La sentenza di terzo grado mette fine a 15 anni di contenzioso in tribunale. «Condannarlo per la voluta banalità delle sue forme sarebbe stata una vera e propria assurdità» dice Ricci

Dopo 15 anni arriva finalmente all'epilogo una vicenda che vedeva contrapposta la Crossland Enterprises e l'Adfra a ?Striscia la Notizia? per il ?presunto? (oggi più che mai) plagio della mascotte della mascotte della Western Kentucky University da parte del popolare Gabibbo.
Oggi, infatti dopo 15 anni di contenzioso in tribunale la Corte di Cassazione (con la sentenza n°503 depositata in data 11 gennaio 2017) ha decretato che il Gabibbo non è un plagio della mascotte sportiva Big Red della Western Kentucky University. La Cassazione ha quindi confermando il giudizio del tribunale di primo e secondo grado, rigettando l'impugnazione e condannando gli appellanti a rimborsare le spese legali.
Antonio Ricci, soddisfatto per la conclusione di un procedimento giudiziario durato molti anni, ha commentato: «Il Gabibbo rappresenta il populismo, la pancia, non parla: rutta. Vuol significare che in Tv qualunque banale pupazzo, se bercia o arringa moraleggiando, può ottenere il massimo della credibilità e popolarità. Condannarlo per la voluta banalità delle sue forme, che lo rendono simile a decine e decine di altri pupazzi infantili dalla bocca larga, sarebbe stata una vera e propria assurdità».