Bruno Bozzetto: il papà del «signor Rossi» si racconta

Il grande disegnatore, ospite a Torino al «Cartoons on the bay», ha ricevuto un premio alla carriera. E regala ai lettori un'irresistibile vignetta realizzata proprio per Sorrisi

19 Aprile 2018 alle 09:40

Tutti ricordano il suo «signor Rossi», il personaggio a fumetti che rappresenta l’italiano medio. O ancora i suoi disegni animati, utilizzati da Piero Angela per rendere più chiari alcuni temi trattati a «Quark». Bruno Bozzetto è un distinto signore di 80 anni, dagli occhi di un celeste chiaro, un senso dell’umorismo fuori dal comune e una passione per il windsurf.

Bruno…intende proprio quello sport con la tavola e la vela?
«Sì certo. Ogni estate, da più di 20 anni, vado in Sardegna a Porto Pollo, un paradiso dei surfisti per il vento costante, e pratico il windsurf. Non faccio certo le evoluzioni, ma mi piace tanto andare a largo e ascoltare solo il rumore del mare. D’inverno invece scio…»

È uno sportivo, insomma.
«Mi piace respirare la natura. Infatti abito in campagna vicino a Bergamo. Con la mia famiglia e con “Beelen”».

Chi è Beelen?
«Una pecora bellissima. L’abbiamo trovata tre anni fa che aveva ancora il cordone ombelicale attaccato. L’abbiamo allevata in salotto, dandole da mangiare con il biberon. Si è abituata e ora si sente un cane. Il problema è che è cresciuta e in casa fa dei danni, allora stiamo cercando di convincerla a vivere nella sua casetta di legno in giardino. Ma non è facile. Oltretutto ha imparato ad aprire i chiavistelli per entrare nei cancelli».

Come fa ad aprire i chiavistelli?
«Con i denti. È intelligentissima sa? E le piace tanto tirare su e giù le zip delle chiusure lampo dei giubbotti…Ma non è l’unico animale che abbiamo in casa. Ora ci sono anche tre cani e un gatto. Ma abbiamo avuto 5 passeri, 3 oche, 2 cincillà…».

A Torino, al Festival «Cartoons on the bay» appena concluso, lei è stato il primo artista a essere inserito nella Hall of fame dell’animazione. Un riconoscimento importante per la sua carriera.
«Ne sono onorato e commosso. E anche incredulo».

Attraverso i suoi disegni la conoscono tutti: per tanti anni ha aiutato Piero Angela a portare la divulgazione scientifica nelle case, con le sue «pillole di Quark» animate…
«Ho sempre ammirato Piero Angela. Ho letto tutti i suoi libri anche più volte. Li leggevo e ne immaginavo dei film. Una volta, ancora non lo conoscevo, provai a contattarlo e gli proposi di fare un film animato da un suo libro, ma era troppo costoso. Qualche mese più tardi Piero mi richiamò e mi disse: sto immaginando delle piccole rubriche all’interno di “Quark” per spiegare temi scientifici attraverso dei disegni animati. Le va di provare? Ricordo che la prova la feci su “quanta energia consuma un filosofo”. Scrissi la sceneggiatura, lo storyboard e lo disegnai. Dissi a Piero: “Io lo vedrei così”. Gli piacque moltissimo e da allora ne seguirono un centinaio. Ci sentivamo ogni tanto, lui mi indicava i temi e io gli proponevo i “cortometraggi” animati».

Siete amici?
«Non ci vediamo spesso, ma direi di sì. Una volta ricordo che dovevo disegnare una drosophila, un insetto che viene attirato dal vino. Non sapevo come farlo allora lo chiamai. Lui era in America e la nostra conversazione fu surreale. Abbiamo riso del fatto che se qualcuno avesse intercettato quella telefonata avrebbe pensato che stavamo parlando in codice e magari ci avrebbero arrestato!».

Come è nato il signor Rossi?
«Il primo film del signor Rossi nasce da una situazione vera che mi è capitata. Avevo mandato un mio film al Festival di Bergamo ma non venne accettato. In compenso, quando andai a vedere i film, ce n’erano di molto più brutti del mio. Disegnai allora un film che raccontava questa storia e in modo inconsapevole immaginai il signor Rossi con il nasone e i baffetti: era praticamente il ritratto del direttore del Festival»!

Il signor Rossi è l’uomo comune italiano…
«Ed è ancora attuale perché in fondo siamo tutti noi. Oggi lo attualizzerei un po’, rendendolo più adatto ai bambini. Diciamo che ci stiamo lavorando…»

Lei cosa guarda in televisione?
«I film, soprattutto le commedie francesi, fatte con garbo e intelligenza. Non mi piacciono i filmoni con gli effetti speciali. Amo le serie televisive come “House of cards”, “Breaking Bad”, “1992”. Mi piacciono meno le serie come “Gomorra” e “Suburra” perché sono troppo verosimili e mi angosciano».

E ora cosa l’aspetta (a parte il windsurf)?
«Il 16 maggio esce in Francia, e a seguire in Italia, un libro: una graphic novel che è un sequel della storia dei fratelli Vip: “Minivip & Supervip – il mistero del Via Vai”. È bello, allegro, spiritoso e tocca diversi temi sociali, come quello dell’inquinamento. A 80 anni è il primo libro della mia carriera. E sono davvero emozionato».

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