«Pechino Express», tre motivi per vederlo secondo Costantino della Gherardesca

La nuova edizione parte il 13 settembre per le Filippine, Taiwan e il Giappone

13 Settembre 2017 alle 11:32

È stata presentata a Milano la nuova edizione di «Pechino Express», l'adventure game in onda da mercoledì 13 settembre su Raidue in prima serata. Si parte dalle Filippine, si attraversa l'isola di Taiwan e si giunge in Giappone. Tappa finale, dopo dieci puntate, Tokyo.

Costantino della Gherardesca - conduttore

Il ritorno in Oriente è molto interessante, quest'anno il programma è radicalmente diverso perché faremo vedere ancora di più il mondo dei paesi e delle popolazioni dove andiamo. Questo risponde a un'esigenza della tv, che è quella di aprire verso il mondo. I programmi della tv tendono a parlare solo dell'Italia e a essere molto provinciali. Il paese che attraverseremo per primi, le Filippine, è straordinario, ma è una zona molto povera del mondo. Poi, per la prima volta nella storia di Pechino, i concorrenti attraverseranno due nazioni più evolute dell'Italia. Abbiamo un cast non prettamente televisivo, i concorrenti sono persone che arrivano dal web, dalla musica, dalla moda, non sono famose solo all'interno della televisione, lo abbiamo fatto per rendere il programma non autoreferenziale. È straordinaria la coppia dei modaioli, Marcelo Burlon è una persona famosissima negli Stati Uniti dove sono già usciti degli articoli che annunciano la sua partecipazione a Pechino. Antonella Elia è incredibile (viaggerà insieme a Jill Cooper), lei guarda il mondo con gli occhi di una bambina, sarà molto agguerrita, sarà un mix tra quello che è stata la Marchesa e Tina Cipollari. Francesco Arca e Rocco Giusti vengono dal mondo delle fiction. Guglielmo Scilla arriva dal mondo di Youtube dove è noto con il nome di Willwoosh. E poi abbiamo gli Egger, il fotomodello di Donatella Versace assieme a sua mamma che si occupa di pubbliche relazioni a Montecarlo, per lei fare l'autostop è una cosa allucinante. Poi ci sono le clubber, vengono dal mondo del rap, fanno le deejay, sono una coppia molto forte. E poi abbiamo una coppia spagnola, il nipote di Miguel Bosè e Rafael Amargo, un bravissimo ballerino di flamenco. Si conoscevano tutti già da prima, è importante avere in una coppia una dinamica preesistente. I giochi avranno a che fare con intelligenza e intuito, non sono solo prove fisiche. Io, come conduttore, sono cresciuto e sono più sicuro di me, ma c'è sempre un'enorme emozione perché i paesi sono così diversi tra loro. Quest'anno per me la più grande gioia è stata... andare a mangiare i ravioli di Taiwan!

Ilaria Dallatana - direttore di Raidue

Siamo alla sesta edizione e il fatto che un programma arrivi alla sesta edizione significa che è un prodotto forte e fatto bene, realizzato magistralmente. In tv è difficile trovare dei “formati”, dei progetti che possano durare negli anni riuscendo a contare su una platea molto allargata (noi siamo una tv generalista) e un pubblico fedele. Con Pechino succede perché ogni anno propone un viaggio diverso e un cast diverso. È il programma che ha fatto viaggiare per il mondo i telespettatori. Pechino ha in sé il principio di intrattenimento del servizio pubblico: nasce per divertire, ma ha un'attenzione particolare per un viaggio intorno al mondo che altrimenti i telespettatori non potrebbero fare, crea una curiosità per luoghi lontani da noi e popolazioni che non potremmo conoscere. E il lavoro sul cast non è mai banale, attira la curiosità dei telespettatori che spesso scoprono alcuni personaggi. Negli anni si è creato un team di produzione e montaggio che rappresenta un'eccellenza italiana. Se Pechino tornasse sul mercato tv ci sarebbero molti che se lo contenderebbero. 

Fabio Di Iorio - vicedirettore di Raidue

Di anno in anno Pechino è sempre più in sintonia con la rete. Qeust'anno si torna in Oriente, è un gran bel vantaggio, ci sono scenari incredibili, e il gruppo comprende concorrenti un po' particolari, sono esponenti di una nuova “normalità”, sono i concorrenti più normali che abbiamo avuto. Resta sempre il fatto che non partecipi per i soldi a Pechino Express ma per fare un viaggio e un'esperienza umana.

Paola Marchesini - direttore Rai Radio2

Siamo la radio ufficiale di Pechino Express, quest'anno abbiamo avviato una serie di iniziative al fianco di Raidue, per portare il viaggio e il racconto dentro la radio. Con «Indovina la canzone» manderemo in onda un brano che compare nella colonna sonora delle puntate di Pechino e chi indovina di che pezzo si tratta vincerà lo zaino originale di Pechino Express. Nel programma pomeridiano «KGG» di Katamashi e Gianluca Gazzoli (dalle 14:30 alle 16)
ospiteremo Costantino e le coppie che via via usciranno dalla gara. Mentre «Decanter» il programma di Fede e Tinto (dalle 20 alle 21) il martedì sera racconterà «Le ricette di Costantino».

Cristiano Rinaldi - capoprogetto del programma

Dopo due edizioni in Sudamerica e Centro America, dove noi italiani abbiamo affinità maggiori a partire dalla lingua, l'Oriente crea dinamiche molto forti. Qui ci sono molte più difficoltà e scontro culturale. Non è stato difficile costruire questa tratta, volevamo farla da anni. Le Filippine non sono mai state raccontate così bene in tv, a Taiwan scopriremo una Cina divertente e il Giappone lo scopriremo partendo dal Sud. Vedremo tre civiltà diverse. La
missione di quest'anno è quella di raccontare le storie e la cultura del luogo, nella loro difficoltà e nella loro bellezza. Abbiamo potenziato la macchina produttiva, quest'anno abbiamo ripreso pure le serate, quando i concorrenti vengono ospitati dalle famiglie. E ci sarà una dinamica nuova, quella delle «stelle» di Pechino Express: i concorrenti dovranno vincere delle stelle attraverso delle prove, le stelle daranno loro potere e protezione rispetto agli altri e un vantaggio nella fase finale (se sei stato sfortunato precedentemente la stella ti aiuta a compensare la sfortuna). Quest'anno, come sempre, il montepremi della coppia vincitrice andrà in beneficenza, ma non ai paesi dove siamo stati (alcuni sono più ricchi di noi) bensì alle popolazioni italiane colpite dal terremoto.

Seguici