I consigli per vivere al meglio il nostro mare

Bagni rinfrescanti, una tintarella sicura e zero pensieri. Assicuriamoci il giusto relax con l’aiuto degli esperti

Donatella Bianchi
2 Agosto 2018 alle 16:24

Il segreto del divertimento è amare le coste e i fondali

Se c’è una che di mare se ne intende, questa è Donatella Bianchi, volto di «Linea blu» e presidente di Wwf Italia, da sempre in giro lungo le coste del nostro Paese in cerca di spunti e novità.

Ogni anno si assegnano le bandiere blu alle spiagge più pulite. Com’è la situazione dei litorali?
«In Italia c’è una varietà che nessun altro Paese affacciato sul mare ha. La sabbia bianca di Villasimius, i fondali calcarei di Lampedusa, le rocce vulcaniche di Pantelleria... Solo all’Isola d’Elba ci sono quasi tutti i tipi di spiagge esistenti al mondo. Le “Bandiere blu” (o le “5 vele”) premiano non la bellezza, scontata, ma le buone pratiche ambientali delle amministrazioni locali. Il Mediterraneo è un mare ancora forte, dove c’è biodiversità. Ma oggi il vero pericolo, il “mostro”, è la plastica. È ovunque! Balene, capodogli e il 90% delle tartarughe che soccorriamo sulle coste la ingeriscono. Per questo invito tutti a bandirne l’uso e a firmare la petizione del Wwf (su www.wwf.it/petizione_plastica.cfm, ndr)».

In vacanza si può evitare l’uso di plastica?
«Sì, l’abitudine di non portare più al lido piatti, bicchieri, posate e cannucce monouso dovrebbe diventare di moda. Insegniamo ai bambini a raccogliere le bottiglie anziché le conchiglie e i granchietti. E a camminare sulla posidonia, amandola. Perché se questa pianta c’è, significa che il mare è in salute».

Filtri solari, shampoo e bagnoschiuma?
«Ahimè, inquinano anche loro, a meno che non siano naturali».

Lei va spesso in barca per lavoro. Può suggerirci i comportamenti corretti?
«Rispettare le regole sui rifiuti e i limiti imposti dalle Capitanerie sull’avvicinamento alle coste è la base. Ma attenti pure ai rumori. Schiamazzi e musica a volume alto, oltre a disturbare i vicini di ombrellone a terra, spaventano gli animali al largo. In questi giorni sono a Marettimo e ho una bella notizia: dopo anni è stata riavvistata la foca monaca. Ora però scatterà la caccia a rincorrerla, magari per una foto. Ho visto diportisti e ragazzi in moto d’acqua inseguire balenottere e delfini per un selfie. Ma così, senza volerlo, li distraiamo e li portiamo fuori dalle loro rotte!».

E durante le immersioni?
«Niente “souvenir”: guardiamo, ma resistiamo alla tentazione di portarci a casa ricci o stelle marine».

Nemmeno una patella?  
«Neanche! Nessuno lo sa, ma le patelle sono minacciate dal rischio di estinzione. E qui si apre un altro capitolo: si pesca troppo. Le meduse aumentano perché mancano i pesci loro predatori».

Allora al ristorante che pesce dobbiamo ordinare?
«Sugarelli, spatole, sarde. Ce ne sono in abbondanza. Economici, sempre freschi e ricchi di Omega 3».

Basta poco per proteggersi dai rischi

Vacanze a tutta salute? Ecco i consigli di Alberto Massirone, specialista in Talassoterapia e presidente di Agorà, Società italiana di Medicina a indirizzo estetico.

Quando fare il bagno dopo i pasti
«Se si mangia un biscotto o una fetta di anguria ci si può tuffare subito. E finito un pasto leggero (un’insalata e del pesce al forno, o un trancio di pizza), si può entrare in mare dopo un’ora. Diverso è se si pranza con fritto misto e gelato, che richiedono un processo digestivo più lungo: il contatto con l’acqua fredda può provocare i sintomi da congestione come nausea, vomito e svenimenti».

Camminare per «sgonfiarsi»
«L’acqua di mare è ipertonica: contiene sali in quantità superiore al nostro organismo. Per questo motivo, quando immergiamo le gambe fino a metà coscia si crea un’osmosi naturale e in pratica vengono drenati i liquidi in eccesso bloccati nei tessuti cutanei. Una passeggiata di una mezz’oretta lungo la battigia, due-tre volte al giorno, aiuta a contrastare i tipici gonfiori stagionali alle caviglie e ai polpacci».

La sabbia può irritare i bambini
«C’è chi ci si rotola senza problemi, alcuni bambini invece hanno paura della sabbia. Succede perché hanno la pelle più delicata e devono abituarsi alla sensazione. Insofferenti al prurito, tendono a ricordarsi dell’esperienza e non vogliono ripeterla. In questi casi, applicate la crema solare prima di andare in spiaggia e lasciatela assorbire: così i granelli non si appiccicano e il fastidio si riduce».

E se ci sfiora una medusa?
«Gli spray preventivi non funzionano. In caso di contatto con gli “cnidocisti”, le bollicine urticanti che la medusa perde quando sfiora la pelle, la prima cosa da fare è non sfregare la zona colpita, che va risciacquata con acqua di mare (e non con acqua dolce, ammoniaca o aceto). Per alleviare il bruciore, si può applicare un gel al cloruro di alluminio».

In caso di crampi niente panico
«Se il dolore prende il piede mentre si nuota dove non si tocca, bisogna afferrare la punta del piede con le mani e tirare delicatamente. Se il crampo è localizzato al polpaccio, occorre stendere la gamba, ma senza distendere il piede. In ogni caso, state tranquilli: tutto passa nel giro di pochi minuti».

Seguiamo le orme dei pirati

Il nostro cervello non va mai in vacanza. «La sua capacità di rigenerarsi è costante. In ferie, senza l’assillo dei problemi quotidiani, possiamo ricaricarlo» spiega lo psichiatra Raffaele Morelli, presidente dell’Istituto «Riza» di medicina psicosomatica.

Cavalchiamo le onde
«Il mare cambia sempre con il movimento delle onde. Cambiamo anche noi, con lui. Essere abitudinari (il sonnellino fisso, lo stesso ombrellone...) è sbagliato: bisogna avere lo spirito avventuriero dei pirati. Guai a fare bilanci o progetti (“Quando torno cambio lavoro, casa, vita...”). Il cervello è un seme che per germogliare ha bisogno di novità, passione e desiderio».

Togliamo l’orologio
«Siete nervosi o insonni? Non è il mare che stanca, ma le aspettative troppo alte: “Ho solo dieci giorni di ferie, devo divertirmi e provare tutto!”. Facciamo soltanto ciò che ci piace, senza fretta: pescare, correre, leggere. A volte basta annusare i profumi di una pineta a riva per risvegliare la parte più antica, istintiva e giocosa del cervello».  

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