«I mille giorni di Mafia Capitale» su Rai 3

La docufiction in sei episodi, a partire dal 14 settembre, racconta la complessa e torbida vicenda giudiziaria che ha segnato Roma. Al termine lo Speciale condotto da Federica Sciarelli

L'avvocato Giosuè Bruno Naso legale di Massimo Carminati al processo di Mafia Capitale  Credit: © Getty Images
14 Settembre 2017 alle 19:52

L’ intrecciata rete di affari, di torbide relazioni di interesse e traffici illeciti che spadroneggiava a Roma gestendo nomine, appalti, finanziamenti, attraverso un sistema di corruzione ben rodato, è al centro della docufiction I mille giorni di Mafia Capitale diretta da Claudio Canepari e Giuseppe Ghinami.

Sei episodi proposti in tre serate su Rai 3, a partire dal 14 settembre, che si focalizzano sulle indagini svolte dal Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato in un ampio arco di tempo che va dal 2012 alla sentenza del 20 luglio 2017. 

Nella docufiction compaiono i due personaggi principali coinvolti nell'inchiesta, condannati rispettivamente a 20 e 19 anni di reclusione per associazione a delinquere: Massimo Carminati, ex esponente di un’organizzazione neofascista poi passato alla malavita, arrestato nel 2014, e il suo complice Salvatore Buzzi, ex detenuto diventato imprenditore. Sono loro a tenere le fila di questo apparato di illegalità con la complicità di funzionari pubblici, portaborse, politici senza scrupoli. Il raggio di interessi si allunga alla gestione dei centri di accoglienza degli immigrati e al finanziamento di cene e campagne elettorali. 

Al termine di ogni puntata, alle 23.00 sempre su Rai 3, Federica Sciarelli conduce tre Speciali in studio per ripercorrere insieme a una serie di ospiti i principali sviluppi dell'inchiesta e tentare di chiarire i molti punti oscuri e interrogativi senza risposta.

La prima puntata è dedicata alla figura di Massimo Carminati. Ospiti in studio Giosuè Bruno Naso, legale di Carminati, Antonio Mancini, ex esponente della banda della Magliana ora collaboratore di Giustizia, e Giovanni Bianconi.



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