Michelle Hunziker: «Così sono uscita da un terribile incubo»

La showgirl racconta in un libro autobiografico l’esperienza di quando cadde vittima di una setta

Michelle Hunziker  Credit: © Getty
9 Novembre 2017 alle 17:40

Michelle Hunziker, che dal 4 dicembre rivedremo accanto a Ezio Greggio dietro il bancone di «Striscia la notizia», negli ultimi mesi si è presa una pausa. Ha deciso infatti di raccontare in un libro parte della sua vita e soprattutto quei quattro anni in cui, poco più che ventenne, cadde vittima di Clelia, la pranoterapeuta-cabalista che la introdusse alla setta dei «Guerrieri della luce». Ha raccolto i ricordi, messo insieme i dettagli, è tornata indietro nel passato doloroso con la serenità riconquistata nel tempo. Il risultato sono 258 pagine dettagliate e accorate. Un racconto inarrestabile intitolato «Una vita apparentemente perfetta».

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Michelle, ha scelto lei anche il titolo?
«Sì, l’ho scelto io. Perché per me è un libro molto particolare. Da anni desideravo scrivere su questo tema, però volevo sentirmi pronta. Finché un giorno mi sono detta: “Adesso ci siamo”».

Nel frattempo che cosa è cambiato?
«Adesso posso dire di essere fortunata, la vita mi sorride, ho un lavoro meraviglioso, delle figlie sane. E quindi voglio mettere le esperienze che ho fatto a disposizione degli altri. Questo è un argomento di cui è difficile parlare, è come mettersi a nudo».

Ma per lei è stato difficile raccontare questa storia?
«No, perché ho metabolizzato quello che mi è accaduto, ora non mi vergogno più. Anzi ho scoperto che un sacco di persone sono nella stessa situazione (solo in Lombardia ho contato 32 sette!). Ma ci vuole tanto tempo per metabolizzare i traumi psicologici, il percorso è lungo. Adesso ho sentito che potevo serenamente parlarne senza puntare il dito. Io non sono arrabbiata con nessuno, è stata un’esperienza».

Che spiegazione si è data di questa sua «esperienza»?
«La giovane età, avevo 22 anni, e poi il mio passato particolare. Ognuno reagisce come reagisce, non mi piango addosso, sono una donna fortunata. Ci sono dei motivi per cui uno diventa la vittima perfetta, una facile preda».

Il suo motivo qual è stato?
«Io da bambina ero molto credente, mio papà mi aveva trasmesso una grande fede. Poi quando mi sono arrabbiata con mio papà mi facevo delle domande alternative, cercavo di aggrapparmi alla fede, a una fede, ma ho trovato persone sbagliate che mi hanno riempito di discorsi sull’esoterismo. Ci sono questi “life coach” che cercano di insegnarti a vivere. E già bisognerebbe diffidare di uno che dice: “Sono il tuo maestro di vita”. Figurati se poi prende dei soldi per insegnarti a vivere».

Eppure lei era bella, intelligente, lavorava nella moda: non era una sprovveduta.
«Ero una ragazza piena di domande e di curiosità. Mi sono fatta delle domande e ho trovato risposta nelle persone sbagliate. Clelia era una cabalista, anche la cantante Madonna ne ha avuta una. Non è qualcosa che avviene all’improvviso, ci scivoli dentro pian piano. Bisogna leggere il libro per capire».

Intanto tutti sapevano...
«Questa vicenda era molto seguita, per quattro anni sono stata perseguitata dai gossip, era una cosa “golosa” per i giornali, ma nessuno aveva il coraggio di scrollarmi. Anche perché io ero molto convinta di ciò che stavo facendo e davo retta a quella gente con tutta le mie forze. Quando mia madre provava a chiamarmi e a raggiungermi veniva respinta».

E poi chi l’ha aiutata a uscirne?
«È stata una mia maturazione, ma anche una saturazione del dolore. Stavo troppo male. Avevo deciso che volevo uscirne, ma il problema era riuscire a farlo. Per fortuna accanto avevo delle persone come Antonio Ricci, Vittorio Feltri ed Enzo Biagi che hanno creduto in me, alzavano la mia autostima e la mia forza, al contrario di quelli della setta che mi denigravano e mi controllavano». 

La sua carriera ne ha risentito?
«Per nulla, ed è stata la mia salvezza. Lavorare era come prendere una boccata d’aria mentre stai affogando. Ero una stacanovista. In quel periodo ho fatto “Zelig”, il “Festivalbar”, “Scherzi a parte”, “Paperissima”, “Striscia la notizia”. Alla setta andava bene così, coi miei soldi davo da mangiare a tutti, avevo fatto una società e li facevo lavorare».

Quando ripensa a quel periodo come si sente?
«Penso che alla fine sono sempre riuscita a sorridere e quella è stata la mia difesa, non sono mai riusciti a schiacciarmi. Continuavo ad abbracciare mia figlia Aurora con il sorriso. Questo non è un libro negativo, ma di speranza e di positività. Devi cadere per imparare certe cose».

Aurora ha letto il libro?
«Lo sta leggendo, le do il suo tempo, è una ragazza molto matura e molto forte, è stata titubante prima di leggerlo, non ha mai vissuto questa cosa, io l’ho sempre protetta».

Che cosa le hanno detto i suoi cari?
«Con mio marito Tomaso ci siamo incontrati nel 2011, io ero uscita dalla setta nel 2005 eppure ero ancora una persona molto diffidente. Ma raccontare questa cosa a lui è stato terapeutico. Mia mamma, invece, ha letto il libro in una notte e ha pianto tanto.Per una madre leggere certi particolari è difficile, ma in parte l’ha sollevata».

La Hunziker è un mito per tante ragazze. Questo libro cambierà qualcosa?
«Io ho un seguito di ragazzine molto giovani e tutte mi dicono “grazie”. Le persone si identificano con un personaggio che fuori è apparentemente perfetto e dentro ha delle cose da raccontare, in cui ci si può identificare».

Ora la sua vita è finalmente «perfetta»?
«È bellissima, più che perfetta. Una vita non può mai essere perfetta. Io ringrazio Dio tutti i giorni per essere mamma e fare il lavoro che faccio».

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