Paola Perego: «Basta paura, da oggi vedrete la nuova ME!»

Racconta in un libro biografico la lunga battaglia contro gli attacchi di panico e annuncia: «In autunno tornerò in Rai»

Paola Perego ha iniziato a lavorare come modella prima di debuttare in tv nel 1983  Credit: © Claudio Porcarelli
4 Giugno 2020 alle 16:54

Paola Perego non è una donna fredda e poco empatica. Qualcuno forse l’ha pensato vedendola in tv. Ma non è così. La verità è che Paola Perego è stata vittima di un “buco nero” che per anni, anzi per quasi una vita intera, ha annullato le sue emozioni che si ripresentavano sotto forma di “Mostro”.

Così Paola ha ribattezzato gli attacchi di panico di cui parla nel libro “Dietro le quinte delle mie paure”. Un’autobiografia dove la conduttrice si mette a nudo senza vergogna, svelando come questo disturbo, iniziato quando aveva 16 anni, ha influenzato la sua vita.

Paola, perché ha deciso di raccontarsi in questo libro?
«È stato tanto liberatorio scriverlo. L’ho fatto perché le persone che soffrono di attacchi di panico sono tantissime ma molte si vergognano di parlarne. Si pensa di essere deboli, ma è un disturbo vero e proprio che va curato. Ho deciso di parlarne liberamente ora che ne sono uscita. Volevo che i miei figli conoscessero questa storia e sapessero chi sono e il perché di certi miei comportamenti».

Che cosa le hanno detto i suoi figli quando lo hanno letto?
«Non sono molto loquaci, vivono tutto dentro. Hanno detto che è bello e che gli è piaciuto. Niente altro. Però lo vedi dall’atteggiamento. Ora c’è la sensazione che ci si conosca meglio».

Quanto coraggio c’è voluto per mettersi così a nudo?
«Più che altro è stata incoscienza, non ho vie di mezzo. Una volta iniziato, non ho avuto filtri e ho raccontato tutto. Quando ricominci a vedere il mondo a colori e torni a respirare vuoi che anche gli altri che ne soffrono capiscano che possono farcela. L’ho scritto questo inverno, ci ho messo circa quattro mesi perché ogni volta che lo rileggevo lo cambiavo. Volevo che si capisse bene di cosa tratta».

Perché per anni non ne ha parlato quasi con nessuno?
«È una cosa comune, non sa quanti messaggi mi stanno arrivando da persone che stanno combattendo questo disturbo o ne sono uscite. Quando ho avuto il primo attacco, a 16 anni, ancora non se ne parlava, mi dicevano che era un esaurimento nervoso, poi è scoppiato il boom. Come per la depressione, che prima era un tabù e ora è stata sdoganata».

Questo disturbo ha influenzato la sua carriera?
«In parte penso di sì: avevo l’autostima azzerata, non mi proponevo, forse avrei potuto conquistare i miei traguardi con meno fatica, invece le cose mi sono successe per caso».

Essere spesso in onda forse non era l’ideale visto il suo problema…
«In tv sembravo serena, ma in realtà fingevo. Ero sempre sotto farmaci e controllo medico, se no non ce l’avrei fatta. Recitavo il ruolo della brava presentatrice, ma non potevo essere me stessa perché non sapevo chi fossi. Quando non ci sei tu, con le tue emozioni, paure, bisogni e vissuto, inevitabilmente ne esce una immagine fredda, anche se in apparenza precisa».

Il momento più difficile?
«Quando durante il reality “La talpa” abbiamo sotterrato i concorrenti. Ho iniziato a stare malissimo, a non respirare. Mi ha salvata la pubblicità. Ma ce ne sono stati tanti altri. Nel 1986 quando presentavo “Azzurro” e dovevo introdurre la mia squadra mi sono bloccata a metà frase. Mi hanno presa, portata dietro le quinte, ho ingoiato una pasticca e l’ho rifatto. Per fortuna era un programma registrato, ma quella è stata la prima volta che non sono riuscita a gestire la situazione. Avevo 20 anni».

Era una ragazzina, che tenerezza mi fa sapendo quello che ha passato.
«Mi sono fatta tanta tenerezza anche io, mi vorrei abbracciare rivedendomi in quelle situazioni».

Possiamo dire che ne è uscita quando in quel “Mostro” ha riconosciuto le emozioni che le impedivano di vivere?
«Sì, una mattina mi sono svegliata e mi sono accorta che da tre giorni non pensavo più agli attacchi di panico. Da lì ho iniziato a stare meglio, ma è stato un percorso graduale. La psicoterapia da sola non ha la soluzione, ma ti dà gli strumenti per capire cosa ti fa stare male».

L’amore l’ha aiutata?
«Non tanto l’amore, ma avere accanto una persona come Lucio (Presta, ndr) che capiva quello che stava accadendo e non sminuiva la situazione. È stato fondamentale perché quando stavo male potevo dirlo a lui, ma se ne accorgeva anche da solo, dal mio sguardo perso, e allora facevamo “casetta” (così Paola ha battezzato il gesto del marito di tenerle il viso chiuso tra le mani per tranquillizzarla, ndr)».

L’emergenza sanitaria non ha fatto riaffiorare le vecchie paure?
«No, perché quelle erano una cosa diversa. Ero io che dovevo conoscermi. Ma ora quel nodo l’ho sciolto e risolto. Ho affrontato questo periodo con angoscia, ansia e paura come tutti, però con lucidità».

Ho visto che si è fatta male a una gamba. Cosa le è successo?
«Faccio yoga da un anno e mezzo ma ero a casa senza l’insegnante e siccome mi annoiavo ho esagerato e ho rischiato di strappare il quadricipite. Così devo fare fisioterapia!».

Cos’altro ha fatto in quarantena?
«I primi dieci giorni sono andati bene, perché finalmente io e Lucio abbiamo potuto passare tanto tempo insieme. Poi però volevamo uscire, vedere gli amici, i figli, mio nipote. Tanti dicono che in questo periodo si sono ritrovati, ma io lo avevo già fatto! La mattina compravamo i giornali a turno, leggevamo sul terrazzo al sole. Poi pranzavamo, guardavamo tante serie tv e film, giocavamo a burraco. Ho mangiato come se non ci fosse un domani e sono ingrassata quattro chili, ma il cibo è consolatorio e Lucio cucina benissimo. E poi facevamo un sacco di pizza per passare il tempo».

Adesso come sta?
«Credo di non essere mai stata così serena, ho iniziato a vivere da poco e mi godo ogni momento. Non sapevo abbracciare le persone, ora tocco tutto e tutti. Anche se me lo hanno vietato per la pandemia tornerò presto a farlo!».

Pensa che cambierà qualcosa nel suo lavoro dopo questo libro?
«Non lo so. Di sicuro ora sarò sempre me stessa e non so se questo porterà dei cambiamenti. Adesso la maschera è calata per tutti e mi sento più libera di essere ciò che sono, nel bene e nel male».

Quando vedremo la nuova Paola?
«Tornerò in autunno in Rai, ma non posso dire altro. È stato un anno intenso, è nato il mio primo nipote, Pietro, sono stata vicina a mia figlia Giulia, ho scritto il libro e ora sono pronta per tornare. Sono curiosa anch’io di vedere la “nuova” Paola».

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