Michelle Hunziker: «Striscia mi aiuta a stare bene»

Divisa tra il tg satirico di Canale 5 con Gerry Scotti e la famiglia “allargata” che la aspetta a casa. «Registriamo le puntate per motivi di sicurezza» rivela la conduttrice che ci racconta la sua vita quotidiana con marito, figli, amici e cani: «Ho avuto dei momenti di sconforto, lavorare è stato fondamentale»

Michelle Hunziker  Credit: © Graziella Lopedota
21 Maggio 2020 alle 08:00

Parlare con Michelle Hunziker è come ascoltare il suono cristallino di un ruscello di montagna. Ti trasmette serenità. È sempre allegra, positiva e non si innervosisce mai, nemmeno quando la linea telefonica va e viene e i miei due cani attaccano a ululare (abbaiare non bastava) sentendo il citofono suonare. «Non ti preoccupare, ti capisco, io ne ho tre di cani…» mi rassicura lei dalla sua casa di Bergamo. Qui sta trascorrendo la “quarantena” con la sua super famiglia. Oltre al marito Tomaso Trussardi e alle loro figlie Sole e Celeste, c’è pure Aurora e fino a pochi giorni fa anche Goffredo, il fidanzato, e Sara la migliore amica di Auri. Un nido sicuro che Michelle lascia solo per andare a condurre “Striscia” assieme a Gerry Scotti.

Michelle, cosa significa per lei continuare a lavorare in questo periodo?
«Mi sento benedetta. Ogni volta che ci vediamo con Gerry, ci abbracciamo “col pensiero”, mantenendo la giusta distanza, e siamo grati di fare “Striscia” e sapere che così stiamo facendo un servizio importante. Portare leggerezza nelle case dove c’è disperazione è una sensazione bellissima. E gli spettatori hanno dimostrato di apprezzare il nostro impegno».

È vero. Anche gli ascolti parlano chiaro.
«Assolutamente! Sono arrivata a Striscia il 9 marzo, in pieno inizio di “lockdown”. Non abbiamo mai lasciato il nostro pubblico, ogni sera con servizi nuovi, importanti inchieste e momenti di leggerezza. Gli ascolti sono stati ottimi e spesso “Striscia” è stato il programma più visto della giornata. Questo è molto gratificante sia per me e Gerry, sia per tutta la squadra di “Striscia”».

Come vi organizzate per fare il programma?
«Per la nostra salute e quella degli altri, abbiamo deciso di andare a Cologno Monzese (Milano) solo due volte la settimana: lunedì e mercoledì registriamo tre puntate alla volta. Ma facciamo sempre anche qualche lancio “neutro” per un servizio che magari verrà aggiunto in seguito, perché Antonio Ricci ci tiene che “Striscia” sia all’insegna dell’attualità».

In video lei è perfetta. Non mi dica che si prepara da sola come fanno tante sue colleghe...
«I pochissimi che vanno a lavorare a Mediaset hanno a disposizione truccatori e parrucchieri: entrano uno alla volta e sono bardati come astronauti. I nostri camerini sembrano laboratori della Nasa e sono sanificati con l’ozono. Mediaset è molto attenta e non ho paura di andare a lavorare».

A proposito di spostamenti, è mai stata fermata a un posto di blocco?
«Una volta. Stavo tornando a casa, ma appena ho abbassato il finestrino mi hanno detto che potevo andare perché sapevano che lavoro a “Striscia”. Io comunque avevo l’autocertificazione e ho scambiato due chiacchiere con le Forze dell’ordine che stanno facendo un lavoro incredibile».

Fino a quando andrete avanti a registrare?
«Forse già da lunedì prossimo torneremo in diretta tutti i giorni. Ma cambierà comunque poco perché tra me, Gerry e gli operatori, in studio saremo una decina di persone. Gli autori non li vediamo mai e Ricci scende giusto per un saluto a distanza».

Fa impressione lavorare in uno studio vuoto?
«All’inizio era stranissimo, sembrava di essere sulla luna. Io adoro il pubblico e il calore che ti dà, ma poi ci siamo abituati anche perché c’è grande affiatamento con Gerry e i tecnici, ci divertiamo e non avvertiamo troppo il senso di vuoto».

Che vi divertite si vede anche dai servizi sulle vostre papere…
«Noi viviamo delle nostre papere, ne facciamo tantissime e le lasciamo tutte!».

Al contrario, per colpa della “fake news” che è circolata dopo il servizio dedicato alla giornalista Rai Giovanna Botteri, lei ha sofferto tanto.
«Una storia surreale e vergognosa. La maggioranza di quelli che ci ha accusato di aver offeso Giovanna non aveva neppure visto il servizio e questo la dice lunga sulla loro malafede. Hanno montato un’ indegna gazzarra su un falso. Noi prendevamo le difese della Botteri, vittima degli odiatori seriali, e loro ci hanno accusati di averla offesa. Oggi sorrido perché con Giovanna ci siamo parlate e fatte delle belle risate. È una battaglia vinta, ma non è stata piacevole. Perché per quel servizio hanno attaccato “Striscia”, me e mia figlia insultandoci pesantemente. Alla fine è bastato che Giovanna Botteri avesse modo di vedere personalmente il video per smentire lei stessa la fake news che aveva scatenato le ire e gli insulti di giornalisti, commentatori e tanti “leoni da tastiera”. L’assurdo è che per difendere una donna, che oltretutto non ha mai voluto essere difesa, ne hanno massacrata un’altra e la sua famiglia. Io, che ho la pellaccia dura, sono stata malissimo due giorni. Chi non ha difese come me e viene massacrato così come fa? Il cyberbullismo è pericoloso. Infatti, con l’avvocato Giulia Buongiorno stiamo verificando se possiamo proporre un disegno di legge per mettere un filtro agli insulti. Ancora non si possono denunciare gli “haters”, gli odiatori, perché su Instagram fanno quello che vogliono e non si può risalire alla loro identità».

