Matthew Fox, il protagonista di Lost, rivela: «Con la televisione ho chiuso, nel mio futuro c’è il cinema»

Manca poco meno di un anno all'attesissima conclusione di «Lost», il telefilm cult che torna su Raidue stasera, e l'interprete di Jack Shephard non vede l'ora: «I ritmi di lavoro mi impediscono di stare con la mia famiglia, non voglio essere un padre assente»...

27 Luglio 2009 alle 00:28

Manca poco meno di un anno all’attesissima conclusione di «Lost», il telefilm cult che torna su Raidue, stasera, con gli episodi della quinta e penultima stagione. Il finale è top secret, eppure Matthew Fox, protagonista della serie nel ruolo di Jack Shephard, giura di sapere come termineranno le vicende dei sopravvissuti del volo Oceanic 815. «L’ultima immagine di “Lost” è già stata decisa all’inizio» rivela a Sorrisi l’attore 43enne, ospite del Festival della Televisione di Montecarlo e del RomaFictionFest.
I fan saranno soddisfatti del finale?
«Sarà straordinario, ma di certo non accontenterà tutti. Sarebbe impossibile visto che ognuno, in questi anni, si è costruito nella mente il proprio finale di “Lost”».
Che cos’altro ci può dire?
«Tutti i pezzi del puzzle si ricomporranno alla fine. Saranno smentiti anche gli spettatori più scettici, quelli ancora convinti che gli autori abbiano sviluppato la trama un po’ alla volta, senza un disegno iniziale».
Che ruolo avrà il suo personaggio nell’ultima stagione?
«Una volta Jack era l’uomo della ragione, convinto di poter controllare la sua vita. Ma ora ha capito che il suo destino è legato all’isola ed è pronto all’estremo sacrificio perché si compia. Nella sesta stagione sarà il grande protagonista di una dura  lotta tra il Bene e il Male».
Le dispiace che tutto questo stia per finire?
«Non molto, in realtà. Sono pronto ad aprire un nuovo capitolo della mia vita. Lascerò le Hawaii e mi trasferirò con la famiglia in Oregon, dove vivono i miei fratelli. Voglio che i miei figli crescano con i loro cugini».
Non le mancherà neppure il clima tropicale?
«Per niente. Sono cresciuto in montagna, amo i cambi di stagione. Mi mancheranno, invece, alcune delle persone con cui ho lavorato in questi anni. Ma in questo mondo funziona così, ogni esperienza è destinata prima o poi a finire. Per questo intendo vivere intensamente gli ultimi mesi sul set».
Come continuerà la sua carriera?
«Di certo non lavorerò mai più in un telefilm. Non lo dico perché penso che il cinema sia meglio, anzi. Ma i ritmi televisivi mi impediscono di stare vicino alla mia famiglia. Ho due figli ancora piccoli, non voglio essere un padre assente. Il mio obiettivo è quello di girare uno o due film all’anno, e trascorrere il resto del tempo senza lavorare».
Sua moglie, Margherita Ronchi, è d’accordo?
«Stiamo insieme da 22 anni, e condividiamo ogni decisione. Se sono diventato un attore è anche grazie a lei. Dopo l’università, mi ha incoraggiato a inseguire il sogno di diventare un artista. Mi ero laureato in economia, ma dopo il primo colloquio a Wall Street ho capito che non sarei mai stato felice lavorando in quel campo».

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