Paola Perego: «C’è un filo rosso che mi lega a mio nipote»

È positiva al Covid, ma sta bene. E prepara il suo nuovo programma dedicato ai nonni, dolci e affettuosi come lei

Dopo il varietà “Superbrain” e le interviste di “Non disturbare”, con “Il filo rosso” Paola Perego riparte da un talk show  Credit: © Claudio Porcarelli
5 Novembre 2020 alle 12:28

«Sto bene, sono sotto controllo medico». Così Paola Perego annuncia su Instagram di essere positiva al Covid. Noi avevamo appena realizzato questa intervista, quando all’improvviso è arrivato l’esito del tampone. «Ho voluto farlo pur da asintomatica per prudenza ed estremo rispetto dei miei collaboratori e degli ospiti in studio» racconta la conduttrice che, intanto, ci ha svelato tutti i dettagli del suo nuovo programma, “Il filo rosso”. Il talk show sarebbe dovuto iniziare il 7 novembre ma, naturalmente, è stato rimandato a data da destinarsi, quando Paola sarà negativa. Andrà in onda il sabato pomeriggio su Raidue e parlerà del rapporto speciale tra nonni e nipoti.

Paola, perché questo titolo?
«Secondo una leggenda orientale il filo rosso del destino lega due cuori, due anime gemelle. Noi vogliamo estendere questo legame forte a tutte le relazioni familiari, scandagliando le dinamiche che si creano a partire dalla figura centrale dei nonni. Oggi più che mai i nonni sono fondamentali perché spesso educano i nipoti e mantengono i figli in difficoltà. Attraverso tante storie faremo riflettere, lanceremo appelli e, con un tocco di leggerezza, racconteremo momenti di gioia che possono essere di ispirazione. E attraverso diverse rubriche daremo delle idee per passare il tempo con i nipoti in allegria».

Lei è fra gli autori del programma.
«Sì, assieme a Tonino Quinti, Nicola Lorenzi e Serena Costantini, che ci tengo a citare perché la tv è sempre un lavoro di squadra».

Negli anni si fanno tante cose diverse, ma c’è sempre un “fil rouge” che le lega tutte, una caratteristica immutabile. La sua qual è?
«La curiosità nei confronti delle storie degli altri. Mi piace farmi raccontare i dettagli, sempre nel rispetto di chi ho di fronte. E con un approccio sereno, come quello che si potrebbe avere in una chiacchierata al bar».

Lei che ricordi ha delle sue nonne?
«Da piccola ogni tanto andavo a dormire a casa della nonna paterna, Rosa, con le mie cugine. La sera, prima di dormire, al buio lei ci terrorizzava facendo i versi di strani animali (ride). Invece la nonna materna, Albina, negli ultimi tempi era venuta ad abitare con noi. Se mia madre mi sgridava, andavo a nascondermi dietro la sua gonna nera. E quando mamma mi lanciava le pattine, lei mi difendeva: “Non la devi toccare!”».

Nonne classiche, con la saggezza degli anziani, autorevoli e tenere. Ma ci sono anche le nonne giovani come lei, che lo è diventata a 52 anni.
«Un regalo stupendo di mia figlia Giulia (avuta dall’ex calciatore Andrea Carnevale, il primo marito di Paola Perego, ndr). Mio nipote Pietro compirà 2 anni il 24 novembre e non riesco a esprimere a parole la gioia che mi dà, la meraviglia continua di vederlo crescere ogni giorno un po’ di più... Dice le sue prime paroline e canta».

Canta?
«Sì, le canzoni che piacciono alla sua mamma e che ascolta in macchina con lei: Ghali, Achille Lauro, Alessandra Amoroso…».

Ha un nomignolo affettuoso?
«Sì, “Pepè”: è il diminutivo del suo nome, in portoghese. Lo chiama così la tata brasiliana».

Avete dei piccoli riti solo vostri?
«Il pomeriggio prende la moka e me la porta, perché sa che dopo il caffè arriva il momento di giocare insieme».

Che giochi fate insieme?
«Costruzioni, macchinine... Ma lui impazzisce soprattutto per gli aerei e quindi io gli faccio vedere tanti video di decolli sul mio telefonino».

Gli legge le favole?
«Lo fa la sua mamma, ma io gli ho preso un libro di favole moderne. Quelle classiche come “Cappuccetto rosso”, dove la nonna viene mangiata dal lupo, sono troppo terrorizzanti».

Gli prepara le torte?
«No, non sono capace. Però lo porto in una pasticceria buonissima a Ponte Milvio, a Roma. La sua prima lingua di gatto l’ha mangiata con me e con Lucio (Presta, marito di Paola Perego e agente di molte star, ndr)».

Dorme spesso da voi?
«Di rado, perché mia figlia sa che poi lo faccio dormire con noi nel lettone. Anche a casa mia ha il suo lettino e il suo angolo dei giochi in soggiorno».

In cosa le somiglia Pietro?
«È ancora troppo presto per dirlo, ma vorrei che da me prendesse l’ottimismo, l’entusiasmo».

È presto anche perché lui possa vederla in tv?
«Sì, guarda la tv solo mezz’ora la sera. Gli piace il cartone “Bing”, il coniglietto nero».

È contenta di tornare su Raidue?
«Molto, perché mi sento a casa. Su Raidue ho fatto tanti programmi con Michele Guardì, un’edizione di “Al posto tuo” e la prima di “La talpa”. E sono contenta di avere come direttore di rete Ludovico Di Meo, che è un mio caro amico. Lavorare insieme è stimolante».

Questo è il primo programma che fa dopo aver scritto il libro “Dietro le quinte delle mie paure” (Piemme), in cui ha descritto come si è liberata dagli attacchi di panico. Ora vedremo una nuova Paola?
«Sicuramente vedrete una Paola che si è liberata dal peso del passato. Ora che tutti sanno, sono più serena».

Niente ansia per il debutto?
«Ma quella ci vuole! L’ansia per il cambiamento e gli ascolti è ansia sana».

Chi le ha fatto un in “bocca al lupo” per la nuova avventura?
«Le colleghe amiche, che me lo fanno sempre: Antonella Clerici, Lorella Cuccarini e Ingrid Muccitelli».

Con suo marito nel 2021 festeggerete 10 anni di matrimonio. Siete innamorati come il primo giorno?
«Lo siamo di più, più del primo giorno. Perché siamo maturati. Siamo cresciuti e abbiamo imparato a guardare insieme nella stessa direzione».

La cosa più tenera che le dice?
«Amo quando parlando con gli altri mi definisce la sua “ragazza”».

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