Bebe Vio conduce «La vita è una figata!»

La schermitrice paralimpica racconta il suo nuovo programma, in onda su Rai1 dall'8 ottobre

Bebe Vio
6 Ottobre 2017 alle 12:55

Bebe Vio diventa conduttrice tv. Il debutto, l’8 ottobre, nel pomeriggio domenicale di Raiuno. «La vita è una figata!» (il linguaggio giovanile è quello tipico della protagonista) presenterà personaggi noti o sconosciuti, intervistati dalla campionessa di fioretto per far scoprire il loro lato combattivo. «Persone anche normalissime» come ci dice la stessa Vio «che fanno le loro paralimpiadi giornaliere»: dall’ex tossicodipendente che ha timore a reinserirsi nel mondo del lavoro al personaggio famoso che ha dovuto combattere contro la propria timidezza. Bebe Vio, come molti sapranno, è stata vittima a 11 anni di una meningite fulminante in seguito alla quale le sono state amputate braccia e gambe. Delle speciali protesi, e soprattutto una passione e una volontà di ferro, le hanno permesso di diventare una campionessa mondiale, Oro alle Paralimpiadi di Rio 2016, e un’ambasciatrice della cultura italiana in tutto il mondo, invitata tra l’altro da Barack Obama alla Casa Bianca. 

È sua l’idea del programma?
«No, a me non sarebbe mai venuto in mente, né pensavo di essere in grado di fare tv. Ho detto di sì perché avrebbero partecipato anche dei ragazzi dell’associazione Art4sport, fondata dai miei genitori, per disabili che vogliono fare sport. Lo scopo del programma è dimostrare che non sono solo io a riuscire a fare delle cose, ma che chiunque, se si mette di buzzo buono, se s’impegna veramente, può riuscire a ottenere tanto dalla vita».

Lei è abituata alle dirette sportive e ai fotografi: com’è stato il debutto da conduttrice?
«Molto strano, perché non è il mio ruolo. Però è stato anche facile perché erano tutte storie che mi interessavano. Di tanti ospiti non sapevo davvero nulla e quindi ero curiosissima, li martellavo di domande. Infatti le interviste sono durate molto di più, ciascuna 40 minuti, poi ridotti solo a sette in sala di montaggio. È stata un’esperienza pazzesca».

È nata una nuova stella della conduzione televisiva?
«Nooo, mai avuto intenzione di diventarlo. L’ho preso come un gioco, avevo tempo per farlo e l’ho fatto».

Quando l’avete realizzato?
«Le sei puntate hanno una parte in cui si descrive la vita degli ospiti e un’altra in cui io li intervisto, in un loft a Roma arredato come se fosse casa mia. La mia parte l’abbiamo girata tutta in una settimana, poco prima dell’estate. Anzi, devo fare i complimenti ai cameraman che hanno lavorato come pazzi per fare in tempo».

Qualche giorno fa era a Lucca a vedere i Rolling Stones. Che musica le piace?
«I Rolling Stones piacciono molto a mio fratello e ogni occasione è buona per fare qualcosa insieme. Io ascolto di tutto, da Jovanotti ad Asap Rocky, la techno e le canzoni dell’estate».

Lei è un esempio per tutti, sportivi e non, ma anche un personaggio popolare e mediatico. Non teme a volte di venire approvata per la sua «eccezionalità» ancor prima che per il suo talento?
«Nasco come atleta e rimango un’atleta, e da atleta so che se non ti alleni tanto e non fai le gare bene non vincerai mai. Non penso di essere un personaggio pubblico, non partecipo a grossi eventi ma solo a cose a cui tengo veramente, seleziono tanto. E ora non vado in tv per vanità ma per parlare dell’associazione».

Cosa vede in tv?
«Naturalmente tutti i canali sportivi e qualche film. Poi mi fisso con alcune cose: tra gli show “E poi c’è Cattelan”, tra i telefilm “Grey’s Anatomy”. Ma li vedo quando posso. Purtroppo non sono mai a casa e guardo la tv a piccolissime dosi».

Prossime imprese?
«I Mondiali di scherma paralimpica. Stavolta noi italiani giochiamo in casa, a Roma, dal 6 al 12 novembre».

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