Canale 5 cambia look (a partire dal Tg5) con un nuovo logo

Dal 16 aprile la rete ammiraglia di Mediaset rinnova la sua immagine. Due «pilastri», Giancarlo Scheri e Clemente J. Mimun, spiegano come e perché

13 Aprile 2018 alle 12:24

C’è aria di novità a Canale 5: dal 16 aprile la rete ammiraglia di Mediaset cambia abito. Avrà infatti un nuovo marchio e una nuova veste grafica. A cominciare dal nuovo logo e dalla nuova sigla del Tg5, che per l’occasione rinnoverà anche la scenografia dello studio.

Guardando al futuro

Come spiega Giancarlo Scheri, direttore della rete, «Canale 5 avrà una nuova immagine dopo tanti anni. Lo spiegheremo ai telespettatori attraverso dei ?promo? nei prossimi giorni». La scelta di rinnovare loghi, sigle e grafiche non è casuale. «Per noi, che siamo una rete generalista moderna e proiettata verso il futuro, l'immagine è importante. Canale 5 continua a migliorare. In prima serata, da gennaio, anche grazie al grande apporto di ?Striscia la notizia?, siamo cresciuti di un punto e mezzo di share rispetto a gennaio scorso. Una rete come la nostra, sempre più votata all'autoproduzione dei programmi (fatti da noi, non importati o acquistati), è la dimostrazione che la tv generalista è più viva che mai. E questo anche grazie all'eccezionalità di chi ci lavora, dagli artisti agli autori. I nostri programmi si evolvono e migliorano ogni anno, adattandosi al gusto dei telespettatori. Era giusto che anche la nostra immagine seguisse questa crescita».

La scelta di cambiare dal 16 aprile non è casuale. «Abbiamo deciso di farlo in questo periodo perché stanno partendo tanti programmi importanti, dal serale di ?Amici? di Maria De Filippi al nuovo programma di Michelle Hunziker ?Vuoi scommettere? (ma il titolo è provvisorio), dal ?Grande Fratello? con Barbara d'Urso alle prime serate di Canale 5 con i giochi come ?The Wall?, ?Caduta libera? e ?Avanti un altro!?). E non dimentichiamo gli eventi sportivi con le partite di Champions e i Mondiali di calcio».

Proprio 40 anni fa nasceva il simbolo di Telemilano, che nel 1980 si trasformò in Canale 5: «Negli anni il logo è cambiato sette volte. Fino ad arrivare a quello nuovo, moderno, stilizzato, con uno sguardo al passato ma proiettato verso il futuro» conclude il direttore.

La nuova immagine della rete è stata curata dalla Direzione creativa coordinamento immagine Mediaset, mentre tutta la nuova grafica è stata affidata all'agenzia milanese Monkey Talkie, che ha vinto la gara internazionale che ha coinvolto quattro agenzie. Insomma, un logo che più di tendenza non si può. Come conferma Michele Mariani, direttore creativo esecutivo della storica agenzia Armando Testa: «La tendenza della grafica dei loghi è di andare verso linee più pulite e sintetiche possibili. Oggi più che mai c'è bisogno di semplicità, perché il mondo è sempre più complicato e siamo bombardati da milioni di immagini difficili da memorizzare. I loghi sono vivi ed è giusto che cambino come la società che rappresentano e il pubblico a cui si rivolgono».

La svolta delle news

L'altro grosso cambiamento riguarda il Tg5 e ce lo spiega il direttore della testata Clemente J. Mimun: «La nuova grafica è bellissima, cambia profondamente come pure lo studio, più chiaro, gradevole e moderno, anche se rimane nel solco della tradizione. Quando sono diventato direttore nel 2007 avevo fatto levare dalla sigla il mappamondo, un po' vecchio stile. Ma poi, a parte un restyling intermedio, non abbiamo mai rivoluzionato così profondamente l'immagine del Tg5». Mimun rassicura però il suo pubblico: «I telespettatori non saranno scioccati dal cambiamento che sarà deciso ma discreto e riguarderà in parte anche i contenuti. Il nostro sarà un tg sempre più accurato e profondo. L'obiettivo è infatti cercare di conservare il nostro pubblico e avvicinare anche i più giovani, abituati a una fruizione mordi e fuggi».

La grafica e lo studio nuovi arrivano in un momento di svolta per il Tg5: «Nato come telegiornale di cronaca nel 1992, con il tempo ha assunto una fisionomia diversa, aggiungendo il costume, la moda e il gossip. Con me ci si è concentrati sull'economia e sulla politica. Al punto che, durante l'ultima campagna elettorale, dedicando 15 minuti alla politica in ogni telegiornale, abbiamo guadagnato 300 mila telespettatori a edizione. Il che significa che siamo un tg che si guarda non perché è diverso dal Tg1, ma perché dà tutte le notizie, inclusa la politica e l'economia. Raccontandole argomento per argomento e cercando voci interessanti e qualificate. Tutto questo ha portato a dei buoni risultati: abbiamo 26 anni, i tempi cambiano ma noi manteniamo una quota di pubblico importante».

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