Passiamo a un argomento più edificante: Odino, il cucciolo voluto tanto da suo marito.
«Quando Tomaso me ne ha parlato, non ero convinta di prendere un terzo cane. Ma lui, che conosce il mio istinto materno, l’ha preso senza avvisarmi. Quando l’ho visto in foto, con quel codino storto, me ne sono innamorata subito e appena è arrivato a casa sono andata fuori di testa!».

In casa gira anche un gatto. Da dove viene?
«Ma è Saba, la gatta di Aurora, venuta anche lei in quarantena con noi. Il problema è che dovendo tenere la porta della terrazza aperta per i cani, lei scappa sui tetti. Così le abbiamo messo un collare gps per localizzarla».

Si è improvvisata anche parrucchiera tagliando i capelli a Goffredo. E stata dura convincerlo?
«Al contrario! È stato lui a chiedermelo in ginocchio. Anche sua madre da Roma mi chiamava pregandomi di tagliargli i capelli. Visto il risultato, li ho aggiustati anche a Tommy: la cosa importante è pulire le basette, intorno alle orecchie, tenere pulito il collo e sfumare la nuca».

Qualcosa che invece l’ha messa in difficoltà?
«I primi tempi, quando le scuole si stavano preparando all’insegnamento a distanza ho pianto due volte per la disperazione. Non sapevo dove sbattere la testa tra login, password, applicazioni, collegamenti wi-fi che non andavano e la bimba che si spazientiva. Stavo per gettare la spugna. Poi di colpo le cose si sono sistemate».

Altre faccende odiose di cui si è occupata?
«Sono dovuta tornare nella mia casa di Milano dove il 90% delle piante era morto. Ho passato una giornata a buttare il cibo andato a male o ammuffito e a pulire. Alla sera ero distrutta. Un’altra cosa che mi è pesata molto è stata fare il cambio degli armadi. Lo faccio per tutti. Ci metto due o tre giorni, armadio dopo armadio. Stirare mi rilassa e lavare non mi dispiace, invece una cosa che mi dà fastidio la mattina è raccogliere i “regalini” di Odino. Ma l’amore è più grande del fastidio».

Veniamo invece alle cose belle che ha scoperto.
«Questa “quarantena” mi ha riempito di esperienze nuove. Passo tanto tempo con Aurora a parlare e girare video divertenti. Anche con Sara e Goffredo abbiamo chiacchierato tanto. Allenarmi sui social insieme ai follower, due volte la settimana, è bello e continuerò a farlo: mi dà un senso di vicinanza con le persone che mi scrivono e mi ringraziano perché stanno meglio. Poi ho scoperto che so tenere un orto: ho piantato erbe aromatiche, pomodori, peperoncini. È utile e bello per le bimbe vedere crescere le piantine».

Non perde mai le staffe?
«Non in questo periodo, ma in passato è successo. Mai con i figli o gli amici, però. Magari con mio marito... Nella vita ho gestito tante cose negative e sono abituata a essere diplomatica e a pensare tre volte prima di parlare. Agire di impulso non serve».

A proposito di marito, come va la convivenza?
«Lui è molto concentrato a salvare la sua azienda. Combatte come tutti, ha un ruolo che gli impedisce di farsi vedere nei nostri video, ma è una persona molto divertente. Abbiamo vissuto una quarantena serena e, come mi sta suggerendo lui in questo momento, sicuramente non divorzieremo (ride). Questo periodo ci ha obbligati a confrontarci, a stare assieme 24 ore al giorno e abbiamo scoperto cose belle e nuove di noi. Abbiamo iniziato anche a vedere assieme le serie tv, mentre prima era impossibile perché arrivavamo a casa distrutti. Sono il nostro appuntamento serale. Dopo “Il trono di spade” e “La casa di carta”, “Vis a vis” è diventata una droga. E ora stiamo rivedendo una vecchia serie: “Prison break”».

C’è stato un momento particolarmente difficile?
«Cerco sempre di trovare il buono intorno a me. Ma ci sono stati due o tre giorni qui a Bergamo, quando non sapevano dove mettere i morti e li portavano via con i mezzi dell’esercito, in cui mi sono fatta prendere dalla sconforto. Ho fatto un grande lavoro su me stessa per tirarmi su. È stata dura. Conosciamo tante persone che sono in terapia intensiva o che non ce l’hanno fatta».

Avete fatto qualcosa per Bergamo?
«Abbiamo aiutato l’ospedale Papa Giovanni XXIII con una bella iniziativa promossa dal Cesvi grazie alla quale abbiamo raccolto un milione e mezzo di euro. C’è stata grande solidarietà».

So che adesso è difficile fare progetti per il futuro. Ma ha qualche ipotesi sul suo domani?
«Sto buttando giù delle nuove idee, aspettando di capire quello che succederà. “Striscia” è una certezza, per il resto, programmi come “All together now”, che sono assembramento puro e necessitano del pubblico, saranno difficili da fare quest’anno. Ma saremo creativi e a gennaio ci potrebbero essere delle novità».

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