È morto Andrea Camilleri, addio al papà di Montalbano

Lo scrittore siciliano aveva 93 anni

Andrea Camilleri  Credit: © Getty
17 Luglio 2019 alle 16:01

Era stato ricoverato per arresto cardiaco il 17 giugno Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano. Portato immediatamente nel reparto di rianimazione dell'ospedale Santo Spirito di Roma, le condizioni si sono rivelate subito gravi. Dal ricovero non si era mai svegliato e in una nota ufficiale dei medici si legge che le condizioni si erano aggravate molto nelle ultime ore e lo scrittore si è spento alle 8.20 di mercoledì 17 luglio. I funerali si terranno in forma privata, ma sarà resto reso noto dalla famiglia dove dare l'ultimo saluto.

Lo scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo aveva 93 anni. Era nato a Porto Empedocle, in Sicilia, nel 1925, e già dagli Anni 50 aveva iniziato a lavorare come regista, autore e sceneggiatore per la televisione e per il teatro. È solo sul finire degli Anni 70 che inizia la carriera di scrittore con “Il corso delle cose” e “Un filo di fumo”, ambientati nell'immaginaria Vigata dell'800. Nel 1994 con “La forma dell'acqua” nasce il suo Commissario Montalbano, ma bisognerà attendere il 1998 per la produzione della serie tv Rai con protagonista Luca Zingaretti che ha consacrato definitivamente il Commissario Montalbano come uno dei personaggi di finzione più amati degli ultimi vent'anni.

Sarà senz'altro ricordato come uno dei più prolifici e amati autori dei nostri tempi, non solo per la sua capacità di creare un personaggio (e un intero mondo intorno a lui) del genere, ma anche per la sua particolarissima lingua: un misto di italiano e siciliano, comprensibile a tutti, senza perdere le preziose sfumature del dialetto.

Non poteva mancare il commento commosso del suo Montalbano, Luca Zingaretti, che su Instagram l'ha ricordato come «Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verità che ha raccontato tutti noi e il nostro paese».

Il ricordo di Luca Zingaretti

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E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare. E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verità che ha raccontato tutti noi e il nostro paese. Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana. Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l’immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei. Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita. Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono. Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca

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Per ricordare al meglio Camilleri è possibile vedere su Raiplay il documentario "Andrea Camilleri. Io e la Rai". In questa clip, tratta da una vecchia intervista al Tg2, alcune rare immagini dello scrittore in compagnia dei nipoti.


Il ricordo di Cesare Bocci

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Continuate a volare libero, maestro…

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Il ricordo di Angelo Russo

Il ricordo di Peppino Mazzotta

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Ieri mattina ho ricevuto dai giornali la notizia, poi purtroppo confermata da amici e colleghi, che Andrea Camilleri era morto. Questa informazione si è accomodata, liquida e appiccicosa, da qualche parte nel mio cervello, senza clamore né enfasi alcuna. Poi nulla. C’era un vento forte, il mare era arrabbiato, inquieto. Ho preso la macchina e mi sono messo a guidare per le strade di quella Sicilia che , per anni, ha dato corpo alla Vigata del commissario Montalbano. Marina di ragusa, Donnalucata, cava d’Aliga , Sampieri, Modica , Pozzallo. Ero certo di avere una meta. Guidavo sicuro. Ero convinto di sapere dove stessi andando. Ma dopo ore di marcia non sono arrivato in nessun posto, perché, in effetti, non stavo andando da nessuna parte e ho capito che non potevo fare altro che tornare indietro. Rientrato a casa ho trovato la luna alta sul mare. Piena, grandissima e rossa come il fuoco. Uno scenario surreale. Allora ho capito. La notizia liquida della mattina è diventata solida e pesante. Ha preso forma. Camilleri non c’è più. E mi sono sentito improvvisamente solo. Smarrito. Privo del conforto di una direzione certa e sicura. La luna rossa ieri sera, non è stata un caso; un puro fenomeno astronomico. Era una luna siciliana che partecipava al dolore e allo smarrimento per una perdita che è più grande di quanto si riesca a concepire in questo momento di stordimento incredulo #camilleri #ilcomissariomontalbano

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