Le anticipazioni della puntata dell’11 dicembre 2017, che parlerà anche di falsi venduti on line e della spesa pubblica italiana
Sono come sempre quattro le inchieste da non perdere anche nel nuovo appuntamento con Report, lunedì 11 dicembre in prima serata su Rai3. Si comincia con "Il pacco, la società del futuro" di Alberto Nerazzini con la collaborazione di Lorenzo Di Pietro che fa luce sulle multinazionali della distribuzione. La domanda di trasferimento di merci e materiali è infatti impazzita: trasporto via mare, via cielo, via terra. In questo enorme mercato dove produzione e consumo sono globalizzati, il giro d’affari della logistica esplode e i profitti si concentrano nelle mani di pochi. Ciò che conta sono i risultati, non come questi siano stati raggiunti, perché tutti vogliamo consumare e risparmiare, vogliamo essere soddisfatti, vogliamo che tutto sia puntuale. E puntuale, ogni giorno, va in scena lo sfruttamento, senza regole e senza controllo.
La seconda inchiesta è invece "F come falso" di Luca Chianca: in Italia 19 milioni di persone comprano online. Ma su Amazon e Ebay, come anche sulle piattaforme cinesi Alibaba e Taobao gira una quantità incalcolabile di prodotti di marca taroccati. Come si riconoscono? Basta scegliere dei marchi noti e fare una ricerca online. Se esce un prodotto con il prezzo molto diverso da quello originale, è probabile che sia un falso.
Si passa poi a "Taglia e cuci" di Alessandra Borella con la collaborazione di Ilaria Proietti che si chiede: la spesa pubblica italiana è diminuita, vero o falso? È una domanda per la quale non esiste un'unica risposta. Yoram Gutgeld, da tre anni commissario alla spending review, ci informa che sono stati tagliati capitoli di spesa per 30 miliardi. I risparmi però sono stati reimpiegati in altri capitoli di spesa, dalle pensioni alla sanità e quindi il corpaccione della spesa pubblica è ancora intatto con i suoi 830 miliardi l'anno, di cui ben 327 sono la spesa corrente aggredibile.
Infine si chiude con il quarto capitolo di Report, "L'assassino è... il Dna" di Giorgio Mottola. Questa è la frase che potremmo sentire nei film polizieschi del futuro. Nei tribunali italiani sono infatti sempre di più gli imputati che chiedono la prova del dna. Se fino ad oggi è sempre stata usata solo per incastrare i colpevoli, da un po' di tempo può essere usata anche per scagionarli. Secondo alcuni studi, l'aggressività di alcune persone potrebbe dipendere infatti dal loro dna.