«Avanti un altro!»: Paolo Bonolis e sua moglie Sonia Bruganelli festeggiano le mille puntate del preserale

E svelano il loro metodo: «Lavoriamo insieme, ma lontani l’uno dall’altra». «E quando siamo a casa non parliamo di tv» raccontano. «È un’abitudine molto sana...»

Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli. Sono sposati dal 2002 e hanno tre figli. Paolo e Sonia lavorano insieme da «Ciao Darwin» nel 1998  Credit: © Frezza/La Fata
1 Marzo 2018 alle 11:19

Esono 1.000! Il 6 marzo va in onda la millesima puntata di «Avanti un altro!» e per l’occasione, in fila a giocare e a rispondere a domande sulla storia dello show, ci saranno tutti coloro che questo programma lo fanno da sette anni: autori, truccatori, costumisti, parrucchieri... «Più che festeggiare dovremmo chiedere scusa per questo... “abuso”» scherza Paolo Bonolis che il format, oltre a condurlo, l’ha inventato insieme con Stefano Santucci nel 2011. Battute a parte, c’è di che essere contenti. Anche perché l’ascolto medio si attesta su quasi 4 milioni e mezzo di telespettatori tutti i giorni. Sonia Bruganelli, la moglie di Paolo Bonolis, è l’artefice di buona parte di questo successo. È lei, con la sua società di casting, a scovare i concorrenti, il pubblico e gli improbabili e divertenti personaggi del salottino. E commenta così il traguardo raggiunto dalla creatura televisiva sua, di Paolo e di tutta la loro squadra: «È una soddisfazione enorme, perché è un format nato qui in Italia».

Sonia, lavorare con suo marito le piace o è una seccatura?
«In fondo è piacevole, perché lavoriamo in tempi diversi: io comincio prima, nella fase della preparazione del programma. Lì ci sono riunioni durante le quali Paolo e gli autori, Sergio Rubino e Marco Salvati, ci chiedono di “rendere umane” le loro visioni».

E poi?
«Poi inizia il nostro lavoro di casting e di redazione, e quando tocca a Paolo noi il grosso lo abbiamo fatto. Insomma, non siamo a diretto contatto. Anche quando ci troviamo entrambi agli studi Elios, durante il giorno ci incontriamo magari per un caffè, ma lui va dal camerino in studio e viceversa, mentre io sono sempre al lavoro in redazione e in produzione».

È per questo che è piacevole?
«(Ride). Già. In realtà una cosa positiva c’è: ci si comprende. Io so che quando la sera Paolo torna a casa dopo aver registrato due puntate è stanco e ha voglia di parlare poco. Lui sa che quando mi guardo un centinaio di casting poi non ho nessuna voglia di raccontargli se abbiamo trovato un personaggio carino».

A casa non parlate di lavoro?
«No, quasi mai. Se non partecipo a una riunione gli autori danno per scontato che Paolo me ne parli poi a casa. Ma non è così. E meno male: è salvifico. Ci pensa, a parlare solo di quello?».

Parliamone ora: come sceglie i concorrenti?
«Devono avere voglia di mettersi in discussione e divertirsi. Questo non è un quiz tradizionale: chi partecipa non lo fa per dare una svolta alla vita, ma per il solo gusto di giocare. Lo stesso vale per il pubblico che è parte integrante del programma: dove la trovi una trasmissione nella quale uno si alza e va a offrire il panino con le melanzane al conduttore? Per non parlare delle signore che assalgono il “Bonus” (Daniel Nilsson, ndr)».

Il suo camerino e quello di Paolo sono distanti...
«Da lui c’è una temperatura tropicale: quando entro spengo il riscaldamento e lui protesta. E comunque nel mio camerino non ci vado mai: non amo stare da sola. Preferisco lavorare con la squadra. Mi piace stare tutti insieme, lì dove si vedono i provini, escono fuori i personaggi: è nella fabbrica creativa che è il bello».

Invece il camerino di Paolo oltre che un forno è pure silenzioso.
«Dopo aver registrato in mezzo al delirio, ha bisogno di silenzio».

E le altre dinamiche del vostro rapporto?
«Il mio essere “social”. Lui odia questo aspetto. Le più grandi discussioni le facciamo perché per me il web e i social sono fondamentali anche per il mio lavoro, mentre lui vede solo che mi assento con il telefonino in mano e questo lo fa impazzire».

Il più critico tra voi?
«Lui. Ho mille remore a fargli vedere le cose perché lui mi stronca. Faccio un’intervista? Mi critica. Una foto? Mi distrugge (ride)». A questo punto Paolo interviene nella nostra chiacchierata e la smentisce: «Non è vero. Ho sempre stimato Sonia, credo nelle sue capacità: è bravissima a fare il suo lavoro».

Il più pignolo?
«Lui. Con se stesso e con gli altri».

Il più pigro?
«Sempre lui».

Chi arriva prima al lavoro?
«Dipende. In genere mi sveglio prima io, per accompagnare i ragazzi a scuola e lui dorme un po’ di più. Quando invece li accompagna lui, io ne approfitto per riposare. Ma questo succede, se va bene, una volta alla settimana...».

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