Valerio Staffelli: «Nessuno sfugge ai miei Tapiri»

Lo storico inviato di Striscia la notizia svela a Sorrisi i segreti messi a punto in oltre vent’anni di «consegne». «Non temo le lunghe attese: per Celentano rimasi appostato dieci giorni. L’attapirato deve sempre restare a bocca aperta»

Valerio Staffelli con la figlia Rebecca che gestisce i suoi social e fa parte dell’équipe dell’inviato  Credit: © Massimo Sestini
23 Marzo 2018 alle 16:33

Valerio Staffelli si aggira fra le palazzine degli studi Mediaset a Cologno Monzese col suo quasi metro e novanta di altezza e la divisa d'ordinanza: giaccone scuro, pantaloni scuri, scarpe comode. Scattante e atletico, il suo motto è: «Sono un uomo che vive di adrenalina». Quest'oggi non ha ancora un Tapiro fra le mani, ma negli ultimi 21 anni a «Striscia la notizia» ne ha consegnati ben 1.183. Un numero esagerato.

Professione: «tapiroforo». Un termine coniato apposta per lei.
«Meno male!».

In che senso?
«Quando ai miei figli chiedevano: ?Cosa fanno i tuoi genitori??, loro rispondevano: ?La mamma fa la casalinga, il papà consegna Tapiri?. Sembrava lavorassi in uno zoo».

L'ultima consegna?
«A Barbara d'Urso: le hanno proibito di parlare del caso ?canna-gate? (i naufraghi che hanno fumato marijuana, ndr) a ?L'isola dei famosi?».

Reazione?
«Ha ammiccato, ma chiaramente era ?attapirata?. Il Tapiro è un animale carino, ma le domande danno fastidio».

Come si arriva all'«attapirato»?
«Chiunque può avere l'idea di ?attapirare? qualcuno: gli spettatori, io, mia figlia, gli autori. Riferisco ad Antonio Ricci, che è il mio ammiraglio, e lui decide. Io sono il consegnatore».

E Staffelli parte in missione.
«Noi siamo operativi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, pronti a partire anche nel cuore della notte. Carichiamo in macchina le valigie già pronte e andiamo».

Qual è l'attrezzatura di base del «tapiroforo»?
«Un ?caricatore? con 4 Tapiri, farmaci, cerotti, barrette energetiche, acqua, telecamere, microcamere, binocoli, visori notturni, un minidrone con telecamera. E un ?pappagallo? per quando sono appostato e non posso andare in bagno».

Si sente più un detective alla Sherlock Holmes o un agente segreto tipo 007?
«Siamo dei segugi. Il tapiro ha un muso lungo e un naso con la capacità olfattiva di seguire le tracce (vedere qui a destra, ndr). Ma anche il ?tapiroforo?, ammetto, ha un naso non indifferente!».

A parte l'olfatto, quali sono le «armi» del segugio?
«Abbiamo una banca dati costruita con 21 anni di lavoro: quando vediamo e incontriamo i personaggi cerchiamo di capire dove abitano, dove lavorano, che spostamenti fanno, dove sono stati visti l'ultima volta e scrutiamo i loro social».

La prima regola di ogni consegna?
«Non dare nell'occhio, amalgamarsi all'ambiente dove l'attapirato potrebbe trovarsi. Ed essere pronti a lunghe attese».

L'appostamento più lungo?
«Dieci giorni fuori dalla villa di Adriano Celentano, faceva un freddo pazzesco, dopo tre giorni noleggiammo un camper e lo mascherammo coprendolo di dischi. Poi finalmente uscì di casa».

Lei come si mantiene in forma?
«Faccio tanto sport, vado in bicicletta, scio, nuoto: a volte le persone scappano e devo essere preparato a partire all'improvviso e acciuffarli di corsa. Mi alleno in moto su pista. Tiro a volo e golf li faccio per la capacità di concentrazione».

Quanti anni ci sono voluti per mettere a punto la tecnica della consegna perfetta?
«Questo meccanismo funziona in maniera eccellente da una decina d'anni. Le prime consegne sono servite ad accumulare esperienza, mezzi e tecniche. Infatti dopo il primo anno decisi di muovermi in moto. Ora il servizio lo trasmettiamo direttamente dalla telecamera».

Chi è l'«attapirato» perfetto?
«Fiorello. E anche Belen».

Infatti hanno il record di Tapiri: 25 lui, 25 lei.
«Io mi diverto, loro si divertono, andiamo a braccio. È una cuccagna».

I più suscettibili?
«Quelli che hanno combinato il fattaccio e non vorrebbero incontrare neanche l'ultimo giornalista del mondo a far domande. Invece trovano Staffelli e ?Striscia?. Sono i più gustosi».

La riuscita della consegna è direttamente proporzionale allo stupore che suscita?
«La persona deve restare a bocca aperta. Luciano Moggi, sceso da un aereo a Milano, era in transito per la Calabria. Io stavo nell'area imbarchi. Mi disse: ?Come hai fatto a sapere che ero qui??. Intelligence e attesa».

Il Tapiro scatena più sorrisi, lacrime o ira?
«Dipende dal soggetto, alcuni si divertono, altri stanno zitti, come il banchiere Enrico Cuccia, e altri ancora, come l'ex Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, dicono alle guardie del corpo: ?Dategli un po' di botte, così si leva di torno?».

Mai avuto paura?
«Non fai in tempo ad averla. Io arrivo da buontempone, per scherzare. La paura ce l'hai se ti schiacciano il piede sotto la macchina, ti danno un calcio, ti tirano un pugno. Quando provi il dolore, lì hai una stilla di paura».

Dopo la consegna del Tapiro va a festeggiare?
«Macchè, ho un buio totale, l'adrenalina cade, guardo il mio staff e chiedo: ?Ho detto tutto??. Sono come sotto shock. Solo dopo mi torna in mente ogni cosa».

Chi manca al suo carnet del Tapiro dei sogni?
«Donald Trump, con quel ciuffo, quello spessore e quell'ironia... Quanto sarebbe bello attapirarlo!».

Le piace essere ricordato come il «primo tapiroforo della tv»?
«Anni fa fermai Silvio Berlusconi in piazza Montecitorio. La gente urlava il mio nome e lui disse: ?Staffelli, si goda la piazza!?. Io e il Tapiro siamo una coppia inossidabile. Firmerei per consegnare Tapiri per il resto della vita. Ma chi lo sa?».

ecco a chi si ispira il «premio» televisivo

ll tapiro è un animale erbivoro della classe dei mammiferi. È lungo tra i 180 e i 250 centimetri, alto fra i 75 e i 100. Può pesare fino a 300 chili. Molto veloce nella corsa , è un ottimo nuotatore, ha un udito finissimo e un olfatto molto sviluppato. I tapiri sono diffusi in Asia orientale e nel Centro e Sudamerica.

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