Amadeus, dopo Reazione a catena uno show in prima serata

Il popolare conduttore si prepara al ritorno in primetime e svela il segreto della sua giacca azzurra

Amadeus  Credit: © Olycom
14 Agosto 2015 alle 06:53

«Non è blu Navy. Non è carta da zucchero. È... “azzurro Reazione a catena”!». Amadeus scherza sul colore della giacca che indossa sempre quando conduce il quiz di Raiuno. «In realtà sono due, ma sono identiche».

E perché in trasmissione indossa sempre quelle?
«Perché mi piace avere una “divisa” in ogni mio programma. Credo che il conduttore debba essere al servizio della trasmissione, e l’abito fa parte della scenografia. Tu accendi la tv e vedi chi presenta all’interno di un contesto che hai già memorizzato e a cui ti sei affezionato. A “L’eredità” ho indossato l’abito nero con la camicia bianca per quattro anni. Ma in fondo è anche pigrizia, così non devo pensare a cosa mettermi...».

E come è nata la tonalità «Reazione a catena»?
«Volevo un colore che ricordasse Napoli perché è da lì che andiamo in onda. E allora l’azzurro è perfetto. I colori hanno sempre avuto importanza nel mio lavoro. E dire che sono daltonico! La mia prima apparizione in tv è stata nel 1988 su Italia 1 con “1, 2, 3... Jovanotti”. Lorenzo mi aveva scelto per fare il presentatore: avevo un completo rosa di paillette».

Dica la verità, essendo daltonico l’ha scoperto solo dopo che era rosa...
«Lui dice che mi voleva perché ero buffo e un po’ matto... Magari, ora che mi ci fa pensare, mi ha scelto perché ero l’unico disposto a vestirmi, a mia insaputa, di rosa. Dicevo solo: “Ecco a voi Jovanotti!”, una battuta di cinque secondi. Ma mi ha cambiato la vita perché da lì è cominciato tutto».

E oggi conduce un quiz di successo...
«Quando davanti alla tv ci sono il nonno e il nipotino insieme allora sei entrato davvero nelle case degli italiani». Qual è il segreto? «Che io sono il primo ad annoiare me stesso. Allora cerco di tenere un bel ritmo e di rendere la conduzione sorprendente. Il programma è forte, ben scritto e strutturato. Ti aggancia e ti fa venir voglia di giocare. Io provo a unire alla liturgia del quiz il calore dei concorrenti. E poi c’è l’allegria che mi porto dietro perché non do mai niente per scontato. A cominciare dalla fortuna di fare questo mestiere».

È il più bello che c’è?
«È quello che ho sempre voluto fare, fin da bambino. Allora i presentatori erano Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado: figure mitologiche. Sarebbe stato più facile dire: “Voglio fare l’astronauta”». E invece… «Eccomi qui, con un diploma di geometra preso promettendo ai professori che non avrei mai fatto il geometra, e una carriera di conduttore che ha avuto momenti belli e altri difficili. Conosco la vista dalla vetta della montagna ma pure quella dalla pianura, quando devi ricominciare a scalare».

L’8 settembre ritorna in prima serata su Raidue con «Stasera tutto è possibile».
«È un format che ha successo in tanti Paesi. In ogni puntata ci sono sette personaggi famosi alle prese con diverse prove. Non c’è gara né giuria, solo la voglia di divertirsi insieme. Vedrete ballo, canto, mimo e una prova cult: il “set inclinato”. Su una pedana inclinata di 22,5 gradi gli ospiti dovranno improvvisare, seguendo le mie indicazioni, una scenetta. L’equilibrio precario complica la situazione e la rende molto divertente. Provi lei a versare l’acqua della brocca in un bicchiere in quella posizione…».

Seguici