Marco D’Amore, festa grande con Ciro l’immortale di «Gomorra»

Il protagonista della serie di Sky è venuto a trovarci in redazione. E i fan si sono scatenati. Ci ha parlato del suo ruolo, del teatro, dell’amore per la musica. E dello show che farà con Roberto Bolle

Marco D’Amore in questi giorni è a teatro con «American Buffalo», lo spettacolo che dirige e interpreta  Credit: © Getty Images
14 Dicembre 2017 alle 11:36

Se c’è un termometro che ci fa capire quanto un personaggio sia entrato nel cuore della gente, sono i nostri incontri in redazione. Spesso vengono a trovarci personaggi televisivi, attori, cantanti. Ed è sempre una festa. Ma per alcuni lo è ancora di più.

Così è successo con Marco D’Amore. L’attore che in «Gomorra - La serie» interpreta Ciro Di Marzio, detto l’immortale, è venuto a trovarci nel giorno di chiusura del giornale nonché in un prefestivo per l’azienda e per Milano. Eppure alle 16, ora in cui era prevista l’intervista, sono apparse dal nulla decine di persone che hanno affollato la redazione e preso d’assalto un timidissimo Marco: il cappellino nero calato in testa («È la mia maschera, una sorta di coperta di Linus che mi fa sentire protetto») e il sorriso aperto che nella serie non vediamo mai («Ciro ha poco per cui sorridere»), ha firmato autografi e fatto selfie con tutti.

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Iniziamo la nostra chiacchierata parlando di «American Buffalo», lo spettacolo teatrale che Marco dirige e interpreta, che sarà in tournée fino al 22 dicembre: «Racconta di un fallimento, ma si ride e mi si vede in un ruolo molto diverso. Per cominciare ho i capelli lunghi e radi…» ci confida.

Ma poi torniamo sempre lì, a parlare del Ciro di Secondigliano, quello che ami o che odi, e che viene criticato perché rischia di essere una glorificazione del male: «Sono integralista, difendo la libertà di narrazione e sono contro la censura. Abbiamo scelto di raccontare la realtà attraverso gli occhi dei criminali. Sono punti di vista narrativi, non abbiamo un intento educativo. Io sono molto distante da quel personaggio e mi fanno orrore le armi. Bisognerebbe educare la gente alla non violenza, altro che porto d’armi. L’unica vera protagonista di “Gomorra” è la morte che aleggia su tutti i personaggi ed è l’antidoto contro ogni fascinazione di queste figure che hanno sempre a che fare con sofferenza, dolore e perdita».

E a proposito degli altri protagonisti della serie non potevamo non parlare di Genny, interpretato da Salvatore Esposito: «Mi raccomando, non chiamatelo Genny che si innervosisce» ci dice ridendo Marco che con il collega ha instaurato un legame profondissimo. «Abbiamo un rapporto talmente simbiotico che ha perfino generato cambiamenti narrativi in corso d’opera. Non ci conoscevamo prima di recitare assieme e ci siamo innamorati fin da subito. Il nostro feeling ha suggerito agli sceneggiatori di insistere sul forte rapporto di amicizia, quasi fraterno, che si è creato tra Genny e Ciro. Siamo davvero molto amici, ci frequentiamo, supportiamo e sappiamo tutto l’uno dell’altro».

E tra le tante cose che abbiamo scoperto di Marco ci sono, nell’ordine: che suona il flauto traverso, e lo ha fatto anche in un’orchestra, che ha la passione per la musica, che canta e che… ha studiato danza. Tanto che il primo gennaio lo vedremo ballare nello show di Roberto Bolle che andrà in onda in prima serata su Raiuno e che si annuncia clamoroso: «Ci saranno meravigliose coreografie con tanti abbinamenti curiosi, verranno artisti da tutto il mondo e anche dall’Italia. Io sono la pecora nera. Roberto è un angelo che scende sulla terra per ballare con Ciro l’immortale» dice ridendo.

E dopo averlo visto danzare con Bolle cosa lo aspetta? «La produzione di “Gomorra” ha annunciato che ci saranno una quarta e una quinta stagione, ma bisogna vedere quando, come, dove e soprattutto… con chi!». Anche perché per il 2018 Marco ha in piedi un progetto internazionale molto importante: «Ma sono un nazionalista, desidero affermarmi qui e avere il consenso della mia gente». E guardando i fan attorno a lui, possiamo dire che ci è riuscito pienamente.

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