado in Rai come opinionista o come ospite, non c’è più quello spirito di corpo, di squadra, che “faceva” la Rai, dal cameraman all’assistente di studio e al microfonista».

Rimpianti?
«Mi spiace, forse, di essermi persa il contratto con Berlusconi e soprattutto di non aver fatto teatro con Alighiero Noschese. Io di natura sono una comica, sono ridanciana, magari avrei potuto mettere piede al teatro Sistina».

C’è ancora un sogno nel cassetto?
«Il sogno era fare questo programma, “Italia Sì!”. Quando sto lì mi diverto, sono ironica e un po’ cattiva, mai soddisfatta: ancora faccio la rivoluzione».

Per questo ha lasciato Roma e vive in Liguria, a Montemarcello?
«Era la casa delle vacanze: due anni fa ho scelto di venirci a vivere, è un borgo delizioso, magico. La sera accendo il camino e guardo i film, ci sono un po’ di amici. Indro Montanelli aveva una casa in paese. Lo incontrai otto mesi prima che morisse, lo salutai e lui scherzando disse: “Lei sì che è famosa, non io!”».

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