Su National Geographic la miniserie sui foreign fighters

Si intitola «Isis: le reclute del male» e ha per protagonisti quattro ragazzi che, per motivi diversi, decidono di arruolarsi nel sedicente Stato Islamico

12 Settembre 2017 alle 15:46

Che cosa porta un ragazzo o una ragazza ad abbandonare la casa e la famiglia, dicendo addio alla propria vita, per unirsi all’esercito del califfato islamico? È la domanda a cui il regista Peter Kosminsky ha cercato di rispondere nella miniserie in quattro episodi «ISIS: le reclute del male», in onda il 12 e 19 settembre su National Geographic (canale 403 di Sky).

«L’ISIS ha causato dolore e sofferenza in tutto il mondo», ha commentato il regista Peter Kosminsky. «Ma se non cerchiamo di capire come sia possibile che giovani uomini e donne decidano di lasciare le proprie vite, la democrazia e la libertà per andare a combattere in Siria, non possiamo sperare di sconfiggerlo».

La trama

La serie, ispirata a fatti realmente accaduti, racconta le vicende di quattro giovani inglesi che decidono di lasciare tutto per unirsi ai militanti dell’Isis a Raqqa, in Siria. C’è Jalal (Sam Otto), che ha deciso di unirsi all’Isis per seguire le orme del fratello maggiore e ha convinto il migliore amico Ziyaad (Ryan McKen) ad andare con lui. Poi c’è Shakira (Ony Uhiara), giovane dottoressa e madre single che parte per la Siria con il figlio di nove anni per mettere al servizio del sedicente Stato Islamico le sue competenze. E per finire c’è Ushna (Shavani Cameron), teenager radicalizzata su internet che lascia la sua famiglia per compiere quella che lei ritiene essere la sua “missione suprema”.

Dopo aver raggiunto Raqqa e aver visto con i loro occhi le atrocità commesse dal regime e le devastanti conseguenze dei bombardamenti, le strade dei quattro protagonisti si divideranno: da un lato chi di colpo si trova disilluso e disperato per la situazione, dall’altro chi invece si sente ancora più coinvolto.

Seguici