Donnavventura: dal Mozambico alle Maldive nella decima puntata

Domenica 18 marzo alle 14 su Rete4 (e in replica sabato 24 marzo alle ore 15,30) torna con la decima puntata il grande viaggio alla scoperta dei colori e delle tradizioni dell'Africa e dell'Oceano Indiano

16 Marzo 2018 alle 16:46

Domenica 18 marzo alle 14 su Rete4 (e in replica sabato 24 marzo alle ore 15,30) torna con la decima puntata Donnavventura, il grande viaggio alla scoperta dei colori e delle tradizioni dell'Africa e dell'Oceano Indiano. 9 ragazze unite dalla passione per il viaggio e l'avventura che ci faranno conoscere dei luoghi meravigliosi, sia dal punto di vista naturale, sia dall'aspetto umano. Una di loro in particolare, Vanessa Villa, ci racconterà ogni tappa con i suoi reportage.

• Donnavventura: la nuova serie ci porta in Africa e Oceano Indiano
• Donnavventura: la seconda puntata ci porta in Kenya
• Donnavventura: ancora in Kenya con la terza puntata
• Donnavventura: da Malindi a Mombasa, fino a Nairobi nella quarta puntata
• Donnavventura, l'addio al Kenya nella quinta puntata
• Donnavventura: la sesta puntata ci porta in Etiopia
• Donnavventura: da Lalibela alla Dancalia nella settima puntata
• Donnavventura: dal Tigray a Zanzibar nell'ottava puntata
• Donnavventura: da Zanzibar al Mozambico nella nona puntata

Il Mozambico e le Maldive

Quella leggera brezza di sorrisi rinfrescava le nostre anime.
Quei volti luminosi solleticavano il nostro cuore.

Il Mozambico si stava mostrando come una terra di profonde rivelazioni, di potente semplicità e di grande forza. Era un luogo magico, dove la natura e le persone parlavano lo stesso linguaggio. Dove il vento e il mare si fondevano in un dolce canto.

A bordo di un minuscolo aeroplano volammo verso il blu dell’Oceano. Sotto di noi c’era solo il mare, infinito e profondo, delle piccole nuvole e la chiara luce del sole africano. Eravamo curiose di conoscere meglio quel territorio, così pacifico e armonioso. Pensierose, fummo riportate alla realtà da alcune sagome in lontananza. Quelle macchie chiare, a mano a mano che ci avvicinavamo con l’aereo, si definivano sempre di più, fino ad apparire per ciò che erano: delle lingue di sabbia bianca e impalpabile. Soffici miraggi in mezzo al turchese cristallino dell’Oceano Indiano.

Rapite da quel paesaggio, non ci accorgemmo neppure di essere arrivate a destinazione. Atterrammo in una pista sterrata, tra sassi e terra rossa. Eravamo a Ibo Island, isola appartenente all’arcipelago delle Quirimbas. Definite patrimonio dell’umanità, dapprima dal WWF, in seguito dall’Unesco, le isole Fortunate, così chiamate, ci strapparono l’anima senza più restituirla. Tutto aveva il sapore nostalgico del grande dominio portoghese, ma pur sempre prevaleva la gioia e la luce in quel luoghi.

Il Mozambico ci aveva regalato più di quello che ci aspettavamo.
Inaspettato. Potente. Incontaminato. Vero. Sensibile.
Era diventata la terra da non lasciare più.

In un soffio volammo a Dubai, tuffandoci nella tecnologia e nell’alta velocità della società moderna. Ancora un po’ stordite dal contrasto fra la natura incontaminata Africana e i ritmi più moderati, fu come ricevere una scarica elettrica di energia. Forte e viva.
Prendemmo un ennesimo volo, in direzione Est questa volta. Ci aspettavano le isole dell’amore, del cuore, degli innamorati, e non le avremmo incontrate ancora in Africa, ma dal cuore dell’Oceano Indiano. Le Maldive.

Atterrammo nella capitale e da lì prendemmo un idrovolante con il quale sorvolammo numerosi atolli, ordinati e romantici cerchi corallini in mezzo al mare.
Lontano vidi una piccola isola, minuscola e attraente. Era un’isola deserta, un luogo remoto e unico, dove stabilimmo per un po’ il nostro campo base.

Gli idrovolanti erano diventati per noi così familiari da prenderli tutti i giorni per esplorare le isole di quel poetico arcipelago. Approdammo a Thudufushi e a seguire a Kuda Huura, due bomboniere immerse nell’Oceano, isole che un po’ si presero cura dei nostri cuori.

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